16 Aprile 2023

MotoGP: Aprilia ha il raffreddamento acqua ad alta pressione come le F1?

La telecamera montata sull'Aprilia di Aleix Espargaro ha carpito un particolare tecnico interessante. Ecco a cosa serve

Aprilia, MotoGP

La telecamera di bordo montata sull’Aprilia RS-GP di Aleix Espargaro durante la Sprint Race del GP delle Americhe MotoGP ha mostrato un curioso particolare. Lo vedete evidenziato dal circoletto giallo, sulla parte destra del profilo in carbonio proprio dietro la forcella. Ricordiamo che lì sotto non c’è il serbatoio del carburante, come sulle moto stradali: nelle MotoGP è sistemato molto più indietro, praticamente sotto la seduta del pilota, più vicino al baricentro del veicolo. Cos’è e a cosa serve questo tubicino con il tappo e un cavo collegato alla sommità?

Circuito acqua in pressione

Potrebbe (il condizionale è d’obbligo…) essere lo sfiato di sicurezza del circuito dell’acqua di raffreddamento del motore V4, che quindi dovrebbe operare “in pressione“. E’ una soluzione che viene adottata in fase di progettazione di propulsori di altissime prestazioni, perchè ci sono vari vantaggi. Il primo è che, aumentando la pressione nel circuito, l’acqua va in ebollizione non ai canonici 100 °C, ma ai 107-108 °C. Lo sfiato di sicurezza è necessario in caso di surriscaldamento oltre questa soglia, o magari in caso di emergenza determinato da incidenti. E’ probabile che i piloti Aprilia siano istruiti nell’utilizzo di questo dispositivo, da qui la presenza del cavetto.

A cosa serve il raffreddamento in pressione?

L’aumento di temperatura permette al motore di lavorare in condizioni più estreme, aumentando il rendimento termodinamico, quindi la potenza erogata. Inoltre, sempre con l’acqua in pressione, il rendimento dell’apparato di raffreddamento aumenta, per cui si possono progettare radiatori di minori dimensioni, con l’ulteriore vantaggio di poter ottimizzare il posizionamento in sede di progettazione degli ingombri dei particolari del veicolo.

I tentativi in Superbike anni 2010

Il circuito di raffreddamento acqua in pressione non è una novità. In Superbike, per esempio, Aprilia e Ducati ci avevano lavorato a fondo negli anni a cavallo del 2010-2015, quando c’era maggiore libertà di preparazione rispetto ad oggi. Sulle derivate dalla serie la controindicazione all’utilizzo di questo sistema era che il flusso di aria così calda proveniente dai radiatori poteva disturbare i piloti, a rischio di ustioni e in difficoltà nella guida. Entambe le case italiane avevano cercato di ovviare cominciando a studiare l’internal duct, cioè il flusso d’aria che scorre all’interno del veicolo. Già allora Aprilia e Ducati erano molto avanti nella sperimentazione di apparati e filosofie progettuali di derivazione auto. L’attuale vantaggio tecnico in MotoGP non nasce per caso, ma affonda le radici in quell’epoca.

Aprilia è molto avanti, ecco perchè

Il problema dei flussi d’aria calda sulla RS-GP è stato risolto alla radice, perchè la moto è progettata in modo che ci siano due flussi distinti d’aria: uno esterno al veicolo, regolato dalla forma della carenatura e varie appendici aerodinamiche, l’altro interno. L’aria caldissima che esce dai radiatori resta all’interno della moto e fuoriesce nel posteriore, senza creare problemi ai piloti. L’Aprilia è una MotoGP molto “chiusa”, cioè i flussi interni non interferiscono con l’esterno. Lo stesso concetto che ispira la progettazione delle vetture di F1.

Che guadagno c’è?

Aprilia sta attingendo a piene mani alla tecnologia F1, sia per quanto riguarda progettazione e gestione del motore, sia per l’aerodinamica. Poter tenere l’acqua di raffreddamento a 108 °C (invece di 90-100 °C) garantisce un guadagno di potenza. Quanto è difficile da ipotizzare, ma probabilmente nell’ordine dei 3-4 cavalli. Sembra poco, ma in una MotoGP sofisticata come quella di oggi, sono dettagli di questo genere che possono fare una grande differenza.

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