25 Marzo 2020

MotoGP, Alex Briggs: “Valentino Rossi non perde mai la calma”

Alex Briggs, meccanico di Valentino Rossi, racconta il campione di Tavullia dal suo arrivo in Honda fino ai giorni nostri in MotoGP.

MotoGP, Alex Briggs meccanico di Valentino Rossi

Alex Briggs, meccanico di Valentino Rossi, sa cosa significhi lavorare con un campione. Prima dell’incontro con il Dottore ha lavorato in Honda al fianco di Mick Doohan, vincendo cinque titoli consecutivi dal 1994 al 1998. Prima che l’asso australiano si infortunasse. “Mick voleva vincere tutto: anche la corsa dall’hotel al circuito in un’auto a noleggio. Voleva essere il primo nei test, il primo ad arrivare in hotel, il primo all’aeroporto”.

Un campione si riconosce dalla luce nei suoi occhi. L’arrivo di Valentino Rossi in HRC nel 2000 gli offre l’opportunità di riscrivere la storia, pur essendo differente sotto molti aspetti rispetto a Doohan. “Valentino va più veloce quando è felice. Gli piace scherzare in griglia di partenza – racconta Alex Briggs -. Scherza su qualsiasi cosa, può essere una battuta su una ragazza immagine, sulla posizione della griglia o sulla prima curva. Il modo in cui lo vedi nelle interviste e nelle gare è molto simile a come è nella vita in generale. Molto, molto divertente“.

ROSSI CAMPIONE NELLA TESTA

Un’icona della MotoGP. Sarà un privilegio poter  raccontare un giorno di aver fatto parte del team del Dottore. Un campione per essere tale lo è innanzitutto nella mente. “Valentino ha una delle migliori menti da gara che abbia mai conosciuto“, ha aggiunto Briggs sul sito Monster Energy. “Ha tutto sotto controllo. Non l’ho mai visto in preda al panico. Altri piloti che sono ancora nella loro fase di apprendimento, come Fabio Quartararo per esempio, devono rimanere concentrato per dimostrare a se stessi di poter vincere. Una mente da gara è colui che è in grado di anticipare ciò che accadrà“.

SAPER FARE SQUADRA

Valentino Rossi è un campione anche perché sa fare squadra come pochi altri. “Quando Vale si unì a noi nel 2000, aveva già vinto due titoli. Cosa mi ha colpito di più di lui? Nel giro di tre giorni, conosceva già tutti i nostri nomi, sapeva se avessimo una ragazza o una moglie, se avessimo figli e cosa stessero facendo. Ha mostrato così tanto interesse per noi che è stato fantastico. Ci sono piloti che lavorano da anni nella stessa squadra e non conoscono nemmeno il nome o la situazione familiare dei loro meccanici“. Per il pilota di Tavullia il team è una parte imprescindibile del suo lavoro. Da allora il suo team lo ha seguito a spasso per la MotoGP: in Yamaha tra il 2004 e il 2010, in Ducati nel biennio 2011-2012, poi nel ritorno in Yamaha dal 2013 ad oggi.

IL DOTTORE UOMO DA BOX

Le uniche modifiche al suo ‘staff’ sono avvenute nel 2014, quando ha sostituito Jeremy Burgess con Silvano Galbusera. E alla fine della scorsa stagione MotoGP, con l’arrivo di David Munoz al posto di Galbusera. Con il suo carisma Valentino riesce sempre a motivare la sua squadra. “In passato, quando era più giovane, il box era per lui come un rifugio, entrava e poteva stare da solo, veniva solo per parlare con noi, giocare con la moto, con gli adesivi. Negli anni, il box è stato organizzato in modo diverso, è molto trafficato, con tante persone che vanno e vengono. Quindi – ha aggiunto Alex Briggs – non è più il luogo in cui può nascondersi e stare in pace. Nonostante ciò, al giorno d’oggi, con i computer e l’elettronica, di solito trascorre 3-4 ore a studiare i dati. E la sua maniacale attenzione ai dettagli è semplicemente d’ispirazione”.

LA CALMA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI

I veri campioni sono anche coloro che non si arrendono, che si rialzano dopo una sconfitta, che mantengono la calma anche nelle avversità. “Quello che ho davvero imparato da Valentino è che non bisogna arrendersi mai, senza perdere mai il controllo. In 20 anni di lavoro insieme abbiamo affrontato battaglie fantastiche, ma anche gare terribili. Non ho mai visto Rossi, neanche una volta, dare calci ai pannelli o a lanciare il casco. Anche dopo aver perso un campionato, non ha mai perso la calma. Ha mantenuto il rispetto per il lavoro e gli sforzi delle persone che lo circondano. Quello che faceva – ha concluso Alex Briggs – era fermarsi e chiedere spiegazioni“.

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2 commenti

  1. matteochiarello197_14424442 ha detto:

    Non ha mai visto dare calci???allora non era presente alla gara quando Rossi,in 250,nel gran premio del pacifico, durante le qualifiche,diede un calcio alla wild car giapponese!!!cio che ha fatto è fuori discussione ma quando si vuole santificare uno a tutti i costi……….

    • fabu ha detto:

      Briggs parla da meccanico e della vita nel box “ Non ho mai visto Rossi, neanche una volta, dare calci ai pannelli o a lanciare il casco“. Cosa vi sfugge? Complimenti comunque per non aver tirato fuori il solito calcio a Marquez che solo gli haters hanno visto o quello alla rincoglionita spagnola nel paddock che lo stava facendo andare in terra con lo scooter.