18 Settembre 2023

Bol d’Or: Il sogno Endurance della Ducati stavolta dura soltanto un’ora

Un anno fa la Ducati aveva sfiorato il trionfo alla 24 Ore più prestigiosa. Denis Sacchetti racconta perchè la rivincita non è andata a segno

Ducati, Bol d'Or

Un anno fa la Ducati era andata ad un soffio dal clamoroso trionfo nella 24 ore del Bol d’Or, la gara mito dell’Endurance Mondiale. La Panigale V4 R gestita dal team satellite Ducati ERC aveva preso il comando delle operazioni in piena notte e ad 80 minuti dalla fine era al comando con due giri di vantaggio. Quando sembrava fatta, un problema alla campana della frizione aveva comportato una lunga sosta al box per la riparazione, costata il quinto posto finale. L’edizione 2023 per la Ducati era piena di nuove speranze, invece sono sfumate dopo neanche un’ora di corsa. Denis Sacchetti, direttore sportivo di Go Eleven nel Mondiale Superbike, ha vissuto l’86° edizione del Bol d’Or nel box Ducati ERC, in veste di”consulente speciale“. L’ex pilota romagnolo ci racconta i retroscena.

“C’era grande fiducia”

Nel 2022 la Ducati aveva dimostrato di potersela giocare anche nell’Endurance. Il livello in questo campionato Mondiale è altissimo, le squadre ufficiali sono davvero al top: hanno esperienza, organizzazione, mezzi. Non lasciano niente al caso. Ducati non vanta la stessa esperienza in questo genere di competizioni, ma sta recuperando terreno velocemente. ERC è una struttura satellite, ma nel frattempo è cresciuta moltissimo, a 360 gradi. Quest’anno sono scesi in pista con un’organizzazione di livello. Le prove erano andate benissimo. Non eravamo veloci solo sul giro secco, ma soprattutto sul passo gara. Eravamo molto fiduciosi.

“Chaz con il mal di schiena, che scatto!”

Davies si è ritirato dal Mondiale, ma è ancora un gran pilota. Purtroppo da tempo soffre di dolori alla schiena, gli stessi che lo avevano tolto di scena nel precedente Bol d’Or dopo i primi turni. Anche stavolta è successo. Sabato mattina è arrivato in circuito “bloccato” e abbiamo pensato di affidare il primo stint a Xavi Fores o David Checa. Ma così avremmo incassato una penalità, in quanto avevamo designato Davies come pilota del primo stint di corsa. Così Chaz si è fatto coraggio e ha stretto i denti. Nell’Endurance la partenza è stile Le Mans, cioè i piloti devono fare un bello scatto per lanciarsi verso la moto, accenderla e partire. Figuratevi lui con la schiena bloccata…”

“Scelta di gomma, abbiamo calato l’asso”

E’ stata una partenza di Bol d’Or complicata anche per le condizioni della pista. Non pioveva più, ma c’era molta acqua in diversi punti. Inoltre Le Castellet sappiamo che è molto lunga ad asciugare. Con la rain saremmo andati sul sicuro, ma eravamo certi che ci avrebbe costretto ad un pit stop molto anticipato. Andare con la slick? Troppo rischio: a parte le zone bagnate, Davies sarebbe partito con 40-50 piloti dietro, non volevamo esporlo al rischio di una scivolata che avrebbe potuto avere conseguenze gravi. Alla fine io e lui abbiamo deciso di andare sulle intermedie. Le Pirelli sono super: siamo partiti conservativi, era undicesimo al primo giro. Ma poi nelle tornate seguenti ha fatto la differenza.”

“Li evavamo fregati”

I top team partiti tutti con le rain (eccetto Yamaha Yart, andata sulle slick con un fantastico Niccolò Canepa, ndr) si sono fermati presto, Davies invece non ha avuto problemi. Sul velocissimo rettilineo del Mistral la gomma rain è sollecitatissima sulla fascia centrale, per questo si sono dovuti fermare quasi subito. Mentre la nostra intermedia al centro è una slick, quindi perfetta in quelle specifiche condizioni. Siamo andati in testa, stava filando tutto alla perfezione.

“Sosta anticipata, poi…”

“Chaz si è fermato due giri di quanto avevamo programmato, perchè ad un certo punto la pista era quasi asciutta e la gomma si stava surriscaldando eccessivamente. Ma tutto il resto era perfettamente in linea con la nostra strategia. Xavi Fores è salito sulla Panigale ed è partito fortissimo. Allo scadere del suo secondo passaggio però l’ha persa irremediabilmente. E’ stato un highside terrificante, Xavi ha preso una botta durissima. La Ducati ha controlli molto invasivi, è difficilissimo incappare in highside. Inoltre, dai dati, abbiamo visto che la linea di Fores era perfetta, come le altre volte. Presumiamo abbia trovato qualcosa sull’asfalto, forse una chiazzetta d’umido. Si è ferito il ginocchio e il piede destro. Non è stato in grado di riportare lui la moto al box”.

“Volevamo ripartire”

“Se il pilota è impossibilitato, la moto viene riportata nel box dai commissari, su un carrello. Nel nostro caso ci hanno messo parecchio tempo. Ma nonostante tutto volevamo ripartire, infatti i meccanici hanno cominciato a riparlarla, velocissimi. Però mentre stavano assemblando i pezzi nuovi, hanno scoperto un problema sul telaio, che avrebbe potuto pregiudicare la sicurezza. Così abbiamo deciso di ritirarci.”

“Cosa ci manca per vincere”

“Il fattore è l’esperienza: abbiamo di fronte strutture che corrono l’Endurance da decenni e sono preparatissime ad ogni evenienza. Questa, in ottica futura, è una falla che dobbiamo colmare. Inoltre i nostri piloti si lamentano della potenza, perchè sul dritto Honda, Suzuki e Yamaha ne hanno di più. Pare impossibile che manchino cavalli, parlando di una Ducati Panigale V4 R. Ma per resistere 24 Ore il nostro motore non viene sfruttato al massimo, gira ad una soglia prudenziale. Forse per giocarsela alla pari bisognerebbe osare di più, ma già così siamo molto competitivi. Non so se nel 2024 sarò di nuovo coinvolto nei programmi Endurance. Però questo mondo è bellissimo, al Bol d’Or c’è un pubblico da paura. Avessimo le stesse presenze nel Mondiale Superbike, faremmo bingo…”

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