7 Dicembre 2020

MotoGP, Cal Crutchlow: “Non mi piace seguire le regole”

Cal Crutchlow si toglie i panni del pilota MotoGP per indossare quelli del collaudatore. "Gli aspetti politici non mi mancheranno affatto".

MotoGP, Cal Crutchlow

Dopo dieci anni in MotoGP, Cal Crutchlow sarà solo un collaudatore Yamaha dal 2021. Tra i motivi che lo hanno portato a dire addio alla carriera di pilota non solo l’età e i risultati che cominciavano a latitare. Ma anche il richiamo della famiglia, la moglie Lucy e la figlia Willow, che finalmente può godersi a tempo pieno, o quasi. Perché il ruolo di tester lo costringerà a test privati e ufficiali e probabilmente a due o tre wild card in sella alla YZR-M1. Quasi tutti i Gran Premi però li guarderà comodamente in TV da casa. “Non vedo l’ora di guardare le gare da casa e di non esserci. Non devo più preoccuparmi di tutto lo stress, la preparazione e il viaggio. Sembra che me ne stia lamentando. Ma quando si invecchia, è così“.

Crutchlow chiude in fase calante

Il 35enne di Coventry chiude dopo sei anni in Honda e con il peggior piazzamento in carriera (18°). Lascia il suo mondo professionale in piena fase calante. “Non riesco più a tenere il passo a questo livello. È così semplice. Sono ancora veloce, ma per come è andato quest’anno, ho capito che voglio essere a casa“. Presto sentirà ancora più forte la mancanza del paddock della MotoGP e gli amici Jack Miller e Sam Lowes. “Mi mancheranno le corse. E mi mancheranno sicuramente i miei amici. Ho corso per così tanto tempo, mi mancherà quello spirito competitivo. Ma forse lo userò da qualche altra parte“, ha aggiunto Cal Crutchlow a Speedweek.com. Nella famiglia e nel lavoro di collaudatore Yamaha.

Cal in pensione con meno stress

Ci sono poi gli aspetti “politici” che sicuramente non rimpiangerà, oltre allo stress dei risultati e i viaggi frenetici da un capo all’altro del mondo. “Quello che non mi mancherà necessariamente sono alcune cose. Ed è per questo che ho preso la mia decisione: viaggiare, gli aspetti politici delle corse… ci ho lottato a lungo e l’ho gestita come meglio potevo. Ma non puoi gestire cosa sta succedendo tra i produttori, quali regole ci sono e tutte queste cose. Non mi mancherà questa parte. O forse semplicemente non mi piace seguire le regole“. Fortunatamente la MotoGP ha ancora un dna sportivo secondo Crutchlow. “Le corse sono ancora uno sport. Ma ovviamente è anche un business: siamo nel settore dell’intrattenimento. Riguarda se vuoi affrontarlo o meno. E penso che questo è uno dei motivi per cui ho smesso“.

Foto: Getty Images

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1 commento

  1. fzanellat_12215005 ha detto:

    Gran bel personaggio Cal Crutchlow.
    Non ha mai nascosto i suoi pensieri e la
    sincerità va apprezzata.
    Negli anni migliori era il miglior pilota satellite
    dell’intera Motogp.
    Altri piloti meno ambiziosi avrebbero scelto
    di rimanere in Sbk ed essere vincenti( o lottare).
    Cal non si è accontentato e ha riportato gli
    inglesi a vincere in top class, dopo un certo
    Barry Sheene.