Il calcio prova a ripartire a tutti i costi, la MotoGP anche
La Champions League proverà a tornare in campo il 14 aprile, la serie A entro il 16 maggio: ballano 700 milioni. Anche le moto dovranno riaccendersi, prima possibile
Invece di classifiche e cronologici, ci tocca ogni giorno studiare le curve di contagio del virus. L’Italia sta per tagliare il triste traguardo delle tremila vittime, anche se dai dati dell‘Istituto Superiore della Sanità ad oggi solo dodici di queste non avevano altre patologie in corso. Ma la vita non si ferma: non si è mai fermata, e non si fermerà stavolta. E neanche gli affari, ovviamente. Lo sport professionistico non può permettersi una sosta troppa lunga, pena il fallimento completo. Il calcio ha rinviato gli Europei in modo che possano completarsi sia le coppe europee che i campionati delle singole federazioni. E’ stato scelto il male minore, nell’ottica del business. Cancellare il campionato di Serie A italiano costerebbe 700 milioni €: senza incassi e quota diritti TV quante società resterebbero in piedi? Poche, forse nessuna.
CHAMPIONS LEAGUE DA META’ APRILE?
Ieri, martedi 17 marzo, le principali federazioni calcistiche e l’EUFA, massimo organo di gestione del calcio europeo, hanno stilato un piano d’emergenza che prefigura vari scenari. Il più ottimistico prevede che la Champions League, la competizione più ricca, possa ripartire già il 14 aprile, mantenendo inalterato l’attuale programma, fermo agli ottavi i finale. Nel caso peggiore la stessa Champions potrebbe ripartire il 13 giugno, assegnando la Coppa a fine luglio, con programma rivisto e accorciato.
SERIE DA DA INIZIO MAGGIO
La Serie A ha previsto tre finestre di potenziale ripartenza: 2, 9 oppure 16 maggio. Restano dodici giornate da completare (più alcuni recuperi) e cinque formazioni sarebbero impegnate anche nelle coppe europee. Tutto compreso, nello scenario meno ottimistico, lo scudetto sarebbe assegnato il 12 luglio. Periodo inconsueto, ma meglio così che niente. Ovviamente parliamo di ipotesi operative basate sulla possibilità che l’allarme globale rientri, o venga fortemente ridimensionato.
NEANCHE LE MOTO POSSONO FERMARSI
E le nostre amate corse? Ad oggi la MotoGP dovrebbe scattare da Jerez il 3 maggio, la Superbike riprendere il 18-19 aprile da Assen. Nel nostro ambiente ci sono fortissimi dubbi che i due impegni possano essere rispettati, ma se riparte la Champions League, perchè le moto non potrebbero? Anche nel motociclismo lo stop dei Mondiali crea una serie di problematiche economiche di portata gigantesca. Una stagione di MotoGP costa ad ogni singolo Costruttore 70-80 milioni di € in progettazione, sviluppo, logistica, contratti per piloti e personale. Dorna è quella più a rischio, detenendo sia i contratti con gli organizzatori dei singoli GP (60-70 milioni in totale), più quelli con le TV: solo l’accordo con Sky Italia vale 18 milioni a stagione. Se non si corresse, Dorna dovrebbe in ogni caso mettere mano al portafoglio per sostenere una serie di team che senza GP (e dunque senza sponsor) farebbero default.
COSI’ O IL DISASTRO
Lo sport è ovviamente un dettaglio, in queste strane giornate siamo tutti chiusi in casa per rallentare il contagio. Ma per quanto tempo sarà economicamente sostenibile questa situazione di blocco totale? Qualche settimana? Un mese o due? Poi finiranno i soldi, la pazienza e tutto quanto ne consegue. Ripartire, prestissimo, è una priorità assoluta. Se fra due mesi questa crisi non sarà sotto controllo, altro che virus: i problemi economici e sociali diventeranno enormi. Quindi siamo assolutamente costretti a sperare, tutti, che riparta tutto, e molto in fretta: calcio, moto, l’economia e il nostro abituale sistema di vita. Chi parla di “cancellare MotoGP e Superbike”, è un incosciente o un cretino (o entrambe le cose). Se non sarà possibile riprendere a correre, a tifare negli stadi, vorrà dire che siamo veramente nei guai. In questo duro momento ci servono speranza e coraggio.
2 commenti
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La motogp forse visto hanno diritti televisivi, anche se comunque i costi che dovrebbero assorbire i promoter, che sono parecchio alti…, in qualche modo bilanciati dai biglietti venduti diventerebbero un problema. Per di piu non penso che le varie regioni e comuni siano ora in una posizione di poter giustificare “sponsorizzare” le corse in moto.
Per la WSBK figuriamoci che non hanno neanche il revenue dei diritti TV …. La vedo dura
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