29 Aprile 2015

La lunga storia di Fabrizio Pirovano, l’americano della Brianza

Guardate la foto qui accanto: non è uno stuntman, neanche un fotomontaggio. E’ Fabrizio Pirovano che festeggia il trionfo nella 200 miglia Superbike a Misano. Era il 1988 e l’asso della Yamaha sfiorò la conquista del titolo Mondiale con la FZ-R che vedete: sella larga, manubrio alto, l’icòna della vera Superbike, la moto da strada […]

1988, Misano: Fabrizio Pirovano festeggia il trionfo nella 200 miglia SBK

Guardate la foto qui accanto: non è uno stuntman, neanche un fotomontaggio. E’ Fabrizio Pirovano che festeggia il trionfo nella 200 miglia Superbike a Misano. Era il 1988 e l’asso della Yamaha sfiorò la conquista del titolo Mondiale con la FZ-R che vedete: sella larga, manubrio alto, l’icòna della vera Superbike, la moto da strada adattata alla pista. Pirovano, 182 gare e 10 vittorie iridate, è stato anche il Re di Monza: quattro trionfi, nel 1990 e ’92. Di recente era diventato  istruttore di guida per i corsi “sport”. A scuola dal professor Piro, l’americano della Brianza.

1988, Fabrizio Pirovano 2° nel Mondiale SBK con Yamaha fatta in ..casa

PIROSHOW– Adesso fare spettacolo a fine gara è normale, a fine anni ’80 le gag di Fabrizio Pirovano sembravano roba da marziani. La più incredibile era quando saliva in piedi sul sellino, ma Piro regalava anche impennate pazzesche in ginocchio sul serbatoio, in piedi su una pedana, cose così. I campionissimi di allora lo guardavano con invidia, perfino Fred Merkel, il primo (doppio) campione Mondiale Superbike: Pirovano era più americano di lui sbocciato sulle spiagge californiane. Fabrizio faceva acrobazie perchè veniva dal motocross. “I miei erano appassionatissimi di moto, un Natale mi regalarono una motina da fuoristrada e mi misi a girare intorno al tavolo del salotto, inseguito da mamma” ricorda. Da allora non è più sceso. Piro vince tutto nelle serie giovanili, arriva alla soglia del Mondiale fuoristrada ma sul più bello si rompe i legamenti di un ginocchio e stop. “Un giorno in piazza a Biassono (paesino della Brianza accanto al circuito di Monza, ndr) gli amici mi chiedono di accompagnarli in pista a Monza. Entro e vado giro tre-quattro secondi più forte di tutti.” Rivelazione. Due anni di serie minori e poi dritto al Mondiale SBK.

Mondiale SBK: Pirovano ha sbancato Monza quattro volte

PIONIERE– Pirovano compra una FZ-R stradale e si fa preparare il motore da Giuseppe “Peppo” Russo, poi diventato uno dei tecnici più famosi del paddock. Fanno tutto in casa, letteralmente: la base del team è nel garage della villetta di famiglia, ai circuiti vanno con un vecchio autobus trasformato in camper e officina. Coordina tutto la sorella Cinzia, la mamma prepara la pasta. “Nella prima edizione dell’88 c’erano già le Case, coi loro team ufficiali: Honda, Ducati, Bimota e Suzuki. Noi facevamo tutto da soli, la Yamaha ha cominciato a darci una mano solo l’anno dopo. Eppure andavamo forte…” Altro che: a Le Mans il Piro parte in fondo allo schieramento. L’asfalto è bagnato, lui monta gomme da asciutto. Mossa da maestro. In pochi giri si asciuga e alla fine Fabrizio li frega tutti. “E’ stata una rimonta incredibile, la gioia più bella della mia vita.” All’ultima gara Pirovano si gioca il Mondiale contro Merkel e Davide Tardozzi, ufficiale Bimota. Anchè lì piove, ma dopo una gara folle il Mondiale sfuma per cinque punti e mezzo. Comunque un’impresa.

Fabrizio Pirovano in un primo piano 1988

MAGO – Pirovano andava forte dovunque ma sul bagnato era praticamente imbattibile. E poi c’era il jolly Monza: li dentro, che fosse asciutto o piovesse, non ce n’era per nessuno. Sempre con la Yamaha domina il GP d’Italia per due edizioni di fila, ’90 e ’92. Sfiora di nuovo il titolo e in sei anni non scende mai sotto la quinta posizione finale. “Il vero guaio è stato che la Ducati in quell’epoca ha sempre avuto forte vantaggio regolamentare, non c’era nulla da fare per gli altri.” Nel ’94, stanco di rincorrere, saluta la Yamaha e ottiene una Ducati. Ma solo satellite. “Avevano attenzioni solo per Carl Fogarty, lui era stella, tutti gli altri comparse. Andava fortissimo, era un grande campione, ma mi sarebbe piaciuto affrontarlo ad armi pari…” Pirovano, per anni “nemico” dei ducatisti, con la bicilindrica bolognese si è sempre sentito separato in casa. Ritrova pieno supporto andando in Suzuki, tramite i buoni uffici del team Alstare. E torna subito a vincere, conquistando la coppa Supersport ’98, embrione del Mondiale delle medie cilindrate nato l’anno dopo. Numero uno a 38 anni.

Fabrizio Pirovano, oggi

UNA VITA  DA CORSA – Pirovano,è stato un gran pilota e da sempre innamorato della moto. Si ritira dal Mondiale, diventa consulente Alstare ma nel 2003 gli torna la voglia e si iscrive alla Suzuki European Cup, il monomarca corollario dei round Mondiali SBK. Strappazza gli avversari per sei stagioni di fila, conquistando l’ultimo successo nel 2008, a 48 anni. “Spesso i dirigenti Suzuki mi dicevano di non scappare subito via, di fare un po’ di cinema…” Volto da eterno ragazzino e fisico minuto, in 40 anni di corse Fabrizio Pirovano è caduto pochissimo e non si è mai procurato infortuni gravi. Che storia:  Fabrizio Pirovano, l’americano della Brianza.

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2 commenti

  1. Real_SBK ha detto:

    Buongiorno, finalmente un articolo dello spessore giusto per un blog che si chiama Inside Superbike, bellissimo!
    Dove si parla solo di SBK (e non di altre categorie un tempo palesemente avversarie) e dove si capisce il perchè questa categoria con i suoi eroi è diventata così popolare fino al 2012, anno della fine dell’era Flammini e sostanzialmente della SBK stessa.
    Saluti, Bruno.

  2. AlfonsoGaluba ha detto:

    Sig Gozzi, mi devo associare con l’utente di prima che le diceva che è meglio raccontare della storia del mondiale Superbike. Lei è uno dei pochissimi giornalisti (forse il solo italiano) ad aver seguito tutti i GP del mondiale Superbike (conservo ancora alcuni suoi articoli degli anni novanta di Motosprint). Perchè non ci racconta (almeno con un articolo a settimana) delle gare più belle del mondiale Superbike? Io le sarei super-grato.