21 Novembre 2019

ESCLUSIVA Matteo Ferrari Campione MotoE: “Che emozione essere tra i migliori!”

Tutta l'emozione di Matteo Ferrari, primo campione del mondo MotoE. Un titolo da difendere nel 2020, con un occhio al Mondiale Moto2. L'intervista.

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Matteo Ferrari ha scritto il suo nome nella storia, diventando il primo campione MotoE. Una categoria elettrica, tutta da scoprire, ma della quale l’alfiere del Team Trentino Gresini ha scoperto presto la chiave, chiudendo i giochi nell’ultimo round a Valencia. Un titolo mondiale molto emozionante, un premio per il grande lavoro svolto nel corso della sua carriera, che l’ha portato a condividere il palco dei MotoGP Awards con gli altri campioni. Non manca una dedica ai genitori, che l’hanno sempre supportato. Abbiamo avuto l’occasione di parlare col pilota di questo traguardo, della difesa del titolo nel 2020, ma anche della sua prima stagione nel CEV Moto2, dell’intenzione di approdare nel Mondiale di categoria, delle differenze tra questi campionati. Ecco cosa ci ha raccontato.

Qual è stato il primo pensiero una volta tagliato il traguardo da campione?

Per me è stato un sogno diventato realtà. Avevo già fatto il Mondiale e sai, il sogno di ogni pilota è vincere un Campionato del Mondo. Mi sono tornate in mente un po’ tutte le avventura affrontate, dai momenti belli a quelli più difficili. Ti passa davanti un po’ tutta la tua carriera. Un’emozione veramente indescrivibile: dopo un’intera stagione, dopo due mesi di attesa per l’ultima gara, diciamo che ti passa per la testa un po’ tutto. 

Credevi nella possibilità di vincere questo titolo o hai preferito non pensarci?

Ad inizio stagione, come tutti i piloti, parti con l’idea di vincere. Parliamo però di una categoria nuova: bisognava capire tutte le dinamiche e come funzionava la moto. L’obiettivo per me era arrivare all’ultima gara con la possibilità di potermi giocare il campionato. Da lì a vincerlo… Certo, a saperlo ci avrei messo la firma prima, ma sapevo benissimo che sarebbe stato difficile. Durante la stagione ho cercato sempre di prendere più punti possibili e siamo arrivati all’ultimo round con un buon vantaggio. A quel punto ci pensi e ci credi ancora di più. 

Qual è stato il momento più significativo in ottica campionato?

Un segnale era il fatto che stavamo migliorando continuamente. Sin dai primi test abbiamo trovato la strada giusta e ogni volta che entravamo in pista le cose andavano meglio. Non è una cosa scontata. Quando però l’ho notato ho iniziato a pensare seriamente al fatto che potevamo giocarci qualcosa di importante. La doppietta a Misano poi… Diciamo che abbiamo visto più chiaramente il titolo mondiale. Ovviamente bisogna anche portarlo a casa, ma la prima parte di stagione è stata sicuramente significativa. 

Il circuito su cui ti sei trovato meglio?

Devo dire un po’ tutti. Misano però è arrivato nel momento migliore della stagione. In Austria avevo fatto buonissime prestazioni, ma ci era mancato il podio anche per le condizioni difficili. L’appuntamento a San Marino è toccato proprio quando avevo il feeling migliore con la moto: è capitato a fagiolo. In quell’occasione c’è stata la svolta. 

Un bilancio di questa prima stagione MotoE.

Inizialmente anche io ero titubante, pur essendo stato il primo a firmare per questa nuova categoria. Devo dire però che è stata una sorpresa per tutti. Le gare sono state bellissime e secondo me anche i veri appassionati hanno capito si tratta sempre una competizione su due ruote. È sempre bello vedere spettacolo in pista. 

Come è stata commentata questa novità dagli altri piloti del Motomondiale? 

La maggior parte dei commenti è stata positiva. Certo, la moto deve ancora migliorare: siamo partiti da una buona base ma bisogna crescere. In generale però siamo stati tutti molto contenti e vedo che adesso ci sono molti curiosi che vogliono provarla. 

Dedichi a qualcuno questo grande risultato? 

Ho dedicato quest’intera stagione al mio babbo [scomparso anni fa, ndr]: abbiamo iniziato questo percorso insieme. Anche a mia mamma: ha sempre continuato a credere in me, rimanendomi vicino anche nei momenti più difficili. Soprattutto però avevo promesso al mio babbo che sarei tornato nel Mondiale e che avrei provato a vincerlo. Coronare questo sogno per me è stato tutto. Questa è la mia passione, per cui ho sempre lottato. È la dedica perfetta per tutti gli sforzi che sono stati fatti. 

Hai esordito anche nel CEV Moto2. Come giudichi questa prima stagione? 

Per me è stato un “allenamento”. Avevo intenzione di provare la Moto2 e ho avuto questa occasione. Ci sono ancora i motori Honda e non i Triumph, ma non avevo mai guidato né un 600 né una Moto2: è stato fondamentale provare. Abbiamo disputato belle gare e ci siamo giocati spesso la top 5. Nel complesso la moto mi è piaciuta molto, anche se la categoria è difficile. L’obiettivo è arrivare a disputare qualche wild card mondiale l’anno prossimo. In questo senso mi aiuta molto l’esperienza con Fausto [Gresini]: volevo crescere in un team di alto livello. Un giorno mi piacerebbe disputare almeno una stagione completa in Moto2. Nulla di deciso per ora, ci stiamo lavorando. 

Tra CEV Moto3 e Mondiale sembra esserci minore differenza che tra CEV Moto2 e Mondiale.

C’è un motivo. I ragazzi in Moto3 hanno la possibilità di correre nel Mondiale con stesse moto e gomme. Per noi è diverso: non è facile passare al Mondiale perché sì, la moto a grandi linee è quella, ma cambiano le gomme, il motore, e di conseguenza lo stile di guida. Normale che quando fai il salto il livello è molto alto e non si vede il vero valore del pilota. Mi piacerebbe disputare qualche gara mondiale anche per adattarmi il più velocemente possibile a quel format. 

Intanto nel 2020 bisogna difendere il titolo MotoE. Cambierà qualcosa nella preparazione?

Quello sarà l’obiettivo numero uno, ma anche la cosa più difficile in un mondiale. Per quanto riguarda l’allenamento, a grandi linee continuerò con lo stesso programma. Con una stagione di esperienza alle spalle guarderemo di più i dettagli. Quest’anno però abbiamo fatto un ottimo lavoro e non vorrei cambiare totalmente strada, solo migliorare. 

Che emozione è stata salire sul palco dei MotoGP Awards con tutti gli altri campioni?

Nel mio primo anno mondiale ho partecipato da spettatore: avevo questo bellissimo ricordo della premiazione dei migliori piloti del mondo. Essere quest’anno uno di loro per me è stata un’emozione unica. Quando ti trovi lì capisci davvero l’importanza di quello che hai fatto. Spero di poterci andare più spesso! 

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