26 Marzo 2022

Christian Napoli: “L’Endurance? Bello e gratificante”

Dal 2016 impegnato nel FIM EWC, Christian Napoli correrà nuovamente con il team Energie Endurance 91 a partire dalla 24 ore di Le Mans. In questa intervista la sua storia e perché ha scelto proprio le competizioni motociclistiche di durata.

Christian Napoli: "L'Endurance? Bello e gratificante"

Dal Bol d’Or 2016, Christian Napoli è presenza fissa del Mondiale Endurance FIM EWC. Parte integrante del team Energie Endurance 91 dal 2019, anche quest’anno affronterà l’intera stagione della classe Superstock in sella ad una Kawasaki Ninja ZX-10RR a cominciare dalla 24 ore di Le Mans del 16-17 aprile prossimo. Un evento che sancirà il suo ritorno in pista dopo il brutto infortunio rimediato lo scorso mese di settembre.

Anche se non si direbbe, in questo periodo mi sto portando un po’ dietro degli strascichi della caduta del Bol d’Or, in quanto non è stato un infortunio da poco“, spiega Christian Napoli. “Ho ripreso ad allenarmi dopo esser stato fermo per 4 mesi e, per il prolungato periodo di inattività, mi si è infiammato un ginocchio. Ho cambiato il modo di allenarmi perché sulla preparazione fisica voglio esser sempre al 200 %. Mi piace affrontare una 24 ore restando lucido fino all’ultim’ora. Se la squadra mi chiede di effettuare un doppio stint, non dico mai di no, non voglio farmi trovare impreparato. Per questo mi alleno sempre tanto e chi non fa l’Endurance, questo non lo può capire. Un conto una gara sprint di pochi giri, un conto una 24 ore: devi prepararti a dovere“.

In questi anni ti sei affermato tra i migliori “starter” dell’Endurance: nella corsa alla partenza, sei quasi sempre il primo a raggiungere la tua moto. Verrebbe da dire ti prepari bene anche in questo…

A dire la verità non c’è un segreto particolare, anche se forse è un qualcosa che mi porto dietro da quando ero ragazzino. Inizialmente giocavo a calcio ed ero velocissimo nella corsa, poi quando in famiglia ci siamo trasferiti a Formia, nelle prove di atletica a scuola mi avevano mandato al CONI per disputare i campionati nazionali da centometrista. Ricordo che conclusi quarto i campionati nazionali nella mia categoria… Sarà per questo che nello sprint sono sempre stato una furia!“.

Tornando al FIM EWC, quest’anno proseguirai con il team Energie Endurance 91, immagino ti trovi bene con questa squadra…

Sì, sono con loro dalla 8 ore dello SlovakiaRing del maggio 2019, ci siamo trovati bene e continueremo questo percorso insieme. In equipaggio ci sarà nuovamente Martin Choy, con Pawel Szkopek che ha formalizzato l’accordo con il team nelle scorse settimane. In questo periodo stanno lavorando nella preparazione della nuova Kawasaki ZX-10RR, molto diversa rispetto al precedente modello, pertanto per un piccolo-medio team ci vuole del tempo per allestire tutto. Per questo non è stato ancora possibile effettuare delle prove, ma li faremo in occasione dei Pré-Test di Le Mans del 29-30 marzo“.

Immagino per voi l’obiettivo sia quello di conquistare un podio insieme. Tu hai concluso 2° di classe Superstock alla 12 ore di Estoril quando il team non era presente e hai corso con AvioBike, mentre Energie Endurance 91 ha centrato il podio lo scorso ottobre a Most quando eri fuori gioco per l’infortunio del Bol d’Or…

Sì, abbiamo anche scherzato in squadra per questa curiosa coincidenza. In ogni caso, e sono sincero, quando hanno conquistato il podio a Most quel risultato è come se l’avessi fatto anche io. Quando sono entrato a far parte di questa squadra mancavano un po’ di cose. Ho portato con me un sospensionista, ho dato dei consigli senza screditare nessuno, questo ci ha permesso di lavorare bene e di crescere insieme. Mi hanno sempre assecondato e c’è massima trasparenza: mi coinvolgono in qualsiasi decisione, ci tengono a sentire la mia opinione, dentro e fuori la pista. Questo è gratificante, quando corri con un team che ha fiducia in te e ti fa sentire importante è bello, mi carica! Dopo il podio di Most, la prima cosa che la squadra ha fatto è stata una videochiamata dicendomi “Questo podio è per te!”. Per queste ragioni sento il risultato un po’ mio: chiaramente mi è dispiaciuto non esserci, ma ero molto felice per tutto il team“.

A titolo personale, il podio di Estoril 2020 resta il tuo ricordo più bello nell’Endurance o c’è un altro episodio particolare?

Per il podio, sì. Ma sono molto pignolo… In quella gara, così come a Most, c’erano poche squadre e diversi team importanti avevano saltato quella trasferta. Inoltre non era stata la mia miglior prestazione. Sentivo di non aver dato tutto me stesso, in quanto eravamo saldamente sul podio e la pressione di non voler rovinare tutto mi ha fatto correre più conservativo in termini di tempi sul giro. Per questo, parlando di prestazioni, la mia gara più bella è stata la 24 ore di Le Mans 2021. Ho viaggiato forte per tutto l’arco della corsa ed eravamo quarti di classe Superstock. Poi, nel corso dell’ultim’ora, è successo di tutto: la batteria che si fonde e l’incidente di mio fratello Federico a causa di un altro pilota… Questo mi ha lasciato tanto amaro in bocca, ma in termini di performance è stata la mia gara più bella“.

Nell’Endurance sei ormai di casa dal 2016. In questa specialità, ti resta ancora un sogno da concretizzare?

In termini di risultati, il mio obiettivo resta quello di conquistare un podio ad una 24 ore. Che sia Le Mans, Spa o al Bol d’Or, non fa differenza. Un podio ad una 8 o 12 ore è sicuramente importante, ma in una 24 ha tutto un altro spessore. Parlando invece di desideri, ho sempre sognato di correre un giorno la 8 ore di Suzuka. Non è facile per svariate ragioni, ma sto lavorando per far sì che si possa presentare questa opportunità in futuro“.

Sei un pilota molto attivo sui social. Recentemente su Instagram hai chiesto consigli per celebrare quest’anno il 100° anniversario del Bol d’Or: hai qualche idea in particolare?

Ho una mezza idea, ma volevo vedere se qualcuno condivide questo mio pensiero o ha qualche idea più creativa, così da farci un pensiero. In ogni caso ci tengo, voglio fare qualcosa per celebrare i 100 anni del Bol d’Or, per tre ragioni. Le Castellet è il circuito dove sono sceso per la prima volta in pista, resta il circuito che mi piace di più, ma contestualmente è il tracciato che mi ha fatto più male per via dell’infortunio del 2021“.

Evidentemente non sei scaramantico…

Assolutamente no! Non sono mai stato superstizioso. Le Castellet resta il mio circuito preferito anche se sono caduto alla Signes, l’unica curva dove mai sarei voluto cadere e nella modalità peggiore possibile: highside a causa di un improvviso scroscio di pioggia, il tutto ad altissima velocità arrivando dal lunghissimo rettilineo del Mistral. Ma sono fatto così: ho già dimenticato tutto, 2-3 giri e passa la paura!“.

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