5 Dicembre 2022

Superbike, Ciabatti: “Petrucci con Barni e il peso di Bautista, vi dico tutto”

Ciabatti, direttore sportivo di Ducati, ha parlato a Corsedimoto del trionfo con Bautista e dell'arrivo di Petrucci nel Mondiale Superbike. Svelata anche l'idea per il MotoAmerica.

Paolo Ciabatti Alvaro Bautista Superbike Ducati

Carlos Checa 2011, Alvaro Bautista 2022: da uno spagnolo a un altro. La Ducati è tornata a conquistare il titolo Mondiale Superbike a distanza di undici anni dall’ultimo trionfo e lo ha fatto per la prima volta con la Panigale V4 R. Una grande soddisfazione.

La casa bolognese era andata vicino a vincere già nel 2019, stagione di esordio in SBK della quattro cilindri e anche del pilota castigliano, però alla fine fu Jonathan Rea con la Kawasaki a fare festa. Stavolta l’epilogo è stato differente e nel 2023 l’obiettivo sarà quello di ripetersi. La pattuglia ducatista del prossimo campionato sarà molto interessante. Confermato Michael Rinaldi nel team Aruba e Axel Bassani in quello Motocorsa, ci sarà l’arrivo di un altro italiano: Danilo Petrucci nel team Barni. E non bisogna dimenticare Philipp Ottl nella squadra Go Eleven.

Paolo Ciabatti, direttore sportivo Ducati, ha concesso un’intervista a Corsedimoto.com e ha affrontato diversi temi interessanti.

Paolo Ciabatti sul successo di Bautista e Ducati in Superbike

Con Bautista avevate sfiorato il Mondiale Superbike anche nel 2019, quanta soddisfazione c’è completato l’opera stavolta?

L’inizio del 2019 era stato spettacolare, poi senza una ragione particolare abbiamo perso il tocco magico. Come ha detto lui, in quella stagione gli veniva tutto facile senza sapere perché. E poi, sempre sapere perché, le cose sono andate storte. I due anni Honda gli hanno permesso di conoscere meglio il campionato, i circuiti e le gomme, e tornare in Ducati con una moto che in questi anni è stata affinata e migliorata si è rivelata la mossa giusta. Alvaro ha un feeling incredibile con la Panigale V4 R, ora la sente sua e la guida con padronanza. È stata una grande soddisfazione, non vincevamo dal 2011 quando Checa trionfò con la 1098 del team Althea. Abbiamo vinto per la prima volta con la quattro cilindri e per la prima volta nella nostra storia abbiamo fatto doppietta MotoGP-Superbike. Tutto questo dà un gusto particolare”.

Bautista ha meritato il titolo, ma c’è chi ha montato una polemica riguardante il suo peso leggero e che ha invocato un cambiamento del regolamento. Cosa ne pensi?

Mi fa un po’ sorridere che quando erano Jonathan Rea e Kawasaki a vincere a ripetizione tutti dicevano che erano bravi loro, giustamente. E lo stesso è successo con Razgatlioglu e Yamaha lo scorso anno. Adesso vince Bautista con la Ducati e sento tutte queste storie. Il fatto di essere leggero dà vantaggi e svantaggi. Mi amareggia che venga sminuito il risultato ottenuto da un pacchetto che ha dimostrato di essere il migliore, e mi è dispiaciuto leggere le polemiche di Redding, che considero un amico. Ognuno dovrebbe guardare in casa propria e capire come migliorare. Non penso che in BMW il problema sia il peso dei piloti. Quando vinceva Kawasaki, abbiamo capito che aveva un pacchetto migliore del nostro e invece di lamentarci abbiamo lavorato all’interno del regolamento per arrivare dove siamo arrivati. Credo che la concorrenza dovrebbe ammettere che qualcun altro è stato semplicemente più bravo di loro. Io ho visto un campionato combattuto con tre piloti che se le davano di santa ragione. Non credo sia mancato lo spettacolo, anzi, e in tutto questo stonano certe polemiche. Purtroppo ci siamo abituati, perché anche in MotoGP quando portiamo novità o siamo particolarmente competitivi i concorrenti cercano di spingere per ottenere cambiamenti del regolamento”.

Petrucci nel Mondiale SBK con lo stesso supporto di Bassani

Petrucci ha deciso di approdare nel Mondiale SBK e di non proseguire nel MotoAmerica. Cosa pensi della sua scelta?

È vero che avremmo preferito avere Danilo in MotoAmerica, perché dopo il primo anno in cui ha lottato per il titolo ci sarebbe piaciuto che continuasse lì con maggiore esperienza sulle spalle e con la moto nuova. Avrebbe avuto un pacchetto più competitivo. Alla fine però la decisione è stata sua. Se ha preferito correre nel Mondiale Superbike con il team Barni, che è una delle strutture più professionali presenti in griglia, ci fa comunque piacere. Per noi era importante che Danilo rimanesse su una Ducati, perché è un pilota a cui vogliamo bene e che è amato dai nostri tifosi. È chiaro che avendo Bautista campione in carica, Rinaldi che è arrivato quarto e Bassani migliore tra gli indipendenti non avevamo la necessità estrema di avere un altro pilota competitivo nel mondiale. Invece, in America ci sarebbe servito di più”.

Che tipo di supporto tecnico avrà?

Avrà la stessa moto di Bassani, quindi quasi identica a quella del team Aruba-Ducati: chiaramente la squadra ufficiale ha sempre qualche particolare in più e riceve prima gli aggiornamenti durante la stagione. Ci tengo a sottolineare che abbiamo una grande considerazione nei confronti di Bassani, che ha disputato una grande stagione. Con il team Motocorsa ha lavorato Giovanni Crupi, che è un nostro tecnico. Quindi il supporto di Ducati è stato di altissimo livello. La nostra politica sarà la stessa con Petrucci. Poi conteranno i risultati. Se uno di loro dovesse iniziare a vincere a ripetizione, si valuterà la possibilità di fornirgli un aiuto in più, compatibilmente con le nostre risorse. Ovviamente il nostro obiettivo primario è lottare per il titolo con Bautista e Rinaldi, ma vogliamo fare bene anche con i piloti dei team indipendenti “.

MotoAmerica, Herrin e Fores: l’idea di Ducati

Petrucci per restare in MotoAmerica aveva chiesto garanzie tecniche maggiori rispetto a quelle del 2022. Cosa gli avevate offerto?

Gli avevamo proposto delle garanzie tecniche ulteriori, ipotizzando anche una gestione più diretta da parte di Ducati con una persona che avrebbe avuto un ruolo importante nel team. Ma alla fine un pilota deve fare quello che si sente. In MotoAmerica, insieme al team HSBK Warhorse stiamo pensando di promuovere Herrin nella classe Superbike, dopo che ha conquistato il titolo in Supersport. Comunque non è stata presa ancora una decisione definitiva”.

Nel progetto Ducati negli USA può rientrare anche Xavi Fores?

Al momento l’ipotesi più probabile è Josh, che conosce già i circuiti e che ha vinto con noi il campionato Supersport al primo tentativo con la Panigale V2. Ci sembra un giusto riconoscimento, e prenderemo la decisione insieme al nostro team americano, con il quale stiamo valutando anche la possibilità di far correre Fores in Supersport, visto che con l’eventuale passaggio di Herrin in Superbike vorremmo avere un pilota che possa fare bene in Supersport. Potrebbe essere una soluzione giusta per far conoscere a Xavi le piste e il campionato. Queste sono le ipotesi al vaglio in questo momento”.

Foto: Ducati

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