30 Marzo 2024

MotoGP: ecco cosa cambia nel campionato 2024

Il campionato di MotoGP 2024 si preannuncia entusiasmante: il calendario, i protagonisti e i favoriti per la corsa al titolo iridato.

Saranno mesi bellissimi e scoppiettanti per tutti gli appassionati della MotoGP, perché il campionato mondiale su due ruote, dopo l’avvio della F1, ha finalmente ripreso il via. Quella di quest’anno è la 75esima edizione del motomondiale, inaugurato nell’ormai lontano 1949. Si tratta di una sfida che durerà ben 9 mesi, i quali saranno caratterizzati da 21 fine settimana conditi da 42 gare, la prima delle quali è stata già disputata il 10 marzo in Qatar. 

Il calendario 2024

Mentre a Luisal a trionfare è stato “Pecco” Bagnaia davanti a Binder e a Martín, al Gran Premio in Portogallo, due settimane dopo, è stato proprio il pilota spagnolo della Ducati a terminare la sfida sul gradino più alto del podio, lasciando indietro al secondo e al terzo posto rispettivamente Bastianini e il suo connazionale Pedro Acosta. Il calendario di questa stagione sarà decisamente fitto, il numero degli appuntamenti infatti supera quello dello scorso anno, così come il numero di tutti i Paesi che verranno coinvolti (18). 

L’unico dubbio momentaneamente è quello relativo al Gran Premio in Kazakistan, che dovrebbe tenersi nel fine settimana tra il 14 e il 16 giugno, poiché la pista è pronta ma mancano ancora strutture e personale qualificato. Anche per questa stagione ovviamente è stato confermato il doppio impegno nel nostro Paese, prima al Mugello il 2 giugno con il Gran Premio d’Italia e poi sul circuito di Misano l’8 settembre per il Gran Premio di San Marino.

Chi vincerà il motomondiale nel 2024?

Analizzati velocemente alcuni punti relativi al calendario di quest’anno, è arrivato il momento di presentare i protagonisti e gli outsiders di questa stagione. Dei 22 piloti in gara, ben 16 sono o spagnoli o italiani, motivo per il quale la lunga sfida sarà caratterizzata in particolar modo dal duello tra questi due Paesi. Tra i piloti da battere senza ombra di dubbio rientra Francesco Bagnaia, che in sella alla sua Ducati ha portato a casa ben due titoli mondiali consecutivi. Non a caso, le quote sulla MotoGP 2024 offerte da Betsson e dagli altri bookies, vedono tra i favoriti assoluti proprio il pilota azzurro, secondo nella griglia di partenza alle spalle solo ed esclusivamente di Jorge Martín. 

Leggermente più indietro Marc Marquez, mentre per Enea Bastianini risulta essere ancora più complessa e remota la possibilità di vittoria finale. Tra le squadre presenti in griglia, vediamo l’Aprilia Racing composta da Maverick Vinales e Aleix Espargaro, la Ducati Lenovo Team, per la quale corrono proprio Bagnaia e Bastianini, e la Gresini Racing MotoGP, che vede tra i suoi protagonisti Marc Marquez ed Alex Marquez. 

Oltre a queste che abbiamo appena citato, abbiamo l’LCR Honda di Johan Zarco e Takaaki Nakagami, la Monster Energy Yamaha di Fabio Quartararo, campione nel 2021, ed Alex Rins, la Pertamina Enduro VR46 Racing Team dei due azzurri Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi, la Prima Pramac Racing di Franco Morbidelli e Jorge Martín, la RedBull GASGAS di Pedro Acosta e Augusto Fernandez, la RedBull KTM Factory Racing di Brad Binder e Jack Miller, la Repsol Honda Team di Luca Marini e Joan Mir ed infine la Trackhouse Racing di Raul Fernandez e Miguel Olivera.

Cosa cambia nel motomondiale del 2024

I cambiamenti apportati in vista di quest’anno sono stati diversi, tra questi ad esempio rientrano gli interventi delle concessioni che sono stati effettuati sul gap delle giapponesi durante i test precedenti all’inizio del campionato. In questo senso, infatti, entrambe le scuderie del Sol Levante potranno avere a disposizione wild card, test privati ed un numero più elevato di gomme, così come potranno contare su pacchetti e motori aerodinamici. 

Queste modifiche sono state apportate direttamente da Dorna, ovvero la società che ha il compito di gestire le manifestazioni delle due ruote. Dorna ha deciso di agire in questo senso per ridurre sensibilmente il distacco dalle avversarie, introducendo delle nuove concessioni e procedendo con la suddivisione dei costruttori in quattro diversi cluster in ordine decrescente sulla base dei punti guadagnati nel corso della passata stagione. Solamente il tempo e le gare ci sveleranno se tutto questo avrà equilibrato maggiormente la sfida tra costruttori, che lo scorso anno è stata stravinta dalla Ducati con qualche balzo ogni tanto da parte dell’Aprilia e di Ktm.

Età, concessioni e biocarburante

Le carte in tavola per quanto concerne il nuovo regolamento della MotoGP sono cambiate anche nella questione relativa all’età minima dei piloti. Su questo, infatti, si è sempre creato un forte dibattito, dal quale spesso usciva la considerazione secondo la quale i piloti venivano lanciati in pista troppo presto. Attualmente, l’età minima per partecipare ad un Mondiale su due ruote è di 17 anni, che sale a 18 nel momento in cui non si è tra i primi tre classificati in assoluto sia del Campionato Mondiale FIM JuniorGP che della Red Bull MotoGP Rookies Cup. Questo per quanto riguarda la Moto3, mentre nella classe Moto2 l’esenzione viene applicata solo ed esclusivamente al vincitore del Campionato Europeo FIM Moto2, il quale può avere ancora 17 anni. Un’eccezione è stata concessa nel 2022, per poi essere rinnovata anche nel 2023, a tutti coloro che all’età di 16 o di 17 anni hanno preso parte nella stagione precedente al Campionato del Mondo Moto3 o Moto2. 

I cambiamenti, tuttavia, non hanno riguardato solo il calendario, i limiti di età e il gap tra le varie scuderie, ma anche la maniera nella quale l’ambiente relativo alla MotoGP viene reso il più sostenibile possibile per l’ambiente. In questo senso, infatti, le normative del 2024 richiedono l’utilizzo di combustibili di origine non fossile minima del 40%, la quale diventerà al 100% di origine non fossile a partire dal 2027. L’obiettivo finale, quindi, è proprio quello di portare la MotoGP tra circa quattro stagioni a godere di un tipo di carburante completamente bio-sostenibile. Si tratta di una scelta che non solo si è rivelata essere logica, ma anche provocatoria nei confronti del mondo dell’elettrico, visto che ha dimostrato e che continua a dimostrare tuttora che le alternative ci sono eccome.

Lascia un commento