30 Dicembre 2020

MotoGP, team factory e satellite: il gap si assottiglia, anomalia Yamaha

In MotoGP sembra azzerarsi la differenza tra team factory e satellite. Ducati, Honda e KTM avranno quattro moto ufficiali, Yamaha unica anomali nel 2021.

MotoGP, team satellite LCR Honda

Nella stagione MotoGP 2020 8 vittorie su 14 GP sono finite nelle mani di un team satellite. Tre a firma di Fabio Quartararo, tre di Franco Morbidelli con Petronas SRT, due di Miguel Oliveira con Tech3. Il gap fra squadre factory e private si sta assottigliando sempre di più. Merito di un lavoro ben studiato da parte della Dorna, che ha introdotto la centralina unica e il monogomma. Inoltre i sei costruttori stanno dotando anche i rispettivi team indipendenti di moto con specifiche ufficiali. Primo fra tutti KTM che schiera ben quattro moto simili.

In casa Yamaha l’unico prototipo meno aggiornato resta quello di Franco Morbidelli, la sola anomalia nel 2021. Paradossalmente il miglior pilota del marchio, vicecampione 2020, correrà con una M1 2019 anche il prossimo anno. C’è un contratto da rispettare tra Iwata e Petronas SRT, del resto non è detto che l’ultima versione sia migliore della precedente. Da anni, in casa Yamaha, c’è difficoltà a portare avanti l’evoluzione. E, sin dai tempi di Johann Zarco, i piloti factory sono rimasti dietro ai satelliti in più di un’occasione. “Sono d’accordo con chi sostiene che (Franco Morbidelli, ndr) meriterebbe la M1 ufficiale, e in una situazione normale sarebbe così. Ma il Covid ha cambiato tante cose anche per le Case – ha spiegato Lin Jarvis a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Oltre al fatto che la moto ufficiale è molto più cara della Spec-A che ha Franco e noi rispettiamo il contratto con Petronas“.

La situazione degli altri costruttori

Attualmente la più grande differenza tra team factory e satelliti sta nel numero di ingegneri che attorniano un pilota. Inoltre gli aggiornamenti passano prima per il box ufficiale e, in caso di approvazione, arrivano ai piloti satellite con alcuni GP di ritardo. In questa situazione si troverà anche Valentino Rossi nella stagione MotoGP 2021. Fa eccezione KTM, il cui team Tech3 risulta essere una seconda squadra ufficiale, come vuole la filosofia di Mattighofen. Più o meno stessa sorte in Ducati, dove nel 2020 il team Pramac aveva due GP20 per Pecco Bagnaia e Jack Miller. La scuderia di Campinoti viene spesso sfruttata per testare nuove componenti. Mentre il terzo team, Avintia, utilizza la versione più vecchia, che nel 2021 consisterà in due GP19 evolute per Enea Bastianini e Luca Marini.

Dal prossimo campionato MotoGP anche Honda cambia filosofia. Saranno quattro le RC213V factory in pista. Per la prima volta il team di Lucio Cecchinello potrà contare su due prototipi ufficiali, merito anche dell’arrivo in squadra di Alex Marquez. Il 2021 sarà un anno cruciale per HRC dopo il deludente Mondiale dovuto all’infortunio di Marc Marquez. Si vociferava una terza moto factory per il team Repsol Honda da affidare ad Andrea Dovizioso, ma il progetto sembra destinato al tramonto. Infine, Aprilia e Suzuki restano in attesa di un team satellite per il 2022. Se la casa di Hamamatsu sembra molto ambita, quella di Noale rischia di restare “isolata” ancora per diversi anni.

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1 commento

  1. quattordici8000_15158951 ha detto:

    Il gap in Yamaha non è un problema tra le moto ma tra piloti del team factory e team satellite!senza tirare fuori le stronzate contro Rossi o altro,il duo più forte era nel team satellite,era in quanto quartararo è stato promosso al factory ….cmq tutti a criticare il management Ducati mentre non ho letto una parola contro il capolavoro Yamaha….ricordo, morbidelli secondo a 13 punti ….come possiamo premiarlo?ma diamogli l’ultima Yamaha sullo schieramento,ci penseranno vinales, quartararo e rossi a tenere alto il rendimento Yamaha…buon anno a tutti