15 Ottobre 2023

MotoGP, cosa manca a KTM per essere davvero l’anti-Ducati?

La KTM RC16 continua a migliorare sotto il profilo tecnico, ma i risultati faticano ad arrivare anche con l'uomo di punta Binder...

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Quella di KTM in MotoGP è una storia difficile da interpretare. Non dimentichiamoci che è un progetto giovanissimo rispetto a colossi come Honda o Yamaha, ricordiamo poi l’attuale strapotere Ducati, ma la sensazione è che non abbia ancora fatto vedere il suo vero potenziale. Meglio detto, non con i suoi piloti ufficiali… Basta ricordare soprattutto Misano, con il collaudatore Dani Pedrosa che ha nettamente salvato un weekend altrimenti da cancellare. Di GASGAS Tech3 si può dire poco, visto che Augusto Fernandez è al debutto (e si sta ben comportando) e Pol Espargaro sta ancora recuperando da un grave incidente. E se il problema di KTM fosse proprio che nei piloti, quindi che manca chi potrebbe fare la differenza? Le voci che accostavano Marc Marquez a Mattinghofen non sono nate per caso…

KTM e Binder

Prendiamo l’esempio di Brad Binder, pilota di punta del progetto MotoGP della casa austriaca. Proprio con questi colori in Moto3 ha vinto il titolo, in Moto2 ci è andato vicinissimo… In classe regina invece la sensazione è che stia mancando sempre qualcosa per il salto di qualità. Binder non è certo un pilota giunto lì per caso, il curriculum parla da solo, ma in top class manca una certa costanza per fare davvero la differenza. E probabilmente non si tratta della moto se un pilota ritirato da anni (anche se parliamo di un talento chiamato Dani Pedrosa) riesce a chiudere 4° a ridosso del campione in carica Francesco Bagnaia in tutt’e due le gare disputate a Misano.

Ma a che punto è la KTM?

Pedrosa e Folger hanno appena concluso gli ultimi test privati a Valencia. La RC16 migliora costantemente, i segnali sono molto chiari, ma i risultati di peso faticano ad arrivare. In 15 GP disputati, quindi 30 gare incluse le Sprint, Binder è stato nettamente il miglior pilota KTM, ma ha ottenuto appena due vittorie ed altri sei podi. Un po’ poco per una casa che potrebbe essere l’anti-Ducati, aggiungendo quindi un rivale ed altro divertimento alle gare MotoGP. Non è detto che la RC16 sia effettivamente arrivata al livello delle Desmosedici, ma troppe variabili e gare storte non permettono di dare un giudizio vero e proprio. Aggiungiamoci che Jack Miller è un vero punto di domanda: tre terzi posti a referto quest’anno, più varie altre top 10, ma senza mai brillare particolarmente.

Errori in Indonesia

Diamo un’occhiata al GP Mandalika: nella Sprint, Binder non ha colpe ma è stato buttato giù in seguito ad un sorpasso maldestro di Aleix Espargaro, che si è prontamente scusato. Ma nella gara lunga è stato proprio il sudafricano a realizzare un doppio pasticcio: un azzardato tentativo di sorpasso ripetuto per due volte ha rovinato prima la corsa del poleman Marini, poi quella dell’ex compagno di box Oliveira, oltre a portare a due Long Lap Penalties. “Meritati al 100%” è stato il successivo commento di Binder. A referto però altre gare senza infamia ma anche senza lode per KTM, che continua a non ruggire secondo le aspettative. Non è certo da dimenticare quello che sta facendo Ducati, ma rimane la sensazione che KTM potrebbe fare ben più di quanto visto finora nel 2023. E che quindi manchi ancora qualcuno in grado di far vedere davvero questo potenziale.

Foto: KTM Images/Polarity Photo

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