13 Luglio 2022

MotoGP, Andrea Dovizioso ai saluti finali: “Di sicuro non correrò”

Andrea Dovizioso parla chiaramente del suo addio alla MotoGP. Dopo una carriera lunga 21 anni si prepara a nuove avventure professionali.

MotoGP, Andrea Dovizioso

Non è una grande sorpresa, ma Andrea Dovizioso ha escluso di continuare in MotoGP per la stagione 2023. La notizia era nell’aria da mesi, adesso il veterano lo ha espresso a chiare lettere ai microfoni di Motogp.com, nel finale di campionato dovremo attenderci una conferenza stampa per l’annuncio ufficiale. Dopo l’addio alla Ducati alla fine del 2020 e i test Aprilia nel 2021, il forlivese ha firmato con la Yamaha del team RNF, riprendendo quel cammino interrotto nel 2012, quando con la M1 della Tech3 collezionò sei podi.

L’addio alla MotoGP

A distanza di circa un decennio Andrea Dovizioso ha ritrovato una Yamaha completamente cambiata, che gli impedisce persino di centrare la top-10 dopo sedici Gran Premi con questa moto, comprese le tappe del 2021. Solo 10 punti raccolti nella stagione MotoGP 2022, il miglior risultato è l’11° posto a Portimao. E pensare che con questo prototipo Fabio Quartararo si è affermato campione del mondo lo scorso anno e adesso guida la classifica piloti. “Di sicuro non correrò”, ha detto Dovizioso a MotoGP.com. “Ho sempre detto che se non fossi competitivo, non vorrei essere qui. Soprattutto dopo 20 anni. Non ho mai cercato di avere un posto per l’anno prossimo“. Non c’è nessuna rabbia, né rimorso, “sono completamente rilassato. L’anno scorso ho già trascorso sei mesi fuori dalle corse. Ho già fatto il test [pensione], quindi sono preparato“.

Una Yamaha troppo su misura

Una carriera nel Motomondiale lunga 21 anni, 24 Gran Premi conquistati (15 in classe MotoGP) e 103 podi (62 in classe regina). Nel 2004 ha conquistato il titolo della classe 125, dal 2017al 2019 si è confermato vicecampione nella massima serie alle spalle di Marc Marquez, regalando splendide battaglie in sella alla sua Ducati che ha contribuito a sviluppare nel corso degli otto anni insieme. C’è un po’ di amarezza per come si sta concludendo questa splendida favola, “ma nessuno ha mai tutto sotto controllo e questo può succedere!“. Fin dai primi giri Andrea Dovizioso ha compreso che la finestra di prestazioni ristretta della moto significava che solo un tipo di stile di guida, quello di Fabio Quartararo, può essere efficace. “Se non guidi come Fabio è molto difficile essere competitivi. Se Fabio sta vincendo un motivo c’è. Quindi questo significa che c’è la possibilità di essere veloci. Ma se gli altri piloti si lamentano significa che non ci sono più modi per essere competitivi come in passato“.

Del resto anche Franco Morbidelli, che con la Yamaha M1 si è confermato vicecampione MotoGP nel 2020, accusa molti problemi. Nonostante uno stile di guida diverso da Dovizioso, “il risultato è simile… quindi significa che forse c’è un solo modo per essere competitivi“. E’ un po’ la stessa musica che gira in Honda, con Marc Marquez unico pilota in grado di ottenere grandi risultati e i compagni di marca molto indietro. “Fortunatamente ho corso [sulla Yamaha] nel 2012, altrimenti tutti direbbero ‘ah, con la Yamaha non puoi essere competitivo’. Ma non è vero, è per un motivo diverso, perché è cambiata la MotoGP, è cambiata la moto, sono cambiate le concorrenti e il modo in cui devi guidare la moto è diverso. Ci sono molte ragioni, e se metti tutto insieme succede quello che sto vivendo ora“.

Lascia un commento