23 Agosto 2023

Moto2, Francesco Mongiardo “È tosta, mi motiva ancora di più”

Francesco Mongiardo sta vivendo un primo anno nell'Europeo Moto2 ricco di cambiamenti e novità. Come sta andando? L'intervista.

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Ha chiuso il 2022 da campione nel Trofeo Aprilia 660, Francesco Mongiardo ora è concentratissimo sul percorso nell’Europeo Moto2. Un bel salto per il 18enne di Segrate, il ‘più esordiente’ del Team Ciatti-Boscoscuro, che s’è dovuto confrontare con tantissime novità. A Barcellona è arrivato un primo risultato interessante, ovvero la prima top 10, ma Mongiardo punta ad arrivare ben più in alto. Negli ultimi due mesi s’è trasferito in Spagna, rivoluzionando quindi abitudini e preparazione proprio per migliorarsi ancora di più, spinto dalla determinazione a raggiungere i risultati a cui aspira. Ma come considera finora il suo 2023? Questo e molto altro nella nostra intervista.

Francesco Mongiardo, come sta andando il tuo primo anno nell’Europeo Moto2?

Diciamo che è stato sicuramente un bell’impatto, da subito pensavo non fosse facile ma credevo di fare un po’ meglio. Avevo delle aspettative un po’ più alte che sono state subito stroncate. Quando arrivi là ti rendi conto che il ritmo è differente rispetto all’Italia, come anche il tipo di lavoro. Serve quindi cambiare qualcosa ed io ho avuto questa opportunità di trasferirmi a Valencia.

Raccontaci questo cambiamento.

Sono partito dall’Italia lo scorso 17 giugno ed ora vivo a 5 km dalla pista di Valencia. Faccio parte della scuola di José Estarlich, il mental coach che ha seguito anche Jaume Masia, Alonso Lopez, Hector Garzo ed altri. Io sono l’unico italiano lì, ma mi fa piacere perché non è facile entrare in queste scuole.

Come ti stai trovando?

È tutto molto diverso: in Italia fai fatica ad allenarti con piloti importanti, in Spagna invece è tutto più naturale. Mi hanno accettato subito nel gruppo e ci alleniamo tutti insieme, con clima e serenità ben diversi. Giro con piloti come Masia o Lopez, non esordienti ma persone che hanno ottenuto podi nel Mondiale: riuscire a confrontarsi con persone di ben maggiore esperienza ti permette di migliorare molto più rapidamente.

Francesco Mongiardo, ti sei accorto anche dei difetti su devi lavorare di più?

Ce ne sono tanti. Se ti alleni da solo può capitare di non avere il giusto ‘stimolo’ per essere costante nella preparazione, adesso invece affronto le cose in maniera differente. Mi mancava anche allenarmi con qualcuno: in Italia c’è tanta competizione in questo senso e può succedere che non ti chiamino più se raggiungi un certo livello. Qui invece ci sfidiamo sempre! Il programma è di tre allenamenti al giorno: bicicletta o corsa la mattina presto, poi ci alleniamo in moto, infine per le cinque andiamo in palestra. Sto anche lavorando molto sull’aspetto mentale, che fa una grande differenza.

Ti condizionava?

Tantissimo! Io sono una persona molto emotiva. Un esempio: sono al box, mi sto mettendo il casco e magari sento il meccanico che parla di un problema. È finita, sono già nel panico! Mi innervosisco molto facilmente. Adesso ci sto lavorando 5 giorni su 7, prima o poi arriva quel primo risultato che ti fa capire che è la strada giusta.

Come hai detto, ora ti alleni con piloti di peso. C’è qualcuno in particolare che ti ha colpito?

Devo dire che quando sono arrivato non ero veloce come adesso, sono migliorato più di quanto mi aspettassi. Siamo un gruppetto di 4-5 ragazzi, ma devo dire che sono entrato più in sintonia con Masia, “Jimmy” come lo chiamo io. Un pilota incredibile con la 600, va fortissimo! Mi colpisce soprattutto il fatto che riesce ad essere velocissimo non appena entra in pista. Gli ho anche chiesto come ci riesce ma ormai gli viene così, è diventata un’abitudine.

Francesco Mongiardo, guardiamo alla tua stagione nell’Europeo Moto2. Quali sono state finora le maggiori difficoltà?

Ho un pacchetto tecnico completamente differente, è cambiato il metodo di lavoro, ma soprattutto uno dei grandi problemi è il ritmo, c’è uno scalino da fare. Devo poi assimilare le piste che non conosco, oltre appunto alla moto nuova, continuando a fare chilometri, finché non arrivo ad una base da cui partire. Devo ancora trovare un buon metodo di lavoro. Giovedì sistemo le cose, venerdì inizio a lavorare, sabato ingrano e domenica cerco il risultato. Dovrei invece iniziare a lavorare dal giovedì, per ottenere un risultato importante già sabato e poi cercare qualcosa di più domenica.

Da dire anche che hai fatto un salto notevole sul lato tecnico.

