16 Settembre 2022

Alex Gramigni si racconta “Non ho rimpianti, ma se non avessi lasciato Aprilia?”

Alex Gramigni ripercorre la sua carriera. Il pilota toscano ha fatto vincere all'Aprilia il primo titolo mondiale. Poi andò in Gilera e la storia cambiò.

Alex Gramigni, Luca Cadalora, Valentino Rossi

Un viaggio nel passato, fino a fine anni ottanta e primi anni novanta quando un ragazzino toscano si faceva spazio tra i tanti romagnoli. Alex Gramigni nel 1992 regalò all’Aprilia il suo primo titolo mondiale vincendo nella classe 125. Batté Fausto Gresini in sella ad una Honda.

Alex Gramigni, una lunga carriera

“Praticamente ho iniziato partecipando all’Europeo nel Team Italia con Aprilia – racconta il ‘Gram’ – Nel 1988 e 1989 mi sono classificato secondo poi sono approdato al Mondiale 125. Nel 1990 ho conquistato il mio primo podio, l’anno dopo la prima vittoria e nel 1992 ho vinto il Mondiale”.

C’è un episodio particolare che è rimasto scolpito nei tuoi ricordi?

“C’è un momento triste, quando mi sono fatto male mentre ero in testa al Mondiale. Mi sono rotto tibia e perone e in quell’istante ho pensato che i miei sogni fossero destinati a svanire. Non è stato così. Mi sono ripreso in fretta, la moto andava molto bene, eravamo competitivi, le ultime gare stagionali sono andate bene ed abbiamo vinto il campionato”.

Ti brillano ancora gli occhi ripensano al titolo…

“Sì, sono cose belle e rimangono nel cuore. Poi ho continuato: ho corso in 250, 500 e in Superbike però non ho più ottenuto dei risultati di rilievo”.

Guardando al tuo passato hai dei rimpianti?

“No perché ogni scelta l’ho fatta io, nel bene e nel male. Poi è normale commettere degli errori, fa parte della vita. Ad esempio nel 1992 ho lasciato Aprilia e sono andato in Gilera, poi la moto di Noale è migliorata tanto e Biaggi ha vinto 4 Mondiali. Se fossi rimasto li avrei potuti vincere io? Non so lo perché Biaggi comunque era molto forte, più bravo di me. Non ho rimpianti e sono contento della mia carriera”.

Che clima si respirava nel paddock negli anni novanta?

“Una volta si faceva gruppo, si andava anche in vacanza insieme tra una gara e l’altra. Tra italiani eravamo molto legati poi in gara ovviamente ognuno pensava per sè. Ero amico di Capirossi, Reggiani, Cadalora, Gianola, Casoli ma in generale di tutti gli italiani. C’era una bella atmosfera”.

Oggi non è più così?

“Ora è tutto un po’ più professionale: ci sono i contratti con gli sponsor, i social e si cerca visibilità. E’ cambiato il mondo, la realtà quotidiana e per forza di cose anche il motociclismo”.

Continui a frequentare l’ambiente motociclistico?

“Sì, per lavoro e per passione. Sono rimasto legato a Yamaha perché ho corso negli ultimi anni della mia carriera ed ho fatto il collaudatore per quasi vent’anni. Aprilia ce l’ho nel cuore perché mi ha fatto entrare nel mondo delle moto. Ora faccio dei corsi ed ho un’aziendina: stiamo lavorando per fare una scuola e varie cose assieme ad Aprilia”.

Aprilia quest’anno ha riproposto la livrea del Mondiale 125 per festeggiare i 30 anni dal primo titolo. Cosa hai provato?

“Mi piace molto, è bellissima e mi ha fatto veramente piacere”

Foto: alexgramigniproject

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