21 Febbraio 2022

Manuel Poggiali: due Mondiali, zero rimpianti “Ora aiuto Bestia e Diggia”

Manuel Poggiali due Mondiali firmati in una carriera folgorante oscuratasi troppo presto. Adesso proverà a vincere come coach di Bastianini e Di Giannantonio

Manuel Poggiali, MotoGP

Manuel Poggiali guarda al futuro. È concentrato sulla sua attività di rider coach del Team Gresini in MotoGP e punta in alto con Bastianini e Di Giannantonio. Vive il motociclismo come un lavoro e soprattutto come una passione. Non ha rimpianti, anzi, è molto felice di quello che ha fatto come pilota.

Manuel Poggiali, qual è esattamente il tuo ruolo nel Team Gresini?

“Sono l’assistente di pista di Bastianini e Di Giannantonio quindi vado a vederli lungo il circuito, mi occupo dell’analisi dei tempi, dei dati, dei video… Li seguo sia durante i test che nel pre – post prove”.

Bastainini è andato molto forte nei test invernali.

“Sì, è andato molto bene ma sono contento anche di Di Giannantonio che ha fatto un ottimo lavoro, nonostante lo stop per un’intossicazione alimentare. Abbiamo consolidato le prestazioni ora dobbiamo replicarle durante i gran premi. Non faccio però dei pronostici ma vivo giorno dopo giorno. Dobbiamo cercare di essere performanti in prova e consistenti in gara. Io credo molto in questi ragazzi: hanno grandi qualità ed un notevole potenziale ancora da scoprire. Sono convinto che se lavoreranno nel modo giusto, con voglia e determinazione, i risultati arriveranno di conseguenza”.

Come vedi il dopo Valentino Rossi?

“Quando si ritira un pilota che ha vinto 9 titoli mondiali la mancanza di sente ma è una cosa fisiologica, è un’ evoluzione e non una fine. Abbiamo tanti piloti forti, anche italiani, e speriamo che le nuove leve italiane sappiano esprimersi al top”.

Un pronostico a bruciapelo. Chi vincerà il titolo mondiale MotoGP 2022?

“Da sportivo spero che Marc Marquez possa tornare il pilota che tutti conoscono. Per il resto, mi auguro che il titolo vada ad un pilota italiano su una moto italiana”.

Ora facciamo un passo indietro. Diamo uno sguardo al tuo passato. La tua carriera è stata breve ma intensa.

“Nel 1997 ero diventato Campione Italiano di Minimoto, nel 1999 ero già nel Mondiale 125 e nel 2001 Campione del Mondo con la Gilera. È avvenuto tutto molto velocemente. Proprio mentre stavo per sbocciare come pilota, è venuto a meno mio padre e la sua mancanza ha influito parecchio. Mi sono dovuto rimboccare le maniche per tutto ed ero un ragazzino. So bene da dove sono partito, i sacrifici che ho fatto, ho sudato tanto per raggiungere ogni traguardo. Poi nel 2002 ho perso il titolo mondiale più per demerito del nostro team che per merito di Arnaud Vincent, pur con tutta la stima e l’affetto che provo per lui. Nel 2003 ho conquistato il titolo mondiale all’esordio in 250 e l’anno dopo l’Aprilia è praticamente fallita. Io era giovanissimo: non ho avuto la maturità e la lucidità necessarie per gestire al meglio quella situazione”.

C’è qualche sassolino dalle scarpe che ti vorresti togliere?

“Ogni tanto c’è qualcuno che mi definisce un “talento mancato”, che vede il bicchiere mezzo vuoto invece che mezzo pieno. Ecco, vorrei dire a queste persone di guardare bene cosa ho fatto e quanto ho vinto, in pochi anni. Io sono molto contento ed orgoglioso di quello che sono riuscito a fare come pilota. Poi le cose hanno preso una piega diversa da quella che si sperava. Certo, avrei potuto vincere di più ma ho dei bellissimi ricordi”.

I tuoi figli sono appassionati di moto?

 “No, non amano il motociclismo forse perché lo vedono come qualcosa di negativo, che tiene lontano il loro papà e questo mi dispiace. Effettivamente sono spesso fuori ma è il mio lavoro e la mia passione. Quando sono a casa cerco di essere molto presente”.

Sei stato il primo ed unico pilota della Repubblica di San Marino a diventare campione del mondo di moto. Luca Bernardi potrebbe diventare il tuo erede?

“Luca ha le caratteristiche per diventare un pilota importante. Dipende da lui e dalle circostanze. Io credo che possa fare molto bene”.

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