24 Febbraio 2020

MotoGP, l’ingegnere Bernardelle svela il dispositivo holeshot Ducati

Giulio Bernardelle, ex ingegnere MotoGP, svela alcuni particolari del dispositivo holeshot Ducati. Un sistema che si muove ai limiti del regolamento.

MotoGP, Jack Miller con la Ducati GP20

Il dispositivo holeshot Ducati ha stupito il mondo della MotoGP. In realtà Jack Miller lo utilizza già dal GP della Thailandia 2019 e rappresenta un aiuto soprattutto in accelerazione, in uscita dalle curve. La novità è che nei test in Qatar il congegno utilizzato per variare, in movimento, l’assetto della moto, è diventato visibile.  Il team manager Davide Tardozzi parla di una moto proiettata al futuro. Ma semplificando si può dire che questo sistema viene ereditato dalle mountain bike per bloccare in salita e sull’asfalto le sospensioni, così da conservare la forza della pedalata senza disperderla con le oscillazioni.

L’ingegnere Giulio Bernardelle, capo tecnico in MotoGP fino al 2007, prova a dare una spiegazione. “Credo che sia difficile bloccare l’ammortizzatore, come è stato ipotizzato, quando vai a 300 km/h in rettilineo“. L’ingegnere, quindi, pensa che ci possa essere un altro elemento regolato elettronicamente, posto tra il telaio e la sospensione. “Questo concettualmente potrebbe essere ammesso – ha detto a ‘La Gazzetta dello Sport’ -, perché non interverrebbe sull’ammortizzatore, ma permetterebbe di variare geometricamente il punto di attacco con il telaio“.

Due i vantaggi per i piloti Ducati: sul rettilineo la moto si abbassa e il baricentro della MotoGP è più vicino all’asfalto, riducendo la tendenza all’impennata. “Inoltre, per come è fatta una moto, abbassare di due/tre centimetri il posteriore, significa aumentare l’angolo di sterzo: la moto diventa più stabile“. L’aspetto negativo è che per un pilota è difficile azionare i due tasti mentre si viaggia a velocità sostenute. Un dispositivo per certi versi ereditato dalle sospensioni attive viste in F.1 negli anni Novanta. “Può essere così anche con la moto: in rettilineo c’è meno deportanza e più velocità“. In attesa di conoscerne i reali vantaggi, gli altri team si dicono pronti a copiare l’innovazione ideata da Ducati.

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