17 Aprile 2021

Superbike retrospective: Honda CBR 1000 RR Fireblade, terza parte L’ultima moto di Hayden

Honda CBR 1000RR Fireblade, nel 2017 l'approdo nella modernità dell'elettronica. Una supersportiva velocissima e completa, ma non vincente in Superbike. È l'ultimo gioiello portato in gara da Kentucky Kid

Superbike Honda

Continuazione dalla [seconda parte]

Con il Model Year 2017, Honda CBR 1000RR Fireblade compie un balzo avanti tecnologico di assoluto rilievo, entrando di diritto nello scontro fra le migliori di categoria. Finalmente dotata di un pacchetto integrato di controlli elettronici, ed affiancata dalle più pistaiole versioni monoposto SP e SP2, la sportiva di casa Honda riceve una riprogettazione completa. Il frontale è compatto ed aggressivo, con un deflettore molto corto. La fanaleria è tutta nuova: interamente a led, con doppi proiettori e sagomata in maniera tale da contribuire a convogliare l’aria nell’aspirazione. L’intera carena, attillata e spigolosa, ha uno sviluppo ancora più orizzontale e dinamico che in passato, con feritoie dal design a freccia. Come da tradizione giapponese, il livello delle finiture si mantiene stellare.

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Honda CBR 1000RR Fireblade 2017, il valore aggiunto è la leggerezza

La ciclistica è rinnovata: vengono mantenute le stesse quote, ma il telaio è più rigido e più leggero di 300 g. Non manca l’utilissimo ammortizzatore di sterzo elettronico Honda. Il forcellone, a sua volta, perde 100 g, però è il telaietto a subire la dieta dimagrante più drastica. Infatti, quest’ultimo perde 800 g e sposta la propria massa verso il centro della moto, favorendo la maneggevolezza del veicolo. L’interasse, ora di 1404 mm, è stato accorciato incrementando l’agilità. Anche i cerchi a 5 razze sono alleggeriti, si parla di 100 g cruciali sulle masse non sospese. Le versioni SP dispongono addirittura di serbatoio da 16 litri in titanio e di batteria al litio, che equivalgono ad altri 2,3 kg persi. Sulla bilancia, però, la vera parte del leone la fa il nuovo silenziatore in titanio, che perde 2,8 kg e si allontana dall’estetica integrata nella carenatura del precedente.

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Equipaggiamento differenziato tra standard, SP ed SP2

Nella versione base il comparto sospensioni prevede lo stesso equipaggiamento a marchio Showa, mentre i freni contano su pinze radiali anteriori Tokico dotate di ABS cornering. Su SP e SP2, invece, vengono introdotte le eccellenti Öhlins semiattive e le pinze Brembo monoblocco, tutto integrato con i controlli e l’elettronica di bordo. Il motore è un progetto nuovissimo, fedele alla disposizione a quattro cilindri in linea. Il carter frizione è in alluminio, quello del generatore addirittura in magnesio e, per ridurre ulteriormente il peso, persino la bulloneria è più corta che nella CBR M.Y. 2012. Il radiatore è più stretto e più leggero di 100 g, pur mantenendo la stessa efficienza. Le misure dei pistoni sono 76×55,1 mm, con il rapporto di compressione che passa da 12,3:1 a 13:1 per guadagnare potenza: i nuovi valori espressi sono 192 cv a 13.000 giri, accompagnati da 116 Nm di coppia a 11000 giri. Non sono stati introdotti sistemi di distribuzione a fasatura variabile. Come optional sulla versione base e di serie su SP e SP2, si aggiunge finalmente il cambio con quickshifter in salita ed in scalata, reso possibile dal ride by wire.

