14 Maggio 2021

Superbike retrospective, Kawasaki Ninja ZX-10R: L’arma letale di Rea

Con una Ninja ZX-10R sempre più cucita su di lui, Jonathan Rea fa incetta di mondiali. Nel frattempo, la versione stradale progredisce e si conferma tra le migliori supersportive. Quali sono i suoi segreti?

Superbike Kawasaki

Continuazione dalla [prima parte]

Senza dormire sugli allori del titolo mondiale Superbike 2015, nel 2016 la Kawasaki porta in pista una ZX-10R profondamente rivista. La potente quadricilindrica di Akashi è sulla cresta dell’onda da quattro anni senza grandi cambiamenti, ma la concorrenza incalza con supersportive sempre più raffinate. L’esperienza vincente nel mondiale ha permesso di forgiare una nuova “Verdona”, più veloce, sofisticata sul piano elettronico e, perché no, più bella da guardare. Anche se l’estetica è rimasta coerente con il modello che va a sostituire, la Ninja in versione 2016 trasuda sin dal primo sguardo uno spirito ben diverso, dettagli curatissimi e componentistica in linea con il più raffinato prodotto europeo. Sono presenti novità in ogni aspetto tecnico, dal motore alla ciclistica. Sarà abbastanza per garantire altre entusiasmanti vittorie a Jonathan Rea? Sappiamo tutti come è andata la storia: scopriamo com’era fatta la moto.

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Kawasaki Ninja ZX-10R 2016, bolide verde

Gli studi aerodinamici hanno condotto ad un design ancora più estremo ed aggressivo, con forme della carenatura maggiormente asciutte e sportive. Il cupolino è più largo ed esteso ed abbraccia interamente il plexy, favorendo la “bolla” di protezione aerodinamica attorno al pilota. Ai suoi lati sono ricavate due prese d’aria, in grado di stabilizzare il flusso alle alte velocità. La fanaleria guadagna elementi LED, il codino è più filante e compatto. Sono rimaste le “branchie” laterali per sfogare l’aria calda del motore, ma ora sono più armoniose. Tutta nuova la strumentazione LCD, che però è poco leggibile rispetto agli schermi TFT della migliore concorrenza. Resta in bella vista il sofisticato ammortizzatore di sterzo elettronico. Lo scarico, che dal 2017 guadagna l’omologazione Euro 4, assume un aspetto più convenzionale. Ogni particolare della nuova Ninja ZX-10R è stato perfezionato, senza stravolgere un progetto già vincente.

Ciclistica ottimizzata, nel segno della continuità

La struttura che compone il telaio conferma l’architettura a doppio trave superiore, utilizzando quote più maneggevoli che in passato. Il cannotto di sterzo è stato avvicinato al pilota di 7,5 mm e la sua inclinazione può essere modificata con il kit racing opzionale. D’altro canto, il forcellone in alluminio è stato allungato di 15,8 mm per non penalizzare la stabilità sul veloce. Ne consegue un interasse di 1.440 mm, rispetto ai 1.425 della ZX-10R precedente. Il comparto sospensioni si arricchisce di una nuova forcella Showa da 43 mm pressurizzata, con tanto di serbatoietto d’azoto. Della stessa marca è l’ammortizzatore posteriore, montato orizzontalmente per ben distanziarsi dal calore dello scarico. Il peso della moto sale a 206 Kg in ordine di marcia, ma con ABS incluso. Quest’ultimo agisce su nuovi freni marchiati Brembo: all’avantreno, addirittura, arrivano pinze monoblocco M50, mentre i dischi da 330 mm rinunciano al profilo a margherita.

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Il motore ha un alesaggio limitato, ma è molto potente

Le misure caratteristiche di alesaggio e corsa 76×55 mm rendono il propulsore della Ninja ZX-10R 2016 un vero e proprio “corsalunga” nel panorama delle sportive di grossa cilindrata. Eppure, la potenza erogata di 200 cv a 13.000 giri è ancora elevata, mentre la coppia di 11,6 Kgm a 11.500 giri è stata leggermente incrementata. Il segreto del motore Kawasaki è un’attenta riprogettazione, con accorgimenti tecnici di derivazione corsaiola. L’alimentazione è a doppio iniettore e corpi farfallati ellittici, con un airbox più capiente ed un filtro aria meno restrittivo. Le valvole sono in titanio e quelle di scarico presentano diametro maggiorato da 24,5 a 25,5 mm. L’albero motore ha ricevuto un alleggerimento del 20%, per una riduzione dell’inerzia ed un minor effetto giroscopico in ingresso di curva. I pistoni sono forgiati, alleggeriti di 5 grammi ciascuno e con mantello ad altrezza ridotta. Anche la frizione antisaltellamento è stata alleggerita di ben 200 grammi, mentre il cambio resta di tipo estraibile. Lo scarico è costruito utilizzando pregiato titanio. La gestione elettronica del motore si arricchisce della nuova piattaforma inerziale: vengono confermate le tre mappature Full, Middle e Low, e di serie viene offerto il quickshifter.

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Con la nuova elettronica si va ancora più forte

Sempre sulla piattaforma inerziale si basa il nuovo controllo di trazione S-KTRC a cinque livelli, così come il launch control KLCM, l’anti impennata ed il controllo del freno motore a due livelli. Sfruttando il già citato kit racing, è possibile anche disattivare l’ABS interamente o solo al posteriore. La Kawasaki Ninja ZX-10R 2016 è all’avanguardia anche sul fronte dell’elettronica, che semplifica la guida sportiva. Nella pratica la nuova sportiva Kawasaki convince per l’ergonomia azzeccata e per l’elevata qualità percepita, trasmessa da finiture a vista più curate. Messa in moto, emergono due netti miglioramenti: il motore è più corposo ai medi regimi e la rapportatura si è fatta più corta. Grazie al nuovo albero motore alleggerito, i giri salgono con più prontezza e ne guadagna la sveltezza nei cambi di direzione. Complessivamente, tutta la ciclistica ha trovato una nuova agilità, più consona al contemporaneo livello raggiunto dalle “mille” sportive. Mancano le sospensioni a controllo elettronico, oramai diffuse tra la concorrenza, ma il comportamento delle Showa è sublime. Anche la frenata è eccellente per prontezza e modulabilità, tanto grazie alle nuove pinze Brembo quanto alla frizione antisaltellamento ben a punto.

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Kawasaki ZX-10R in Superbike, onda travolgente

La carriera agonistica in Superbike della Ninja ZX-10R 2016 dura solamente una stagione: dal 2017 viene infatti sostituita dalla più specialistica versione RR. Il debutto è comunque un successo, con le prime due posizioni in classifica occupate saldamente da Jonathan Rea e Tom Sykes, nonostante il record di vittorie stagionale vada a Chaz Davies su Ducati. Nel 2017 la superiorità di Jonathan Rea e della “Verdona” è ancor più incontrastata, con 16 successi in gara. Tom Sykes, ormai seconda guida nel team ufficiale, giunge terzo in classifica. Nel medesimo anno, la Kawasaki allunga le mani anche sul titolo costruttori in Superstock 1000, dove il pilota turco Toprak Razgatlıoğlu lotta fino all’ultimo per il titolo piloti con il ducatista Michael Ruben Rinaldi. A partire dal 2018, il regolamento Superbike introduce provvedimenti volti a minare la spiazzante egemonia della Kawasaki, ovvero una limitazione dei giri motore. Ad Akashi, però, sono già pronti.

Rimani sintonizzato! Continua nella [terza parte]

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Foto: Kawasaki Press, Getty

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