5 Gennaio 2023

HRC, impara da Soichiro Honda: dalle sconfitte si diventa potenza

La storia Honda non è fatta solo di successi: anzi, da cocenti sconfitte che è sempre rinata. La filosofia del Grande Vecchio sognatore può tornare in auge...

HRC, impara da Soichiro Honda: dalle sconfitte si diventa potenza

Per motivazioni religiose e/o simboliche, in Giappone la teoria del loop, dei cicli che si ripetono, viene presa seriamente in considerazione su molti aspetti della quotidianità. Banalmente, il vissuto è destinato a ripetersi all’infinito. Nel motociclismo, la storia Honda potrebbe offrire ulteriori elementi a suffragio di questa teoria. In effetti, le competizioni motoristiche sono proprio così: vittorie e sconfitte, sconfitte e vittorie. L’importante è far tesoro delle battute d’arresto, al fine di tornare più forti. Una filosofia di Soichiro Honda che potrebbe riproporsi per il progetto Honda MotoGP. Una lezione, del “Grande Vecchio Sognatore“, ora più che mai destinata a tornare d’attualità.

HONDA SUPER-POTENZA? LE SCONFITTE NELLA STORIA

Nell’immaginario collettivo la Honda, come azienda e per il suo impegno nello sport, viene intesa come una potenza. Soprattutto nelle moto: quando perde, di fatto è una notizia. In realtà, la storia della casa dell’ala dorata ci porta a numerose sconfitte. Cocenti sconfitte. Sonore batoste. Di decennio in decennio, tra progetti fallimentari e flop clamorosi da seppuku. Da queste, tuttavia, Soichiro-San ha saputo far tesoro, rendendo l’azienda che porta il suo nome quel brand che tutti oggi conoscono.

LO SHOCK DEGLI ESORDI

Da visionario e sognatore, agli inizi Soichiro Honda spesso commetteva l’errore di compiere il passo più lungo della gamba. Nel 1954 annunciò la ferma intenzione di portare la sua azienda a competere nella gara motociclistica più prestigiosa dell’epoca, chiaramente il TT dell’Isola di Man. Con propositi ambiziosi, scontratisi tuttavia dopo una preliminare visita perlustrativa nel corso dell’edizione 1954. Accortosi del netto gap tecnologico e prestazionale delle sue moto rispetto ai missili europei, tornò in madrepatria shockato e deluso. Ammise successivamente che si trattò della sua più grande delusione: constatare, a scapito di quanto annunciato in pompa magna poche settimane prima, che Honda in quel momento non poteva giocarsela con le realtà del Vecchio Continente. Si rimboccò le maniche e, dall’esordio al TT del 1959, in seguito arriveranno le prime vittorie. Dopo aver appreso la lezione.

LE SCONFITTE ALLE ASAMA RACES

In termini di sconfitte, più significative risultano tuttora le sonore batoste rimediate alle Asama Races. Ai piedi del celebre vulcano, i costruttori giapponesi di motociclette si ritrovavano a cadenza biennale mettendo in gioco la propria reputazione per vincere la corsa antesignana del Motorsport All Japan. Una reputazione che Honda rischiò seriamente di perdere con tonfi clamorosi. Nel 1955, da preannunciate favorite dopo i successi alla Fuji Ascent Race, le Honda Benly rimediarono una figuraccia nella Ultra-Lightweight 125cc, classe di riferimento dell’epoca e, non da meno, la più importante per finalità commerciali. Yamaha, divisione di Nippon Gakki dedicata alle moto nata soltanto 5 mesi prima (!), monopolizzò i primi 4 posti. Non da meno, nella Lightweight (250cc) a vincere fu la celebre Lilac della Marusho, azienda diretta da un ex-dipendente proprio del “Grande Vecchio“. In base alle testimonianze degli ingegneri dell’epoca, Soichiro diventò rosso dalla vergogna.

LA LEZIONE IMPARATA AD ASAMA

Una situazione riproposta nel 1957, quando alla seconda edizione della Asama Volcano Race, Yamaha bissò i successi in 125cc. Niente da fare per Honda e per lo stesso Soichiro-San, il quale assistette in prima persona a questa nuova sconfitta, vedendo sfrecciare in trionfo le YA-1 della concorrenza. I racconti dell’epoca ci parlano di un “Grande Vecchio” quasi remissivo, ma con la sua caratterizzante saggezza a portarlo al confidare ai suoi ingegneri che “Non serve a nulla piangere sul latte versato“. Per riscattarsi, bisogna soltanto rimboccarsi le maniche. In effetti, quel successo ad Asama tra le 125cc arrivò 2 anni più tardi, anche se dovendo subire quasi un oltraggio. Yamaha non era presente ed a vincere fu il “privato” Moto Kitano con la “clienti” Benly SS92, non i piloti ufficiali Honda ai comandi delle moto arrivate direttamente dal TT dell’Isola di Man…

8 ORE DI SUZUKA 1978: CHE FIGURACCIA!

Vent’anni più tardi Honda aveva già vinto tutto quello che c’era da vincere nel motociclismo, tanto da congedarsi in determinati campionati per “manifesta superiorità“. In quel periodo, le RCB erano imbattibili nell’allora Campionato Europeo Endurance, vincendo a più riprese titoli, Bol d’Or e le altre grandi classiche di durata. La nascita della 8 ore di Suzuka 1978, tra l’altro organizzata da quel grande amico ed ex-pilota di Soichiro Honda che rispondeva al nome di Teruyoshi Fujii e della sua T.S. (diventerà poi TSR, attuale team Campione del Mondo EWC in carica), rappresentava un palcoscenico congeniale per metter in mostra in madrepatria il potenziale tecnico-velocistico delle proprie RCB. Una gara sulla carta intesa come una “passerella trionfale“, risoltasi con una delle sconfitte più pesanti di tutti i tempi per l’azienda. Sottovalutando l’impegno e la concorrenza tanto da correre con i motori 77 dell’anno precedente, dopo un paio d’ore tutte le RCB si ritirarono. Vinse la Suzuki GS1000 della squadra di Hideo ‘Pop‘ Yoshimura, ex-collaboratore Honda prima del ben noto litigio con Soichiro-San che gli vietò di correre con le proprie auto e moto…

HONDA VERSO LA MOTOGP 2023

Il 2022 per Honda nella velocità su pista è stato un anno drammatico sul profilo dei risultati conseguiti. Ultimo posto nella classifica costruttori in MotoGP e Superbike, con il bilancio agonistico salvato dall’affermazione alla 8 ore di Suzuka, del titolo Mondiale Endurance oltre che dagli allori nel Trial e Motocross MXGP. Toccato il fondo, il “Grande Vecchio Sognatore” sapeva reagire. Facendo tesoro delle lezioni apprese. Dopo un simile 2022, per HRC è arrivato il momento del riscatto. Magari tornando alle origini, al fine di dar seguito alle parole espresse da Koji Watanabe (Presidente HRC) nel corso della presentazione dei programmi sportivi dell’anno nuovo: “La stagione 2022 in MotoGP per noi è stata difficile e frustrante. La nostra priorità assoluta è quella di riconquistare il titolo“. Con l’auspicio che, effettivamente, la teoria del loop e dei cicli che si ripetono non sia soltanto una mera teoria…

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