5 Dicembre 2020

MotoGP, la storia: Kreidler e la 50cc, una categoria dimenticata (parte 2)

La seconda parte della storia di Kreidler e della 50cc. L'arrivo delle case giapponesi, i primi titoli, lo spettacolo, i costi però troppo alti... Ecco cos'è successo.

Kreidler 50cc

Ripartiamo da dove ci eravamo fermati nella prima parte di questa storia. La preparazione verso il primo Campionato del Mondo 50cc è stata essenziale. Da un lato Kreidler, che aveva le giuste esperienza e competenza contro i giapponesi Suzuki e Honda, non ‘limitati’ dai modelli di produzione. L’azienda tedesca voleva infatti impegnare macchine simili a quelle vendute in commercio.

Honda invece proponeva una struttura completamente diversa: la RC110 era equipaggiata con un motore monocilindrico a quattro tempi da 14.000 giri/min. Suzuki ha optato per il due tempi, puntando anche su uno dei migliori piloti della categoria: il compianto Ernst Degner. Il pilota della Germania dell’Est aveva lasciato da poco MZ e aveva individuato presto i problemi del monocilindrico giapponese. La sua esperienza e i segreti del suo ex datore di lavoro hanno aiutato notevolmente Suzuki a realizzare una macchina potente.

La vittoria si giocherà tra questi tre costruttori, questo è certo. Il trofeo vale oro: il mercato delle 50cc era davvero importante all’inizio degli anni ’60. La prima competizione si disputa a Montjuïc: Hans-Georg Anscheidt conquista la vittoria e porta grande speranza nei team Kreidler. Qualche tempo dopo, l’olandese Jan Huberts fece nuovamente trionfare il marchio di Stoccarda. Il campionato ha un profumo sempre più buono… Finché non si fa avanti un altro tedesco.

Arriva la vittoria per quattro gare di fila. Ernst Degner inizia così la sua marcia, partendo dal TT e continuando per altri tre eventi. È tripudio Suzuki, Kreidler invece si asciuga le lacrime. Honda si consola con alcuni buoni risultati, ottenuti  con lo svizzero Luigi Taveri (che diventerà campione del mondo 125cc). Grazie a questa folle metà stagione, Degner diventa il primo iridato 50cc davanti ad Anscheidt. Segue Taveri su Honda: tre diversi marchi salgono sul podio finale. La competitività è assicurata e quindi anche lo spettacolo.

In questa stagione inaugurale ben cinque diversi piloti hanno vinto almeno una gara: è il risultato più alto in tutte e cinque le categorie. In realtà comunque Suzuki è nonostante tutto un passo avanti. L’azienda di Hamamatsu ha vinto i titoli del 1963 e del 1964 grazie a un uomo: si tratta di Hugh Anderson, arrivato nella struttura giapponese al posto di Degner. Anscheidt finisce sempre sul podio e vince anche le gare, ma non è sufficiente.

Kreidler si vede quindi ritorcere contro la sua politica di correre con i modelli di moto messe in commercio, mentre le fabbriche giapponesi si riservano il diritto di progettare veri e propri prototipi. Ciò ha infine convinto Hans-Georg Anscheidt a cambiare aria, passando così al marchio nemico Suzuki dopo una disastrosa stagione 1965. Il tutto mentre Honda festeggia il suo primo titolo mondiale, vinto con il nordirlandese Ralph Bryans.

L’azienda tedesca di conseguenza ha perso molto peso negli anni successivi. Il loro ex pilota ufficiale ha vinto tre titoli mondiali in rapida successione (!) ma con Suzuki, un’incredibile prestazione che dimostra come stesse cercando di salvare in qualche modo la situazione del suo ex datore di lavoro. La categoria era sempre combattuta e spettacolare (tre piloti in due punti nel 1966), ma la filosofia giapponese aveva fatto esplodere i costi. Il 50cc non era quello che avrebbe dovuto essere.

La FIM ha quindi deciso di adottare misure rigorose per limitare il prezzo di una moto da competizione. In disaccordo con queste decisioni, i giapponesi decidono di abbandonare definitivamente la categoria. Il 1969 appare quindi come una rivoluzione per il 50cc. Il numero di concorrenti è in costante aumento! Emergono anche nuovi produttori come KTM, Garelli, Reimo e molti altri. Kreidler e Derbi, presenti sin dalla prima stagione nel 1962, decisero di incrementare la loro presenza per tornare con il botto.

Germania contro Spagna, una bella partita, insomma. Sul versante dei Pirenei, il leggendario Ángel Nieto. Sul versante del Reno, gli olandesi Aalt Toersen e Jan de Vries. Una battaglia leggendaria che andrà avanti per diversi anni.

Foto di copertina: Joachim Köhler
Foto nel testo: Nationaal archief

L’articolo originale di Nicolas Pascual su Paddock-GP

Lascia un commento