14 Febbraio 2024

Ramon Forcada “La MotoE? Il mondo sta cambiando”

Ramon Forcada pronto per un nuovo anno in MotoE, stavolta con Forward. Cosa pensa della sfida elettrica? Questo e altro nell'intervista.

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Forward Racing, al debutto nella MotoE, avrà tra le sue file anche Ramon Forcada. Un nome che indica esperienza e competenza da vendere nel Motomondiale, ma anche tanta grinta e motivazione. “Quando mi dicono che l’importante non è vincere ma partecipare io rispondo no, l’importante è vincere!” Ha esordito così sul palco sul quale si è svolta la presentazione Forward, ben indicando lo spirito con cui affronta anche questa nuova stagione di gare.

Dopo tantissimi anni in MotoGP ha abbracciato il progetto elettrico, oltre a seguire la crescita dei ragazzi in MIR Racing Team nel JuniorGP. Per questo 2024 al momento si sa solo dell’impegno nel Mondiale MotoE come direttore sportivo della squadra di Giovanni Cuzari. Questo sul lato sportivo, ma Forcada ha anche altro in programma… In occasione della serata al 55 Milano abbiamo avuto modo di parlare col supertecnico, ecco cosa ci ha raccontato.

Ramon Forcada, una ripartenza e assieme la continuazione di un progetto.

Cambiano i colori ma la squadra rimane uguale, anche la moto è praticamente la stessa dell’anno scorso, il regolamento è cambiato pochissimo. L’unica differenza è che RNF è sparita: fino al venerdì a Valencia stavamo programmando quest’anno, ormai avevo tutto pronto. Sabato è andata peggio, domenica non c’era più il team MotoGP, lunedì non c’era più niente! C’erano state voci, ma è andato tutto molto veloce.

Quest’anno arriva Forward.

Ha preso i suoi posti, ma con stesso pilota, stessi meccanici… La stessa gente. È una continuazione interessante, portiamo avanti quello che abbiamo fatto fino ad ora. Dopo l’addio di RNF si parlava di chi poteva esserci al suo posto, non era chiaro: ci è voluto un bel po’, ma alla fine è arrivato Forward.

Prima di questo accordo pensavi magari che il tuo periodo mondiale fosse finito?

Se finiva era solo perché io volevo finirlo! C’erano anche altre possibilità, ma poter lavorare con la stessa squadra, la stessa moto e lo stesso pilota per me andava bene. Abbiamo iniziato insieme l’anno scorso: qualcuno lo conoscevo, altri tecnici e Andrea Mantovani invece no. Cambia il secondo pilota, dopo Mika Perez arriva Maria Herrera, che ritrova il capotecnico con cui aveva già lavorato quand’era piccolina. Oltre a lei c’è solo un altro meccanico nuovo, per quanto riguarda il resto del gruppo ormai ci conosciamo. Vogliamo fare un bel lavoro.

Quest’anno in calendario c’è un nuovo circuito, che ne pensi?

L’anno scorso era tutti nuovi con la Ducati, quest’anno c’è Portimao, un circuito fantastico! Non è facile, ma sarà divertente anche per la MotoE. Ci hanno tolto l’Inghilterra e alla fine va bene: coi problemi di dogana, trasporto e tutto è stato il weekend più complicato, non sportivamente ma come logistica. Così il campionato diventa più facile.

Ramon Forcada, hai grande esperienza con le moto “classiche”. Com’è stato questo cambio verso l’elettrico?

È un po’ come sta cambiando il mondo. Dalle macchine a benzina o a diesel siamo passati alle ibride o completamente elettriche, impensabili 10-15 anni fa. Anche la MotoGP sta passando al combustibile ecologico. Tutto sta andando verso una strada più green. Sono ancora in contatto con persone di Yamaha e so che in Giappone stanno lavorando tanto con le batterie, sono molto buone ed anzi sta già diventando una questione politica.

I cinesi stanno lavorando sulle batterie allo stato solido, ma i giapponesi sono ancora più avanti. Se lo lasciano andare avanti credo sia una possibilità. Al momento ci sono problemi di autonomia, oppure di ricarica, o di gestione della batteria quando finisce la vita… Con lo stato solido ci sono già macchine con 1500 km di autonomia e ricariche di 15 minuti, ovvero più o meno quando ci metti quando vai a fare benzina. Questo è il futuro: se la politica li lascia lavorare, si può andare su questa strada.

Cosa ti senti di dire agli scettici riguardo le moto elettriche?

Nelle competizioni siamo abituati ai motori tradizionali, ma ci sono anche le innovazioni. Quando ho iniziato nel Mondiale c’erano i motori due tempi quasi fatti in casa, guardiamo dove siamo adesso! Le moto a benzina adesso ha tutta questa elettronica, un motore fatto in fabbrica che non puoi toccare… Il regolamento è cambiato completamente. Abbiamo visto poi anche nei test a Sepang tutta l’aerodinamica, nessuno che ha parlato di telai o di motore… Per me è un cambio enorme, incredibile, come passare dalle moto a benzina alla MotoE. Il mondo sta cambiando.

In meglio o in peggio?

È diverso. Meglio per il tempo, ma per quelli di noi a cui piace ancora lavorare con le mani è chiaramente peggio. Sono passato dal lavoro di lima sulla 125 a fare già meno con la 250, in 500 il motore era già di fabbrica. Ancora si poteva fare qualcosa, ma poco, anche se c’erano sempre piccole cose da sistemare. Nel primo anno in MotoGP ci si lavorava, si cambiavano valvole, molle… Ora siamo al punto in cui se si rompe una candela si cambia il motore.

La MotoE è un passo in più: cambiano tante cose, ma è anche una moto con una batteria che non puoi smontare perché è pericolosissima. Il cambio è diverso perché il motore è lineare, a trazione diretta, ma è una moto. Dipende poi dai soldi che ci mettono per migliorare tutta la parte tecnica. Alla fine però il nostro lavoro non è tanto diverso da quello dei meccanici in MotoGP, in cui stanno arrivando soprattutto gli specialisti dell’aerodinamica dalla Formula 1.

Ramon Forcada, cosa pensi appunto dell’aerodinamica, grande tema della MotoGP attuale?

È complicatissima perché non è una scienza esatta. Fai i calcoli, vai in galleria del vento e poi devi ricontrollare perché ci sono sempre delle piccole variazioni. Alla fine i meccanici che prima lavoravano solo sul motore si occupano di cambiarlo, delle ruote quando serve, di riparare la moto quando si cade. Ma montare, smontare, sistemare… Questo è quasi sparito.

Quali sono i programmi per il 2024? Lasci il JuniorGP?

Non si sa mai, non lo dico mai al 100%, ma per il momento sì. Avevo già lasciato la MotoGP per le tante gare fuori casa, i viaggi… Ma fare MotoE, JuniorGP e tutti i test voleva dire fare le stesse gare del Mondiale. Io ho tante cose da fare anche a casa.

Ad esempio?

Sto facendo anche un campionato di motorini 70cc in Catalunya. Lì c’è una base del motore, ma poi puoi modificare tutto quello che vuoi, come 35 anni fa: lavoro di lima, banco prove, spaccare pistoni e bielle, inventare… Quello è divertente. Sto finendo una moto da enduro del ’79 con cui ho fatto qualche gara del campionato spagnolo e catalano, ma vediamo con la Federazione. Non sono ancora il più vecchio, speriamo di fare un altro bel campionato! Alla fine siamo tutti amici, ci aiutiamo: c’è una classifica, ma non è una lotta.

Foto: Forward Racing

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