2 Dicembre 2023

MotoGP, Pol Espargaro “Ammirevole chi, come Marquez o Rossi, si adatta a tutto”

Pol Espargaro fa il punto sull'evoluzione della categoria MotoGP, ma non solo. La seconda parte dell'intervista.

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di Manuel Pecino/motosan.es

Nella prima parte della nostra intervista, Pol Espargaro ci ha raccontato i momenti difficili vissuti nella sua ultima stagione e che l’hanno portato a fare un passo di lato in MotoGP. Diciott’anni in un Mondiale però sono tanti ed Espargaro ha voluto ricordare alcuni momenti della carriera in classe regina, oltre ad analizzare l’evoluzione del campionato.

Pol Espargaro, nella tua carriera sportiva hai preso decisioni importanti. Nel 2016 sei andato in KTM, nel 2021 hai lasciato una moto fatta per te. Scelte sbagliate?

Forse è uno dei momenti di cui sono più orgoglioso nella mia carriera sportiva. Quando ho scelto di firmare per KTM avevo già deciso, dopo tre anni in un team satellite non avevo imparato niente, mi davano una moto da guidare e lo facevo. Non mi sentivo produttivo né utile ed è ciò di cui ho bisogno.

Pol Espargaro, non ti manca la pazienza?

Il problema è che adesso viviamo in un’era in cui i team clienti hanno materiale ufficiale. Noi invece non avevamo tutti i motori di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Un rookie di poca esperienza, con meno materiale, come poteva essere più veloce di loro? Era impossibile. Ho avuto anche un’offerta da Suzuki quand’è arrivato nel campionato e l’ho rifiutata, volevo andare in Yamaha ufficiale. In seguito ho visto i risultati di Suzuki e mi sono detto ‘La prossima fabbrica che arriva in MotoGP, qualunque sia, ci vado’, ed è stata KTM. Ho toccato la realtà quando in Qatar siamo arrivati ultimo e penultimo, a due secondi da Tito Rabat davanti e quasi doppiati. Al box erano contenti perché avevamo finito una gara di MotoGP, ma correndo e lavorando si arriva dove si arriva.

Pol Espargaro, sei anni dopo te ne sei andato.

“Ho fatto quegli anni alla KTM, ho dato tutto per loro, abbiamo lavorato tutti molto duramente. Ma è arrivato il momento in cui mi sono detto che ero stato ingaggiato per portare questa moto tra i primi cinque nel campionato: sono arrivato quinto, a pari punti con il quarto. Ho mantenuto la mia parte dell’accordo e ho voluto iniziare un nuovo capitolo, poi è apparsa Repsol Honda. Ducati ufficiale è incredibile, così come Yamaha Factory, ma non è Repsol Honda. 

Anche se sapevo che la moto non andava bene, stare accanto a Marc Marquez in Repsol Honda è pazzesco, non puoi dire di no. Ho sofferto molto, ma non mi sono mai pentito della decisione che ho preso. In quel momento ho creduto che quella fosse la decisione che dovevo prendere, e se tornassi a quel momento farei lo stesso perché credevo in quel progetto, volevo farlo. Se non avessi intrapreso quella strada forse avrei qualcosa dentro di me che mi avrebbe detto ‘Perché non l’hai fatto?'”

Cos’hai imparato accanto a Marc Marquez?

Ho imparato ad essere più competitivo. Marc è molto competitivo sotto tutti gli aspetti: essere al suo fianco è un altro livello, porta la competitività alla sua massima espressione nel box. Quindi, la preseason è stata molto buona, in Qatar eravamo in lotta nella prima gara e sono riuscito a stargli davanti. Lì ho capito che questa era una guerra, abbiamo avuto un’incredibile guerra interna, ma mi è piaciuta. Era un ambiente molto diverso da quello a cui ero abituato in KTM, dove tutto era trasparente, mentre in Honda era molto più opaco, nessuno lavorava insieme, tutti prendevano strade completamente diverse. Per me è un modo sbagliato di lavorare. Venivo da un altro stile di lavoro in cui abbiamo ottenuto risultati incredibili lavorando insieme come una squadra.

Pol Espargaro, cosa pensavano i giapponesi di questo metodo di lavoro? 

Il problema è che sono abituati a questo metodo di lavoro. Abbiamo visto che ogni anno i marchi giapponesi hanno i migliori piloti, con i muri all’interno del box, mentre se guardiamo alle nuove fabbriche europee è tutto il contrario. Le informazioni sono condivise, tutti i piloti hanno le informazioni dei loro compagni di squadra e questo non è un problema, un vantaggio per crescere e migliorare. Una volta arrivato in cima, puoi giocarci un po’. Puoi, parlando in un linguaggio semplice, provare ad essere un po’ più ‘puttana’ del tuo compagno di squadra per avere un po’ più di informazioni. Ma per arrivare in alto bisogna lavorare tanto”.

Pol Espargaro, quanto è cambiata la MotoGP dall’inizio della tua carriera? 

Da quando sono arrivato in MotoGP dieci anni fa è cambiata l’elettronica, ma sono cambiati anche le gomme, l’aerodinamica, i motori, il modo di guidare. Il cambiamento è abissale, incredibile, e adattarsi a tutti questi cambiamenti è difficile. Da come veniva guidata la KTM quando ero lì a come va adesso, è bianco e nero. Penso che il fatto di adattarsi a tutte queste fasi sia ammirevole, ben più di andare veloce un solo anno. Come quello che fa Marc adesso o quello che ha fatto Valentino [Rossi] a suo tempo. Lì va la mia ammirazione, superare quelle fasi e riuscire ad adattarsi a tutto per essere competitivo.

Con 44 gare l’anno prossimo, non avrebbe senso pareggiare i conti eliminando i risultati peggiori? 

Sì, ma te lo metterò in modo diverso. Le persone vogliono azione, cosa che abbiamo quest’anno: abbiamo due gare e siamo sotto pressione da venerdì. I piloti vogliono meno lesioni, forse sono state più dell’anno scorso perché è stato meno intenso, ma devi trovare un compromesso. Questo è il primo anno con questo calendario e ha funzionato, vedremo l’anno prossimo cosa continuerà a succedere con gli infortuni. Ovviamente, se tutto continua a crescere, capisco che le decisioni le prenderà il Campionato. Ma per ora devo dire che è stato un successo.

Pol Espargaro, rimuovere questi risultati però consentirebbe ai piloti di non dover spingere a tutti i costi. 

Può darsi, non è una cattiva idea. Quello che succede è che stai già togliendo punti al campionato e smette di essere così intenso. Sapere di avere tre “Jolly” ti consente di prenderti una pausa, questo implica meno competitività. Perché se dici tre gare per ogni pilota, sono molte gare, quindi togli un incentivo al Campionato. Potrebbe essere positivo, ma stai togliendo azione. 

Foto: GASGAS Factory Racing Tech3

L’articolo originale su motosan.es

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