30 Dicembre 2022

MotoGP, Yamaha: l’asse italo-giapponese per il motore 4L

Yamaha al lavoro per aumentare la potenza della YZR-M1 nella stagione MotoGP '23. Ma l'impresa non sarà facile per gli ingegneri.

MotoGP, Fabio Quartararo

Yamaha sarà l’unico costruttore con motore 4 cilindri in linea nella prossima stagione MotoGP. Gli ingegneri giapponesi, coadiuvati dal nuovo staff diretto da Luca Marmorini, sono certi che questo progetto abbia ancora del potenziale da sfruttare. L’obiettivo è soddisfare le richieste incessanti di Fabio Quartararo, ma non basterà aggiungere potenza e accelerazione alla YZR-M1. L’obiettivo è riprendersi lo storico vantaggio in percorrenza di curva dove, fino ad un anno fa, riusciva a fare ancora la differenza.

Il motore 4L contro i V4

Con l’uscita della Suzuki GSX-RR dalla griglia di partenza, la Yamaha M1 sarà la mosca bianca della MotoGP con un propulsore i cui cilindri sono disposti in linea. A Sepang arriverà la versione definitiva dell’ultima specifica motore, dopo i test dello scorso anno. Fino al test Irta di Misano tutto sembrava procedere al meglio, ma a Valencia il campione di Nizza non era per nulla soddisfatto del “boost”. Nel 2023 Fabio Quartararo e Franco Morbidelli dovranno fare i conti con un esercito di V4, a cominciare dalle otto Ducati Desmosedici da oltre 300 CV, performanti in ogni area tecnica.

La mente progettuale resta nipponica, ma per la prima volta la Casa di Iwata si è aperta alla partnership con lo staff di italiani orchestrati da Luca Marmorini. L’ingegnere vanta una consolidata esperienza in Ferrari e Toyota in Formula 1 ed è stato responsabile del motore Aprilia nel 2020, nel passaggio ad un disegno V4 a 90°, curandone vari aspetti. Kazutoshi Seki è il Project Leader della Yamaha ed è ben consapevole che il prototipo MotoGP 2023 dovrà apportare più cavalli da scaricare in pista. “Non abbiamo ancora sfruttato in pieno le potenzialità di questo motore per vari motivi, ad esempio per l’affidabilità del motore, il suo carattere“, ha spiegato a MotoGP.com.

La sfida Yamaha in MotoGP

L’aumento di potenza non è il vero problema, aumentarne la “top speed” è un gioco da ragazzi. Il vero problema è far crescere le prestazioni senza cambiare il carattere della YZR-M1. Ogni piccola modifica va ottimizzata in un contesto tecnico generale. “Stiamo cercando di migliorare in tutti gli ambiti: motore, telaio, abbiamo modificato anche l’aerodinamica“. La moto 2022 ha dimostrato una maggiore difficoltà di guida secondo i feedback rilasciati da tutti i suoi piloti, compreso il collaudatore Cal Crutchlow. Motivo per cui hanno fallito il veterano Andrea Dovizioso, Franco Morbidelli e il rookie Darryn Binder. “È molto difficile mantenere il concept della moto, perché i nostri rivali sono diventati molto forti. Cerchiamo di raggiungere un buon equilibrio, con un motore più potente e un comportamento più dolce“.

Per adesso l’asse italo-nipponico continua a battere la strada del 4 cilindri in linea, ma non è da escludere un cambio di filosofia a breve-medio termine. “Se vediamo che altri motori ci danno maggiori vantaggi rispetto al 4L, allora lo prenderemo in considerazione – ha sottolineato Seki -. Ma penso che stiamo andando nella giusta direzione al momento”. Il primo test MotoGP di febbraio in Malesia darà forse le prime risposte. D’altronde Fabio Quartararo ci ha abituato alla massima trasparenza…

Foto: MotoGP.com

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