5 Maggio 2022

MotoGP, Suzuki: l’exit strategy spiegata dal boss Ducati

Suzuki lascerà la MotoGP alla fine del 2022: la decisione dell'azienda spiegata dall'a.d. Ducati Claudio Domenicali.

MotoGP, Claudio Domenicali

Manca ancora il comunicato ufficiale della Suzuki, ma l’addio del marchio alla MotoGP è notizia certa. A commentare l’uscita del costruttore è Claudio Domenicali, a.d. Ducati, che affronta il tema da un punto di vista imprenditoriale piuttosto che da tifoso. Se per gli appassionati suscita un certo scalpore, non vale altrettanto per chi deve gestire i conti di un’azienda in un momento di crisi globale. “Vista da fuori sembra incomprensibile, però chi sta al mio posto affronta il problema da manager e non da appassionati. Per alcune aziende, Ducati è una di queste, le corse sono l’essenza stessa dell’azienda“.

Suzuki e la crisi economica

Durante la puntata ‘MotoG-Podcast’, a cura di Paolo Ianieri e Zoran Filicic su ‘La Gazzetta dello Sport, Claudio Domenicali ricorda come la Casa di Hamamatsi non sia nuova a certe uscite e neppure l’unica. “La Suzuki non è nuova a queste azioni, era uscita, è rientrata, ora esce di nuovo. Stessa cosa succede in Formula 1 con altre case che entrano ed escono, mentre la Ferrari c’è sempre stata. In questo momento la situazione globale è piuttosto complessa, siamo esposti a turbolenze, a breve distanza abbiamo una guerra e ha un impatto economico rilevante, il costi dell’energia è sotto pressione. Per Suzuki questo investimento sulle corse non era prioritario“.

La vittoria di Bagnaia a Jerez

A Borgo Panigale c’è grande entusiasmo dopo la vittoria di Pecco Bagnaia a Jerez. Fra i test invernali e Losail la situazione sembrava critica ai box Ducati factory, ma l’attesa svolta è finalmente arrivata. A Portimao il pilota piemontese ha incassato l’ottava piazza dopo la partenza dal fondo della griglia, a distanza di una settimana è arrivata la prima vittoria in questa stagione MotoGP. “Quando arrivi ad un livello di prestazioni come quelle del finale 2021 ti viene la tentazione di non cambiare nulla. Ma sapevamo che quella moto aveva dei limiti su alcune piste come ad Assen e a Jerez. L’anno scorso a Jerez abbiamo vinto perché Fabio ha avuto il problema al braccio. Tra cambiare e innovare è sempre un equilibrio difficile, ma noi siamo sempre per l’innovazione – sottolinea Domenicali -. Alcune scelte hanno avuto molto più tempo di sviluppo di quanto previsto e questo ha influito sulla mente dei piloti e la loro preparazione. Senza questa moto non avremmo vinto quest’anno a Jerez“.

Il segreto per puntare al titolo MotoGP

Arrivare ad un punto di equilibrio non è stato facile dopo le innovazioni apportate in inverno. “Abbiamo trovato un equilibrio giusto tra componenti che abbiamo per adesso sospeso e altre che hanno funzionato bene, il mix si è evoluto durante l’inverno e le prime gare fino ad arrivare a questa configurazione. Anche in Portogallo Pecco poteva fare una gara straordinaria ma la caduta del sabato non ci voleva“. Negli ultimi due anni Ducati ha conquistato il Mondiale Costruttori della MotoGP, ma il titolo piloti manca dal 2007. “Ci sono altre marche che fanno risultati molto buoni ma con un pilota solo. Abbiamo fatto grandi passi avanti come squadra per fare delle moto performanti, ma anche facili da guidare, questo ci interessa molto anche per il prodotto di serie. La vittoria del Mondiale piloti ha bisogno del pilota più forte, che sia capace di affrontare anche le difficoltà che ci sono per tutti. Bisogna saper “perdere” bene, usare il sabato per essere davanti, partire dietro è difficile nella MotoGP di oggi. Serve una squadra – ha concluso Claudio Domenicali – che supporti l’atleta nei momenti più complicati“.

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Foto: Motogp.com

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