25 Febbraio 2018

Superbike Phillip Island, Marco Melandri: “Ero incazzato nero, ora me la godo”

La Ducati torna in vetta al Mondiale dopo sette anni. Le parole del trionfatore d'Australia

Marco Melandri non firmava una doppietta da Jerez 2014, l’ultimo anno con l’Aprilia in Superbike. La Ducati non saliva al vertice del Mondiale da sette anni, cioè dall’ultimo titolo iridato di Carlos Checa. E’ anche la prima volta che la Panigale guarda tutti dall’alto in basso, compreso  il Cannibale Jonathan Rea. (qui la cronaca di gara 2). Appena sceso dal podio Marco Melandri parla con il solito filo di voce. Neanche sudato. Come se sbancare Phillip Island fosse la cosa più normale del mondo…

<<Sabato quando hanno deciso di fare il flag to flag mi sono incazzato di brutto. Avevo lavorato tre giorni per essere veloce nella seconda parte di gara, e mi vedevo sfuggire l’opportunità di sfruttare il lavoro che avevamo fatto. Ma invece di piangermi addosso ho capito che dovevo mentalmente accettare la situazione, convincermi che non sarebbe cambiato niente. Nel warm up abbiamo provato qualcosa di nuovo per essere veloci anche a gomme nuove. E abbiamo fatto centro.>>

C’erano davvero problemi di sicurezza?

<<Ma quale sicurezza! Io non ho visto gomme esplodere, ma semmai blisterare. Dipende da mille fattori, i piloti vanno in pista aggressivi e rovinano le gomme. Quando succedeva a me dicevano che era colpa del mio stile di guida. Non hanno mai pensato di aiutarmi con il flag to flag. Ho chiesto almeno che non rovesciassero la griglia, farmi partire in terza fila è stato il massimo. Ma alla fine è andata bene anche così.>>

Che gara è stata?

<<Molto diversa dalla prima, perchè in dieci giri tanti potevano essere veloci, hanno capito di avere un’opportunità e si buttavano dentro a vita persa. E’ stata dura e pericoloso. Il pit sto è stata la preoccupazione minore.>>

La terza fila non è stata un gran problema…

<<In partenza ho rimediato bene, però mi sono un po’ piantato alla prima curva. Là in mezzo c’era una gran confusione, Camier per un pelo non mi ha centrato>>

Beffare Rea in volata era il piano?
<<Quando il potenziale tecnico me lo permette, riesco a pensare molto in gara. A cinque giri dalla fine ho capito che me la sarei dovuta giocare con Fores e Rea. Poi Fores ha fatto un piccolo errore al tornantino Honda, il vento spingeva forte da dietro e lì era facile sbagliare. Rea sapevo di non poterlo attaccare in frenata, lui era molto forte e io non avevo la stessa confidenza di sabato. Per provare a passarlo rischiavo di perdere posizioni. L’ultima curva mi riesce bene, porto fuori molta velocità. Poi ho pensato che con il vento contrario ci sarebbe stata la possibilità. E’ andata come avevo previsto.>>

Vai in Thailandia al comando del Mondiale. E adesso?

<<Adesso mi riposo un po’, poi andrò in Ducati per capire come possiamo essere veloci anche su una pista completamente diversa. Non sarà facile, siamo appena all’inizio. Però intanto me la godo.>>

Superbike Phillip Island Cronaca e risultati di gara 2

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