19 Ottobre 2022

MotoGP, Cristian Gabarrini: “Stoner era disumano, Bagnaia al top”

Cristian Gabarrini, capotecnico di Pecco Bagnaia, al fianco di Casey Stoner quando ha vinto il titolo MotoGP 2007: la storia oggi può ripetersi.

MotoGP, Cristian Gabarrini e Pecco Bagnaia

L’attesa non è facile per Pecco Bagnaia e Ducati dopo il sorpasso in classifica MotoGP su Fabio Quartararo. Per la prima volta il pilota della VR46 Academy si trova al comando della classe regina e mancano solo due gare prima di potersi aggiudicare il nuovo campione. Al suo fianco una squadra di esperienza e spessore tecnico, l’asso nella manica il capotecnico Cristian Gabarrini, vecchia conoscenza nel box di Borgo Panigale, che ha già vinto un titolo MotoGP con Casey Stoner.

Bagnaia nuovo leader MotoGP

Nel GP d’Australia Pecco Bagnaia ha mancato la vittoria all’ultimo giro, superato da Alex Rins e Marc Marquez. Il terzo posto vale però la leadership del Mondiale ed è una bella prova di maturità. Basti pensare al GP di Le Mans, quando è scivolato a terra dopo il sorpasso di Enea Bastianini a pochi chilometri dal traguardo. “E’ stato bravo, intelligente a non prendersi rischi“, sottolinea Gabarrini. L’usura della gomma anteriore non gli ha permesso di ribattere agli attacchi dei due esperti avversari, ma ci ha provato ugualmente a vincere.

In Malesia arriva la parte più difficile, l’esame di fine anno, il primo match point iridato. Con 14 punti di vantaggio sul campione Fabio Quartararo, lo scettro iridato è in suo pugno, ma serve un altro step psicologico per reggere la pressione. Stavolta manca davvero poco per raggiungere il sogno di una vita e regalare a Ducati un titolo che manca dal 2007 ad opera di Casey Stoner. “Bisognerà stare tranquilli, lavorare allo stesso modo – prosegue l’ingegnere di pista su ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Il nostro mantra non cambia, è quello che ripetiamo dalla pausa estiva: avanti gara per gara, senza voli pindarici“.

L’ascesa trionfale di Pecco

Bagnaia è uno che di volate se ne intende, d’altronde ha recuperato 105 punti in otto gare sul francese della Yamaha, con una risalita iniziata ad Assen prima della pausa estiva. Alla ripresa del campionato MotoGP sull’asfalto di Silverstone Pecco si è subito presentato con una seconda vittoria. Tris trionfale al Red Bull Ring, poker a San Marino. In attesa dell’esito finale del Mondiale, il pilota sabaudo ha già superato Stoner, che di vittorie consecutive in sella alla Ducati ne ha totalizzate tre. Lo scivolone all’ultimo giro di Motegi ha rallentato la sua marcia ascendente. “Quella caduta all’ultimo giro non ci voleva proprio, ma siamo stati molto fortunati che, con Fabio a sua volta indietro, il danno è stato limitato. Anche se c’è stato, perché Pecco avrebbe preso 8 punti e a +22 sarebbe diverso“.

Aprilia e Yamaha alle spalle

Inutile recriminare sugli errori del passato, bisogna focalizzare l’attenzione su Sepang e Valencia, gli ultimi due passi in sella alla Desmosedici GP22, archiviare il discorso iridato prima di pensare già alla versione 2023. Entrambe le piste sulla carta giocano a favore delle Rosse, in Malesia ci sono due rettilinei dove poter tenere facilmente dietro la Yamaha M1 di Quartararo. Il diretto rivale per il titolo vive una fase calante che pare inarrestabile, ma occhio ai colpi di coda e agli imprevisti sempre dietro l’angolo. “Fabio si trova da solo con una moto che però non è tutto questo disastro come tanti dicono. Per me la Yamaha è molto competitiva“. Non sembra destare preoccupazioni, invece, l’Aprilia RS-GP22 di Aleix Espargarò. “Aprilia è molto competitiva, però se qualcuno arriva a esserlo per un po’ di gare consecutive, non è poi così sicuro che lo sia sempre… Hanno fatto grossi passi avanti… Poi ci sono retroscena che conoscono solo loro“.

Il filo rosso con Casey Stoner

Quindici anni dopo Ducati può mettere in bacheca il suo secondo titolo MotoGP. Il primo porta la firma di Casey Stoner, il secondo potrebbe essere merito di Pecco Bagnaia. Cristian Gabarrini è il filo comune tra i due campioni, tra due epoche e due prototipi nettamente differenti. La Ducati del 2007 era “rozzadavvero ai limiti delle capacità umane“, difficile da guidare per chiunque. Oggi la Desmosedici si adatta a molti stili di guida, ma per essere domata serve massima precisione tecnica, fisica, mentale. Pecco e Casey sono molto amici, sono in stretto contatto, alla prima occasione la leggenda australiana ne approfitta per fare un salto al box. A Phillip Island Stoner ha dato ancora una volta consigli utili su setting e traiettorie in pista. Suggerimenti preziosi nonostante siano fuoriclasse di due epoche diverse e domatori di moto molto differenti. “Ora ci sono cinque-sei piloti che vanno mediamente forte“, ha concluso Gabarrini. “Nel 2007 solo uno riusciva a portarla al limite: Casey“.

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