19 Luglio 2019

ESCLUSIVA Matteo Ferrari tra MotoE, CEV Moto2 ed un pensiero al Mondiale

Matteo Ferrari sta affrontando una doppia sfida quest'anno, in MotoE e nel CEV Moto2, con un pensiero al Motomondiale. Ecco cosa ci ha raccontato.

Il 2019 è un anno ricco di novità per Matteo Ferrari, all’esordio in due campionati diversi. È uno degli alfieri di Fausto Gresini nella nuova Coppa del Mondo MotoE, con la prima gara ad inizio mese al Sachsenring che l’ha visto come miglior italiano al traguardo. Contemporaneamente, è impegnato nel CEV Moto2, al via con Laglisse (supportato da Gresini) prima di passare al team Promoracing. Due campionati completamente diversi ma, come lui stesso ci ha detto, “Mi piace scoprire sempre qualcosa di nuovo”. Ecco cosa ci ha raccontato Ferrari a proposito di questa prima parte di stagione.

Poche settimane fa hai disputato la prima competizione per la MotoE. Com’è andata?

“Sono stato il miglior italiano ed è stato un risultato importante per me. Siamo riusciti a migliorarci costantemente, dai test fino alla gara, e devo dire che stiamo svolgendo tutti un buon lavoro. Ringrazio davvero il team Gresini per avermi dato questa opportunità. Secondo me in gara si poteva fare meglio, ma abbiamo commesso un errore a causa delle condizioni miste. Per questo nei primi giri ho incontrato qualche difficoltà, ma poi mi sono adattato. In Austria possiamo essere ancora più vicini ai primi. Dovrò imparare subito la pista visto che non la conosco: quando correvo nel Mondiale ancora non c’era, l’hanno inserita quando ho smesso.”

Quali differenze ti hanno colpito di più tra la MotoE e le moto ‘tradizionali’, quelle a cui sei magari più abituato?

“Ogni moto ed ogni categoria sono discorsi a sé. Quello che cambia in particolare è la minore quantità di regolazioni che puoi fare su questa moto. Siamo tutti vincolati su determinate molle o un certo setting. La cosa più difficile in questo momento è adattarsi: non è la moto che deve avvicinarsi al tuo stile, ma sei tu che devi capire come guidarla. Questa secondo me è una grande differenza rispetto alle moto ‘tradizionali’.”

Si è parlato molto anche del peso della MotoE, nettamente maggiore rispetto alle altre.

“È normale che si senta la differenza perché 100 chili in più rispetto ad una MotoGP non sono pochi. Sicuramente è un fattore che incide, ma ci si può adattare, anche perché è uguale per tutti. Certo è che per fermare la moto è un po’ più complicato. Devo dire però che mi aspettavo che fosse molto peggio. Alla fine, vedendo i tempi che facciamo e come guidiamo la moto, abbiamo aggirato abbastanza il problema.”

Un altro aspetto che si sottolinea di queste moto è la mancanza di rumore.

“Come sempre le novità non sono particolarmente ben accette. Quando siamo passati dal 2 tempi al 4 tempi c’era parecchio scetticismo. Vero è che quando un altro pilota ti sorpassa non lo senti, mentre sei abituato in altre categorie a sentire il pilota vicino. Ovviamente con gare così corte te lo aspetti un pilota dietro, ma non ti accorgi se ti sta superando ed è più facile arrivare al contatto. Non c’è più il rumore del motore, ma senti tantissime altre cose, come quando tocchi per terra col ginocchio o passi sui cordoli, oppure il rumore del vento. Senza dubbio è diverso, ma dire che non va bene è sbagliato perché non puoi paragonarlo ad un motore a scoppio, è tutta un’altra moto. A me non è dispiaciuto, ma mi piace scoprire sempre qualcosa di nuovo.”

La prima “gara-lampo” è durata solo 7 giri, poi ridotta a sei per la caduta di Savadori.

“L’ideale sarebbe una gara di 8 giri. Si stanno tenendo un po’ di margine di sicurezza nella batteria, perché abbiamo visto che nelle prove riusciamo a realizzare 10 giri alla massima potenza. Una “gara-lampo” è sicuramente più spettacolare da vedere perché ci sono più sorpassi, ma da pilota è difficile. Non è semplice fare la differenza come in un altro campionato. Essendo io un pilota che va sempre meglio verso la fine, non apprezzo troppo le “gare-lampo”, ma è un ottimo modo per allenarmi, anche per diventare più incisivo ad inizio gara.”

Un’altra sfida che affronti quest’anno è il CEV Moto2. Com’è andata finora?

Ho disputato le prime due gare con il Team Laglisse, supportato da Gresini. All’Estoril è stato molto difficile per via la pioggia, ma sono riuscito comunque a portare a casa i primi punti con un 7° posto. A Valencia ho chiuso 6°, un gran risultato visto che sono caduto subito. La bandiera rossa ci ha permesso di sistemare la moto e siamo ripartiti. Ho saltato invece il round a Barcellona perché ci sono stati problemi con Laglisse e sono tornato ad Aragón con Promoracing, accanto a Zaccone. Sono stato molto contento di quest’ultimo weekend: in Gara 2 sull’asciutto come passo eravamo a soli 2/3 decimi dal podio. In Gara 1 sul bagnato invece abbiamo azzardato un po’ di più: pensavamo che ci fosse meno acqua in pista ma niente, abbiamo sbagliato. Portiamo a casa un po’ di esperienza.

Cos’è successo con Laglisse dopo i primi due round?

“Secondo me è un team molto valido, ma senza esperienza in Moto2. Gresini mi ha fornito tutto il materiale per la moto ed a Valencia mi ha affiancato un tecnico che lavora con lui nel Mondiale. Alla fine io e Fausto abbiamo pensato di cercare un team più strutturato, per permettermi di crescere di più. Il problema era dovuto anche al tecnico: non ci sono gare concomitanti, ma alcuni test sì ed era difficile che riuscisse a seguirmi sempre. Alla fine abbiamo deciso di rivolgerci ad un team con maggiore esperienza, che sta facendo crescere anche un giovane come Zaccone. Mi è sembrata la soluzione migliore, visto che è la prima stagione e devo accumulare chilometri.”

Ora c’è la pausa estiva. Quali sono i tuoi obiettivi per la seconda parte di stagione?

“In MotoE possiamo lottare per stare davanti. Abbiamo visto che i primi quattro erano tutti molto vicini e noi eravamo subito dietro. Possiamo battagliare per le posizioni che contano. Sono molto scaramantico e non voglio dire apertamente il mio obiettivo, ma direi che è chiaro. Nel CEV Moto2 invece devo girare ancora tanto, perché oltre alle gare ho fatto solo due test. Non avevo mai guidato una 600 e la categoria è molto difficile. L’obiettivo sarebbe conquistare un podio, a partire dal round a Jerez, colmando quel gap di pochi decimi che si separa dalla lotta per le prime posizioni. Puntiamo comunque a finire in crescendo.”

Un altro obiettivo è cercare il ritorno nel Mondiale?

“L’idea sarebbe quella. Il fatto di correre nella categoria Moto2 è dovuta appunto a questo. Non so dire quando, stiamo valutando la situazione per vedere che opportunità ci sono, assieme a Fausto oppure con altri team. Con Gresini mi sto trovando molto bene, è un team super competitivo in tutte le categorie in cui è impegnato, quindi essere parte di questa famiglia è una vera opportunità. Spero di poter continuare a correre con loro. Intanto però pensiamo a questi due campionati, cercando di fare bene, e poi se ci sarà l’occasione la coglieremo al volo.”

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