11 Agosto 2021

Suzuki rinasce nel BSB con Kent ed uno sviluppo continuo

La Suzuki nel British Superbike è tornata sul podio in Gara 3 a Thruxton con uno scatenato Danny Kent, ma lo sviluppo della GSX-R 1000 non si ferma qui.

Suzuki

Dal lancio della nuova GSX-R 1000 registratosi nel 2017 (con nuova fiche d’omologazione L9 nel 2019 con il pivot regolabile del forcellone), l’impegno Suzuki nel British Superbike è sempre stato enigmatico. A più riprese, non si è seriamente compreso quali siano le effettive intenzioni della casa madre. Completamente disinteressata al Mondiale Superbike, Suzuki ha visto nell’Endurance e nel BSB due palcoscenici per promuovere la Gixxer di nuova generazione. D’altro canto, spesso oltremanica i programmi e risultati conseguiti hanno lasciato a desiderare. In questo 2021, la casa di Hamamatsu ha ridato nuova linfa al progetto BSB, ottenendo a Thruxton la prima soddisfazione stagionale con uno scatenato Danny Kent salito sul podio di Gara 3.

ALTI E BASSI

Se vogliamo, la presenza Suzuki nel BSB dell’ultimo lustro è stata schizofrenica. In una serie dove ha conquistato memorabili successi con i team TAS e (soprattutto) Crescent, dal 2017 ha deciso di affidarsi esclusivamente al team Hawk Racing di Stuart e Steve Hicken. Un team di comprovata esperienza che ha gestito e condotto al successo Kawasaki e BMW in passato, ma che in determinate circostanze non ha propriamente rispettato le attese. Il debutto problematico del 2017, annoverando nella propria line-up persino un Campione del Mondo e referente della casa madre come Sylvain Guintoli, lo dimostra. Ancor più i numerosi problemi tecnici registratisi una gara sì e l’altra pure in queste ultime stagioni, con soltanto exploit isolati di Bradley Ray e Kyle Ryde a salvare il bilancio.

FOGLIO BIANCO

Questa problematica situazione ha comportato una rivoluzione nei programmi dell’ultimo biennio. Non più appetibile per top riders (né tantomeno per trattenere un proprio prodotto come Bradley Ray), si è puntato su piloti in cerca di riscatto. Questo il caso di Kyle Ryde e Keith Farmer nel 2020, se vogliamo anche di Gino Rea (già sostituto dell’infortunato Farmer nel corso della passata stagione) e Danny Kent in questa stagione. Piloti smaniosi di voler dimostrare qualcosa, affamati di successo, pertanto gerando una pressione in meno all’interno del box. Da un foglio bianco, si è ripartiti in questo 2021 rafforzando il legame con il Giappone. Tutti gli aggiornamenti non passano più attraverso Yoshimura (che si fa sempre carico degli sviluppi tecnici), bensì portano la firma “Suzuki Motor Corporation“.

SVILUPPI

Sviluppi, nota a margine, senza badare a spese. Si parte da una nuova specifica di propulsore, sviluppata per migliorare l’erogazione di una moto che ha sempre fatto fatica a scaricare tutta la cavalleria a terra e, fino allo scorso anno, era accreditata come la più potente del lotto. Da quest’anno inoltre la GSX-R dispone di un (costosissimo) forcellone Suter, scelto per risolvere una criticità del passato: usura degli pneumatici sulla distanza di gara.

RISULTATI

Una serie di miglioramenti approntati per rendere la GSX-R 1000 una moto competitiva nel BSB, rinfrancati dai primi risultati raggiunti. Se il weekend Brands Hatch, tra una fumata e l’altra, è stato un disastro, a Thruxton il team Buildbase Suzuki ha avuto tutte le ragioni di festeggiare. Un ritrovato Danny Kent sul terzo gradino del podio in Gara 3 disputatasi in condizioni particolari, il rientrante Luke Stapleford (sostituto dell’infortunato Tim Neave) due volte a podio ed in corsa per la vittoria nella Superstock 1000. Adesso si arrivata a Donington Park dove tutta la squadra si è mostrata fiduciosa di poter ripetere se non questi risultati, quantomeno le performance espresse. Aspettando piste favorevoli, vedi Silverstone, dove storicamente le GSX-R 1000 vestite Buildbase volano.

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