6 Maggio 2021

MotoGP, evoluzione e segreti della Ducati Desmosedici GP21

La Ducati GP21 si sta mostrando il prototipo più competitivo della classe MotoGP. Salad box, holeshot, aerodinamica e stile di guida i segreti del successo.

MotoGP, Ducati GP21 di Pecco Bagnaia

Ducati sempre sul podio nelle prime quattro gare MotoGP, conquistando sette gradini dei dodici finora a disposizione. Una vittoria a Jerez, a dimostrazione della bontà del progetto tecnico allestito da Gigi Dall’Igna e dagli uomini di Borgo Panigale. La Desmosedici ha vinto su un tracciato dove la percorrenza di curva recita un ruolo maggioritario rispetto alla potenza. Risultato segnato in parte dalla debacle fisica della Yamaha M1 di Fabio Quartararo. Ma le Rosse emiliane sono rimaste incollate al vertice, lasciandosi alle spalle non solo le altre Yamaha, ma anche le più accreditate (per questo circuito) Suzuki.

La salad box

La GP21 della Ducati non è cambiata molto rispetto alla scorsa stagione MotoGP. Si tratta di una evoluzione del prototipo 2020, con cambiamenti visivi non troppo rimarcati. L’unica modifica che salta subito all’occhio è la salad box, lo smorzatore inerziale le cui funzioni restano in parte segrete, racchiuse da un “contenitore” in carbonio. Sicuramente ha una certa influenza sul posteriore della moto, smistando le vibrazioni che consentirebbero alla sospensione di lavorare in modo più efficiente e garantire meno stress alle gomme. Infatti continue sollecitazioni, seppur piccole, possono causare il surriscaldamento dello pneumatico.

Aerodinamica e stile di guida

Altre modifiche alla Ducati GP21 sono sicuramente invisibili ad occhio nudo. Con il regolamento che ha imposto il congelamento dei motori fino al termine del campionato MotoGP, a Borgo Panigale hanno lavorato su un settore in cui sono molto all’avanguardia: l’aerodinamica. Da qui hanno ottenuto più stabilità ed efficienza in curva. Nel 2020 Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci hanno lamentato non pochi problemi in percorrenza di curva. Gli ingegneri spingevano per modifiche al loro stile di guida. Invece soprattutto il forlivese esigeva cambiamenti secondo le sue richieste che non sono stati mai accolti.

Fatto sta che Pecco Bagnaia e Jack Miller, con il loro stile di guida più estremo, riescono a spremere il meglio dalla Ducati. Conquistando un ottimo one-two su una pista dove le curve la fanno da padrona. Con la loro posizione del corpo i due ex Pramac riescono a sfruttare la potenza del loro V4 anche in curva. L’unica debolezza su cui gli ingegneri del marchio stanno lavorando è il controllo dell’erogazione di potenza al fine di renderla più fluida e stressare meno le gomme. Per questo si è concentrata l’attenzione sul tubo di scarico che ora esce più dritto. Non serve a niente avere tutta quella potenza se non puoi controllarla e trasformarla in trazione!

Il dispositivo holeshot

Inoltre, prima di ogni altro costruttore MotoGP, ha perfezionato il sistema holeshot anteriore e posteriore. Così facendo hanno ottimizzato la partenza, una fase cruciale della gara, che consente ai piloti di ottenere subito la testa del gruppo. Se si lascia andare via le Yamaha allo spegnimento dei semafori possono dettare il loro ritmo e diventare fatali per la conquista della vittoria.

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