23 Marzo 2020

MotoGP, Oscar Haro: “Mio padre morto per mancanza di respiratori”

Oscar Haro, tecnico MotoGP, ha parlato della morte di suo padre per Coronavirus. E della situazione d'emergenza che sta vivendo la Spagna.

Il Coronavirus ha fatto tristemente breccia anche nel paddock MotoGP, portando via il papà di Oscar Haro Tasende, direttore sportivo del team LCR Honda. In Spagna si contano oltre 28mila contagiati e 1.756 morti, attualmente sono oltre 2mila i ricoverati in terapia intensiva. Attraverso un video condiviso sui social network, il tecnico spagnolo ha voluto parlare del dramma familiare, puntando il dito contro la difficile situazione sanitaria del suo Paese. “Abbiamo visto che altri Paesi si sono chiusi nelle case. Non capisco perché ci fosse gente per strada domenica 8 marzo. Ma capisco che se ci fossero state un po’ più di informazioni, saremmo stati più intelligenti. Sicuramente oggi mio padre non sarebbe morto“.

Entrambi i genitori di Oscar Haro sono risultati positivi al test del Coronavirus. “Li ho portati al pronto soccorso, mia madre si è offerta volontaria perché voleva prendersi cura di mio padre, rimasto isolato fino a quando è morto. Non capisco perché sia ​​morto. Non capisco che una persona come mio padre che ha lavorato, contribuendo per 15 anni, sia morta perché non ci sono respiratori, perché non sono stati in grado di curarlo meglio. Perché esiste una legge che afferma che se hai più di 75 anni non è interessante prendersi cura di loro e li lasciano morire. Le persone muoiono continuamente“.

IL CORONAVIRUS STA UCCIDENDO UNA GENERAZIONE

In Spagna, come in altre parti del mondo, medici e sanitari devono operare con carenza di mascherine e indumenti protettivi. Il gruppo di lavoro di bioetica della Società spagnola di medicina intensiva ha redatto una guida per aiutare i medici a decidere cosa fare. Il testo raccomanda di dare la priorità a chi ha la più alta aspettativa di vita. Una situazione al collasso che rischia di precipitare se il numero di contagi non subirà una linea decrescente. “So solo che vedo soldi ovunque come sempre e che stiamo lasciando morire una generazione che ha creato questo paese“, ha aggiunto il direttore sportivo del team LCR.

Una generazione che ha davvero stentato e lavorato, “che è emersa da un dopoguerra, che ha lavorato 16 ore al giorno per avere cibo per i propri figli e creare una famiglia. Famiglie che avevano quattro o cinque figli e non come adesso, ne abbiamo uno o due e non vogliamo averne di più perché il nostro egoismo non ci fa vedere più di ciò che ci interessa … Quella generazione sta morendo e non ce ne accorgiamo. Questo non è un virus, non è un’influenza, no. Sono appena tornato a vedere mio padre morto e mia madre rinchiusa a casa. Vengo qui e non riesco a prendere mia figlia perché ho paura, ha tre settimane“.

Il tecnico della MotoGP lancia un appello al mondo politico e ai cittadini spagnoli. “Mi sembra vergognoso che l’opposizione accusi il governo e viceversa, dicendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Bisogna prendere provvedimenti, la gente deve stare a casa, stiamo morendo. Quanti di voi hanno dei genitori prendano il telefono e dite loro quanto li amate. E ringraziateli per quello che hanno fatto per voi. Questo è quello che dobbiamo fare adesso. È tempo di combattere insieme e tenere a galla questo paese. E chiunque voglia affondarlo, lo invitiamo molto gentilmente ad andarsene“.

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