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Un pacchetto elettronico votato al piacere di guida

L’acceleratore a controllo elettronico è dichiaratamente derivato da quello della RC213V-S, la stratosferica MotoGP stradale Honda. Il pacchetto elettronico di cui dispone la Honda CBR 1000 RR Fireblade 2017 si affida ad una nuova piattaforma inerziale, ed offre numerose funzioni per migliorare sia la guidabilità su strada, sia la prestazione in pista. Sono previste cinque modalità di erogazione della potenza, controllo di trazione su nove livelli e gestione del freno motore su tre differenti step, tutto selezionabile a piacere dal pilota attraverso la strumentazione con pannello TFT. Sulle versioni SP le sospensioni semiattive vengono gestite dalla centralina della moto in tempo reale, tramite tre modalità predefinite (Fast, Enjoy, Safety) e tre definibili dal pilota. Tutti questi cambiamenti non vogliono privare la supersportiva Honda del suo celebre equilibrio dinamico.

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È ancora la supersportiva più amichevole

L’ergonomia è da manuale della progettazione motociclistica, con misure non estreme che semplificano la vita a piloti di tante stature differenti. Anche con poca esperienza, ci si entra in sintonia in tempi ragionevoli: è la magia della Honda. Godibilissima e versatile su strada, in pista la Fireblade è ancora più precisa e svelta, nonostante la gomma posteriore da 190/50. Il motore ha guadagnato grinta agli alti regimi, sacrificando giocoforza un po’ di fluidità ai bassi e di tiro ai medi. Il cambio è eccellente, con il quickshifter in linea con la migliore concorrenza, mentre il traction control è morbido nel funzionamento e coerente con le regolazioni scelte dal pilota. Il quadro generale mette in luce una moto veloce, inficiata però da alcune lacune. Nello specifico, l’anti-wheeling entra in contrasto con il traction control favorendo troppo le impennate nelle regolazioni più “libere”, mentre l’ABS in pista è un po’ invasivo.

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Arrivano le sospensioni semi attive moderne

La versione SP, rigorosamente omologata per il solo guidatore, spinge il livello globale della prestazione ancora più in là. La sua esclusiva principale sono le sospensioni semi attive, che permettono di affinare la propria guida in pista passo dopo passo, intervenendo per obiettivi e non per clic dei registri. Anche senza esperienza in termini di regolazione delle sospensioni, i piloti amatoriali possono intervenire sulle aree meno convincenti del set-up, interfacciandosi direttamente con il display e cucendosi la moto addosso. La nuova frenata Brembo è poderosa, vicina ad un impianto da gara e priva di fenomeni di fading, ma ci vorrebbe un ABS interamente disinseribile. In ogni caso, Honda CBR 1000RR SP permette di andare fortissimo con un impegno psicofisico limitato rispetto alla concorrenza.

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Con la SP2, le prestazioni della superbike si spingono oltre

Nel tardo 2017 si fa strada nel listino anche la SP2, punto di partenza per la preparazione dedicata al mondiale Superbike. Questa speciale versione è dotata di raffinatezze nella ciclistica e nel propulsore. La novità più evidente è rappresentata dai cerchi Marchesini forgiati. Impreziositi dal disegno a 7 razze, questi sono più leggeri del 18% all’anteriore e del 9% al posteriore. Riguardo alla meccanica, è presente una testata dotata di valvole di aspirazione e scarico maggiorate nel diametro rispettivamente di 1 e 1,5 mm, con un angolo d’incrocio atto ad aumentare la cavalleria. La forma della camera di combustione, così come delle valvole, è più efficiente e le candele sono più lunghe. I pistoni guadagnano un trattamento termico che rinforza l’area di accoppiamento al piede di biella, a sua volta dotato di uno spinotto alleggerito. Comprensibilmente, i controlli elettronici sono ereditati dalla SP, ma ricalibrati a favore dell’uso in pista.

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L’ultimo valzer per Kentucky Kid

Nonostante i tanti miglioramenti nel progetto CBR, le competizioni mondiali non hanno sorriso alla Honda M.Y. 2017, se si esclude il grande successo nella stagione Endurance 2017-2018. Il lutto per la perdita di Nicky Hayden ha condizionato in modo pesante il 2017 in Superbike, ma nei due anni seguenti nessun pilota Honda è riuscito a conquistare il podio nella classe regina. Tutto questo nonostante la presenza di team importanti e di sponsor di altissimo profilo. Per la casa di Tokyo, la riscossa continua a farsi attendere.

Rimani sintonizzato! Continua nella [quarta parte]

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Foto: Hondanews, Getty

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