16 Luglio 2022

MotoGP: Suzuki tanti stop e clamorosi ritorni, mai dire mai…

Suzuki è già uscita e clamorosamente tornata in 500 e MotoGP. Il nuovo addio sarà definitivo? Ce lo dirà il tempo

suzuki motogp

La notizia di questa stagione 2022 è certo l’addio di Suzuki al Campionato del Mondo. Una decisione che ha sorpreso tutti i ragazzi della squadra, ma anche l’intero paddock della classe regina. La conferma ufficiale è arrivata in questi giorni, in seguito ad un accordo con Dorna (avrebbe dovuto competere fino al 2026). Per la seconda volta si interrompe la storia MotoGP di uno dei marchi di peso del Motomondiale. Guardando i risultati, è stato anche il periodo migliore per la fabbrica di Hamamatsu nell’attuale categoria maggiore. Ma non si tratta degli unici addii, se osserviamo anche il periodo in 500cc.

Il primo stop

Suzuki debutta in mezzo litro nel 1973, in forma però semi-ufficiale, mentre il vero e proprio impegno in classe regina inizia l’anno successivo. Nel biennio 1974-1975 Barry Sheene porta al marchio il primo podio ed in seguito anche le prime vittorie in 500cc, ma nonostante i segnali di crescita Suzuki non ha più una sua squadra factory. È però presente in top class mondiale attraverso team esterni, con moto ed assistenza tecnica garantiti dalla fabbrica. È in questa situazione che “Iron Man” regala a Suzuki i primi due titoli iridati in top class, raddoppiati da Marco Lucchinelli e da Franco Uncini rispettivamente nel 1981 e nel 1982, con la gestione della struttura italiana di Roberto Gallina. L’impegno di Suzuki in 500cc però si ferma nel 1983, anche se i team Gallina e Heron continuano a competere con moto della casa di Hamamatsu.

Il ritorno e la nuova pausa

Nel 1987 Suzuki ricomincia a guardare al Motomondiale. Un impegno factory ma parziale in questo primo anno di rientro, per poi ripartire sul serio nel 1988. Servono quattro anni per ritornare sul tetto del mondo: nel 1993 ci pensa Kevin Schwantz, l’uomo di punta dall’anno del ritorno, a conquistare l’iride piloti per la casa giapponese. Devono trascorrere poi parecchi altri anni per avere l’ultimo titolo piloti della mezzo litro: Kenny Roberts jr regala a Hamamatsu il 15° mondiale. Il 2001 è l’ultimo anno della 500cc ed i ragazzi Suzuki non brillano, una tendenza che si confermerà anche con l’arrivo della MotoGP. Tolto qualche sporadico piazzamento sul podio ed un’unica vittoria con Vermeulen a Le Mans 2007, i risultati non arrivano e la crisi economica iniziata nel 2008 è ancora ben presente. A fine 2011 Suzuki saluta la categoria regina.

Suzuki ci riprova, fino all’annuncio

A fine settembre 2014 viene comunicato il ritorno in MotoGP. L’impegno dal 2015 viene anticipato da una poca fortunata wild card a Valencia con De Puniet, per poi ricominciare a tempo pieno in classe regina con la nuova GSX-RR. Nel 2016 arrivano i primi risultati, precisamente una vittoria e vari podi grazie a Maverick Viñales, situazioni che si ripetono negli anni successivi con Andrea Iannone ed Alex Rins. Fino al glorioso 2020, con Joan Mir primo campione del mondo MotoGP con i colori Suzuki. Nel 2021 Mir è 3° iridato grazie a vari piazzamenti sul podio, quest’anno la stagione era iniziata bene per i ragazzi Suzuki. Fino alla comunicazione dell’improvviso addio alla MotoGP, a cui casualmente sono seguiti tanti zeri dai due piloti… Stop definitivo o solo momentaneo, come in passato? Questo solo il tempo potrà dirlo.

Foto: motogp.com

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