29 Luglio 2021

Jonathan Rea fedele alla linea: “Ovviamente resterò in Superbike”

Dopo aver rinfocolato le voci Petronas Yamaha in MotoGP nel week end di Assen, Jonathan Rea adesso sostiene che nel 2022 resterà dov'è.

Superbike, Jonathan Rea

Jonathan Rea tentato dalla  MotoGP 2022? Dopo il fantastico tris di Assen è lo stesso sei volte campione del mondo a fugurare i dubbi: “Ovviamente resterò in Superbike, ho un contratto pluriennale con Kawasaki”. Okay, ma se è così, il “mai dire mai” proferrito dallo stesso Cannibale nel week end olandese come si spiega?

Fra il dire e il fare… 

Jonathan Rea lo scorso anno ha firmato con Kawasaki un accordo a vita. Cioè: non c’è una data di scadenza, ma una serie di clausole di uscita a favore del pilota. Che  può smettere quando gli garberà: a fine di quest’anno, il prossimo o magari nel 2023. Ma Jonathan Rea può liberarsi anche in caso di offerte dalla MotoGP. Quindi, per contratto, il 34enne nordirlandese sarebbe disponibile. Ma fra il dire e il fare ci sono di mezzo tante cose: l’ingaggio principesco che percepisce, i premi gara e campionato, l’extra bonus per correre la 8 Ore di Suzuka, una somma a sei zeri. Inoltre Kawasaki gli offre anche una prospettiva per il fine carriera: da testimonial, direttore dei programmi corse, o chissà che cosa. Un personaggio del suo blasone, ma soprattutto un uomo della sua intelligenza, starebbe bene dovunque. I giapponesi lo sanno bene. Quindi portare via Rea dalla Kawasaki Superbike intanto costerebbe un mare di soldi.

Questioni tecniche

Poi ci sono gli aspetti tecnici. Jonathan Rea da questo punto di vista è trattato come un principe. Dal 2015 è al centro di tutte le attività di sviluppo del progetto Ninja: sulla ZX-10RR non si cambia una vite prima che il campionissimo abbia dato il suo placet. E’ difficile, per non dire impossibile, pensare ad un Rea in MotoGP da “semplice” pilota satellite. C’è anche il discorso squadra. Sempre dal 2015, cioè da quando è in Kawasaki, Jonathan lavora con lo stesso identico gruppo. Non solo il capo tecnico Pere Riba o  responsabile  dell’elettronica Davide Gentile, nel suo box tutti sono importanti, dal primo all’ultimo. In sette anni di battaglie si è creata un clima di fiducia incredibile, ecco perchè Rea ogni volta esce dalle difficoltà più forte di prima. Portarlo via da lì significherebbe dover prendere anche parecchia gente al seguito.

Quelle voci che tutti alimentano 

E allora quel “mai dire mai alla MotoGP” dato in pasto ai media nel week end olandese che senso aveva? Facile: le voci vengono alimentate perchè fanno il gioco di tanti. In primis della Dorna: la top class è ferma da oltre un mese, e in assenza di “azione”, serve qualcosa per tenere alta l’attenzione. Non è un caso che entrambi i siti del promoter, Superbike e MotoGP, abbiano amplificato le cinque-parole-cinque di Rea. Ma anche lo stesso pilota ci marcia, perchè l’interesse lusinga e fa alzare il valore. Nel febbraio 2020, a Phillip Island, venne fuori che Rea sarebbe potuto interessare alla Ducati MotoGP. Lui, davanti ai microfoni, si guardò bene da smentire, anzi usò gli stessi toni sibilinni di adesso, alimentando le voci. Ma, nelle stesse ore, nell’ufficio Kawasaki nel paddock il suo manager stava risolvendo gli ultimi dettagli per l’accordo “a vita” con Kawasaki.

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Foto: Silvio Tosseghini

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5 commenti

  1. FRA 1988 ha detto:

    Sarebbe molto affascinante se la Kawasaki tornasse in Motogp con Rea come pilota. Non lo vedrei in un altro team è un simbolo come Bayliss o Fogarty per la Ducati corse.