10 Gennaio 2020

Caso Iannone: processo inevitabile, la carriera è a rischio

Andrea Iannone difficilmente eviterà il processo. La sua carriera rischia di essere seriamente compromessa dalla vicenda doping.

MotoGP, Andrea Iannone

Andrea Iannone attende la sentenza della FIM dopo essere risultato positivo all’antidoping anche nel test B. Le seppur minime tracce di Drostanolone ritrovate nelle urine possono mettere a rischio la carriera del pilota Aprilia. Dal canto suo professa la sua innocenza, ma sarà una delle più difficili sfide in carriera. Certa la sua assenza nel test MotoGP di Sepang in programma in Malesia agli inizi di febbraio.

Il suo legale Antonio De Rensis ha chiarito che le quantità rilevate sono esigue, “pari a 1,150 nanogrammi per millilitro“. Quanto basta per orientare la difesa legale sull’assunzione involontaria tramite alimenti contaminati. Sarà un iter giuridico molto intricato e che di conseguenza richiede tempo. Abbastanza per saltare test e forse le prime gare del Mondiale 2020 di MotoGP.

IANNONE RISCHIA IL PROCESSO

Il prof. Paolo Borrione, specialista di Ematologia, docente all’Università di Roma del Foro Italico e con esperienza di antidoping, conferma che “può trattarsi di una assunzione non intenzionale recente, ma pure di una più lontana con dosaggi maggiori“. La tesi della contaminazione alimentare è plausibile: “Dal punto di vista scientifico potrebbe essere – ha detto a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Non è una sostanza molto usata per doping veterinario anche se non escludo possa trovarsi negli integratori del mangime degli animali“. Ma il quantitativo rilevato potrebbe essere compatibile con un ciclo di anabolizzanti. “Sì, se fosse stato concluso 2/3 settimane prima del controllo: è una sostanza che ha un’emitività, il periodo di vita nell’organismo, breve e che cala progressivamente all’assunzione“.

Andrea Iannone potrebbe sottoporsi ad ulteriori accertamenti, né ematici né sulle urine, per confermare la tesi difensiva. Sarà difficile evitare il processo e un deferimento, ora sta tutto nelle mani dei suoi legali che dovranno convincere il giudice. D’altronde il Drostanolone non è del tutto incompatibile con le necessità di un pilota: “Aumenta la forza, fa perdere peso e crescere i muscoli… Chi si dopa ha un obiettivo, anche non legato all’attività agonistica, ma se prendi una sostanza per migliorare le prestazioni sfoci nel dolo. Ad esempio: i cannabinoidi attengono allo stile di vita, non al miglioramento delle prestazioni e sta al giudice dimostrarne il legame“.

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2 commenti

  1. matteochiarello197_14424442 ha detto:

    Ma ora pernat dove sta?niente stronzate sul suo pupillo?ne ha sempre x tutti,soprattutto se si tratta di Ducati,mentre ora silenzio tombale!brutta bestia la coerenza