20 Febbraio 2023

Supersport Test Phillip Island: Nicolò Bulega svetta, c’è una grana software

Ducati velocissima nel primo giorno di test Supersport. Ma la marca italiana ha ricevuto in anticipo il nuovo software MecTronik: polemiche

Nicolò Bulega, Supersport

La Ducati ha fatto la voce grossa nella prima giornata di test Supersport a Phillip Island. Nicolò Bulega, con la Panigale V2 ufficiale, è stato il più veloce in entrambe le sessioni, chiudendo la giornata con 1’33″527. In precedenza aveva fatto 1’33″564. Bulega precede la Yamaha Ten Kate di Stefano Manzi, in ritardo di due decimi e le Ducati satellite di Oli Bayliss e Federico Caricasulo. Ma più che per le prestazioni in pista, la giornata d’apertura in Australia passerà alle cronache per le roventi polemiche che si sono scatenate nel paddock.

Ducati Aruba e Ten Kate sotto i riflettori

Alla vigilia del test è emerso che due squadra, cioè Aruba IT Ducati (Bulega) e Ten Kate Yamaha (Manzi e Navarro), hanno ottenuto con settimane d’anticipo l’ultima versione del software MecTronik che dal 2019 è obbligatorio nel Mondiale Supersport. Tutti gli altri hanno ricevuto il file direttamente nel paddock australiano. Significa che questi due team hanno potuto sviluppare l’elettronica nei test europei (Jerez e Portimao) mentre tutti gli altri hanno cominciato la calibrazione nella giornata di oggi. Dunque un vantaggio considerevole, che ha fatto andare su tutte le furie le avversarie. Ricordiamo che il software unico è un elemento fondamentale del regolamento “Next Generation” che contiene una serie di “aggiustamenti” introdotti per bilanciare le prestazioni di veicoli molto differenti fra loro per cilindrata e frazionamento. In Supersport corrono Kawasaki e Yamaha con 600/4 cilindri, le tre cilindri Triumph 765 cc e MV Agusta 800 oltre alla Ducati V2 di 955 cc.

Non un buon inizio

Come Aruba Ducati e Ten Kate siano riusciti ad avere in anticipo il software 2023 non è dato sapere, probabilmente l’hanno semplicemente chiesto e ottenuto dal produttore italiano. Gli altri si aspettavano che la “release” fosse fornita direttamente in Australia dal nuovo direttore tecnico della Federmoto, Ludovic Reigner. Forse l’inghippo è conseguenza del passaggio di consegne fra il precedente commissario, Scott Smart, uomo Dorna, e il successore. Potrebbe essere stata una “polpetta avvelenata” che Smart ha lasciato in eredità, viste le tensioni fra Dorna e Federmoto Internazionale in merito alla designazione. Oppure, più facilmente, una sottovalutazione/dimenticanza di Reigner: certamente non un buon inizio.

La soluzione

Inizialmente le squadre concorrenti di Aruba IT e Ten Kate avevano chiesto di congelare il nuovo software fino al terzo round di Assen. In questo modo tutti avrebbero avuto tempo per compiere i necessari collaudi. Ma alla fine si è deciso che si va avanti così: tutti con il nuovo. Chi non ci ha messo le mani prima, dovrà utilizzare le due giornate di test a Phillip Island per recuperare terreno. Una decisione salomonica, forse quella meno discutibile a questo punto. Resta il problema di fondo, la cattiva gestione di un regolamento già complicato di suo e reso opaco dalle omissioni di chi dovrebbe controllare.

Gestione oscura

Lo scorso anno, l’ex commissario tecnico ha autorizzato vari team a modificare il numero di giri e l’angolo di apertura farfalla in modo che le prestazioni fossero più bilanciate. Ma, incredibilmente, senza comunicarlo nè agli avversari tantomeno ai media, che ogni volta si sono trovati a raccontare il Mondiale cadetto senza sapere com’erano configurate le differenti moto in pista. Una situazione incresciosa, su cui la FIM dovrebbe intervenire. Da subito.

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Foto: ArubaIT Racing

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