21 Dicembre 2019

Caso Iannone, parla l’esperto: “Contaminazione alimentare possibile”

Intervista al dott. Iader Fabbri, ex nutrizionista di Jorge Lorenzo e altri piloti. La difesa di Andrea Iannone si baserà sulle quantità rilevate di Drostanolone.

MotoGP, Andrea Iannone

Andrea Iannone ha dovuto nominare non solo un legale, ma anche un consulente scientifico, Alberto Salomone, per difendersi dall’accusa di doping. In attesa del riscontro delle controanalisi previsto per il 7 gennaio abbiamo provato a capirci qualcosa in più. Abbiamo interpellato Iader Fabbri, Biologo Nutrizionista, Dietista, laureato in Scienze e Tecnologie del Farmaco, specializzato in Scienze della Nutrizione Umana. Il suo nome risuona sicuramente familiare agli appassionati di MotoGP. Infatti il dott. Fabbri ha lavorato per molti anni al fianco di Jorge Lorenzo, poi con Michele Pirro, Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio, il team Gresini e molti altri.

Per provare ad inquadrare la situazione di Andrea Iannone non basta indicare il Drostanolone come sostanza incriminata. Molto dipende dalle quantità rilevate. A quel punto si potrà risalire anche al giorno della contaminazione, dato che la sostanza ha una emivita conosciuta (2/3 giorni). Ma un dato sembra certo: la teoria della contaminazione alimentare può essere fattibile. E la difesa del pilota Aprilia potrebbe vertere proprio su questo punto.

INTERVISTA AL DOTT. IADER FABBRI

Cosa può dirci del Drostanolone?

Il Drostanolone è un anabolizzante un po’ datato, un farmaco che era utilizzato da categorie sportive ben diverse, tendenzialmente bodybuilders.

E’ possibile ipotizzare una contaminazione alimentare?

La contaminazione alimentare in quei Paesi (Thailandia, Giappone, Malesia, ndr) è possibile. Certamente gli effetti degli steroidi anabolizzanti servono per aumentare la forza di un atleta. Anni fa erano utilizzati dai bodybuilder, casi di doping sono stati riscontrati su atleti di potenza. Il motociclista è un atleta che ha un’attività a componente mista. In realtà ha una caratteristica di forza, soprattutto nelle staccate, ma ha anche una frequenza cardiaca talmente elevata che di base è aerobica. Intervalla momenti di carattere anaerobico, dove è presente la forza, a momenti di carattere aerobico dove è presente la forza Resistente che è una cosa diversa.

Più probabile che la causa sia un integratore?

Oggi le contaminazioni non sono così rare. In Italia siamo ben tutelati per quanto riguarda sia gli integratori che le carni. All’estero la legislazione è diversa, quindi è possibile acquistare integratori all’estero, in America o altro, che possono contenere tracce di sostanze dopanti. Soprattutto la Federazione australiana, ma anche altre Federazioni, decidono a priori quali sono gli integratori che si possono utilizzare dopo che sono stati analizzati. Non è molto prudente usare integratori non certificati quando si è atleti di élite come Andrea Iannone. La carne è un possibile contaminante, ma poi dipende se sono stati fatti altri controlli anche ad altri atleti nelle stesse condizioni.

Prima di assumere un integratore quali precauzioni si devono prendere?

Quando si lavora con un grande atleta, come Andrea Iannone, la premura di ogni nutrizionista o medico è quella di affidarsi a integratori che fanno analisi di lotto. Molte aziende, soprattutto italiane, fanno un’analisi a campione di tutti i lotti di produzione. E conservano il campione dell’analisi effettuata, facendola soprattutto sulle sostanze dopanti principali.

L’ALIMENTAZIONE DEI PILOTI

Lei è favorevole ad una dieta vegana per i piloti?

Lewis Hamilton e altri atleti si dice usino questa alimentazione dopo quel filmato di Netflix ‘The Game Changers’. Anch’io sto facendo un filmato in merito sui miei canali social per spiegare pregi e difetti di questo documentario… Sul vegetarianesimo non trovo nessuna problematica a fare l’atleta. Il veganesimo la trovo una misura più restrittiva, ma fattibile. In questo caso è necessario l’uso di alcuni integratori. Io non ho mai seguito un atleta vegano, ma tutto è fattibile se fatto bene.

Cosa non dove mancare nell’alimentazione di un pilota?

In una dieta di un pilota non devono mancare i tre macronutrienti principali: carboidrati, proteine e grassi. Non c’è uno che deve prevalere. L’importante è che un atleta mantenga la glicemia stabile attraverso l’uso del cibo. Questo lo faccio soprattutto quando si utilizzano carboidrati ad alto indice glicemico. Pasta, patate, pizze o dolci si possono utilizzare, ma è importante abbinare una fonte proteica. Se il pilota prima di un allenamento o di una gara, dove deve essere molto lucido a livello mentale, dovesse sbagliare il pasto pre Gran Premio, sbilanciando il pasto a favore dei carboidrati, troveremmo un atleta con un abbassamento delle sue capacità di attenzione. Avrà quindi un peggioramento della performance cognitiva e di conseguenza fisica e fisiologica. Quindi può diventare pericoloso e per nulla performante.

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