In Italia ho vinto il Trofeo Aprilia RS660, ma quel livello è molto diverso: come passare da un computer giocattolo ad uno professionale, con mille impostazioni in più. Pure Max Toth, che ha vinto assieme a me, non è esploso, anzi sta facendo fatica. Alla fine si tratta di inesperienza in questo campionato tra moto, circuiti, condizioni… Nel 2022 se andavo male ero 3°, quindi andavo sempre via col sorriso, mentre qui è tutto diverso. È un campionato tosto e quest’anno il livello si è alzato ancora di più. Se guardiamo i tempi, col tempo che ho fatto a Jerez nel 2022 sarei partito 4°, quest’anno invece mi sono ritrovato 16°! Devo fare ancora più fatica, ma questo mi dà ancora più voglia e motivazione: fare bene in un anno difficile vuol dire riuscire a fare qualcosa di buono.

Abbiamo citato le difficoltà, come lati positivi invece cosa evidenzi?

A me piace tanto lavorare e non sono uno che lascia le cose al caso. Quello che mi è parso da subito facile è stato il lavoro con la squadra. Mi è andata anche molto di fortuna: Andrea [Viviani, il suo capotecnico e telemetrista di Alonso Lopez], è veramente straordinario, non avevo mai avuto un capotecnico così e penso che l’abbiano avuto in pochi. Il tipo di lavoro quindi ha funzionato da subito e riesco a capire subito la moto. Non mi è mai capitato di uscire e non sapere cos’era successo: questo è un mio punto a favore, devo solo riuscire a sfruttarlo.

Francesco Mongiardo, quali sono stati i circuiti migliori per te? Ed i peggiori?

I primi due alla fine non li posso contare. Estoril l’avevo visto nei test dopo nove mesi che non toccavo una moto, quindi da nulla alla Moto2. Diciamo che è andata bene come apprendimento. A Valencia invece ho avuto un problema alla schiena, quindi è andata anche quella com’è andata. Jerez è una pista che mi è piaciuta molto fin dal primo giorno. Portimao invece mi ha messo parecchio in crisi, la pista è parecchio complicata, poi ho avuto anche la disgrazia di partire dalla pit lane [un problema alla moto prima del warm up lap]. E non mi chiamo Pedro Acosta [risata]. Ma comunque non è andata così male, ho chiuso 13° ma con il 6°-7° tempo della gara.

A Barcellona si sono visti passi avanti.

Avevamo probabilmente il miglior potenziale, ma parto sempre nel modo sbagliato… In Gara 1 sono arrivato 7° ma con i tempi dei primi 4! Mi è mancato però il ritmo nella prima metà di gara, me l’hanno fatto notare anche i ragazzi del team e Luca Boscoscuro. In Gara 1 invece ho avuto problemi col caldo e la gomma posteriore: ero 8° fino al penultimo giro, poi ho corso un grosso rischio e ho chiuso 11°. Non male, ma 7°-8° mi sarebbe piaciuto di più.

In questo round prima della pausa però hai conquistato la tua prima top 10, non male!

È un risultato, ma il tuo livello migliora davvero quando scendi al di sotto del secondo di ritardo dal primo. Questo è il nostro obiettivo e ci siamo vicini. Non posso prevedere il futuro, ma visto tutto l’impegno che ci sto mettendo mi aspetto qualcosa di differente da Aragon.

Francesco Mongiardo, come vedi questo appuntamento dopo la pausa?

Faremo dei test la terza settimana di settembre, quindi conoscerò la pista un mese prima della gara e riuscirò a prepararmi prima, a fare quindi un lavoro differente. Non mi aspetto niente, ma dovrò cercare di affrontarlo in maniera diversa a livello di approccio, mi sto impegnando tanto su questo aspetto. Spero di chiudere bene la stagione per poi pensare al 2024 in maniera differente e puntare a fare qualcosa di meglio.

Avete ora la pausa fino ad ottobre, un po’ troppo lunga?

Diciamo che mi dà un po’ rabbia non riuscire a salire in moto tanto quanto il Mondiale. Dall’altra parte però ho ancora tanto tempo per lavorare ed arrivare veramente pronto al test di Aragon, magari sorprendendo anche la squadra. È una pausa che forse spezza un po’ il ritmo, ma ho tempo per lavorare sui miei problemi. Ma non manca tanto, tra due settimane vado a provare con la mia bambina: mi manca, non vedo l’ora!

Contando la tua diversa esperienza rispetto a tanti altri piloti nella categoria non ti stai comportando male, no?

Chiaramente cerco sempre di fare del mio meglio, ma non mi posso lamentare e so che ci metto sempre il massimo impegno. Né Luca Ciatti né Luca Boscoscuro comunque hanno avuto da ridire, anzi mi hanno detto che a volte si aspettavano di peggio. Ma sono contento perché si sono accorti del mio impegno e della voglia di fare bene. Ci mancava davvero poco in gara a Barcellona, ma anche in qualifica comunque ho chiuso a 35 millesimi da Mattia Rato, che adesso ha l’occasione nel Mondiale. Ero poi a 7 decimi da Alberto Surra, mio compagno di squadra anche lui nel Mondiale.

Francesco Mongiardo, ti sei fissato un obiettivo da raggiungere entro fine stagione?

Io mi aspetto tanto: la top 7 in qualifica sarebbe un passo avanti importante, punto poi a stare nei primi 5 in gara per concludere bene la mia stagione. Ci sto mettendo tanto impegno, anche quando sono da solo, e punto quindi a fare molto bene.

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