22 Aprile 2023

Moto3, Alessandro Tonucci: “Adesso Ortola ha fatto il passo avanti”

Ad Austin il primo successo di Ivan Ortola. La soddisfazione, il lavoro del team e tanto altro nell'intervista ad Alessandro Tonucci.

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Un GP Austin 2023 indimenticabile per Ivan Ortola e Angeluss MTA Racing. Sia lo spagnolo che la squadra di Alessandro Tonucci, alla prima grande soddisfazione mondiale mai raggiunta da pilota, hanno conquistato la prima vittoria nel Mondiale Moto3 alla fine di una gara pazzesca. Dal numero da circo dopo poche curve alla rimonta capolavoro che è valsa il trionfo sul tracciato texano. Un risultato che non è arrivato per caso, ma che è un mix di fattori: su tutti questo giovane talento in grande crescita ed una squadra, in parte rinnovata con l’arrivo delle tre tecniche, che sta funzionando. Una grande iniezione di fiducia, un primo risultato di peso che si cercherà di ripetere quanto prima. Tonucci, pur con l’amarezza per l’incidente di Stefano Nepa (qui ci ha spiegato come sta), ci racconta tutta la fierezza per il risultato del suo pilota e del suo team.

Alessandro Tonucci, prima vittoria nel Mondiale Moto3!

Lo dicevo da tempo, le performance erano sempre più buone ed eravamo vicini al podio con tutt’e due i piloti. Quindi mi sono detto che quest’anno, se fossimo ripartiti da dov’eravamo arrivati, durante l’anno un podio poteva venire fuori. Per me potevamo stare nei primi 5 con entrambi ed alla fine s’è visto: Stefano era sempre lì. Ivan purtroppo a Portimao s’è preso i Long Lap e poi nella foga è caduto, in Argentina con l’acqua sono caduti in tanti e ha sbagliato anche lui per provarci, ci sta. In America quindi ero convinto che, se andava tutto liscio, arrivava un podio. Venerdì hanno lavorato bene, sabato hanno chiuso 3° e 6° in qualifica, lo sentivo.

Magari però ti ha sorpreso il modo in cui è arrivato il successo.

Non mi aspettavo una gara del genere dopo che praticamente era caduto! Aveva la moto di traverso con tutt’e due le ruote alte, sembrava un panettone del Supercross. L’ha rimessa dritta, da 21° va a vincere così girando a metà gara un secondo più forte di Sasaki… Quello non me l’aspettavo! Io ho sempre creduto in Ivan dal CEV 2021, abbiamo fatto davvero di tutto per tenerlo. Che è forte l’ho sempre saputo, ma così come ha fatto domenica… Anche il pilota più forte ed in forma stratosferica forse avrebbe fatto fatica a fare una cosa del genere. È stato un insieme di cose: la moto era veramente a posto, lui è in forma e lo era già da prima, anche se non aveva concretizzato. Ma è stato proprio forte a venire su, senza mai sbagliare! Sono rimasto sorpreso, una vittoria così non me l’aspettavo.

Soprattutto dopo quel grosso rischio iniziale. Alessandro Tonucci, qual è stata la tua prima reazione?

Ormai non salto neanche più. Sono talmente agitato quando sono davanti loro… Ho l’Apple Watch che mi segna 160 battiti da seduto. Comunque sto lì e non dico niente, se dessi libero sfogo all’ansia ribalto il box. Ma quando l’ho visto in highside dentro di me mi sono detto “Ecco anche oggi è andata, 21° su una pista così”. L’anno scorso in Thailandia era successo lo stesso, si era mezzo centrato all’inizio della gara con un altro pilota, non ricordo chi, ed aveva perso posizioni. Quella volta però non era tornato su, invece adesso ha fatto lo step come pilota.

Cos’è cambiato in particolare?

Lavora diversamente nelle prove e gira da solo, che era quello che gli mancava. Ha fatto quel passo lì e ora secondo me può diventare un pilota di riferimento della categoria. Vediamo come reagirà da qui in avanti, ma solitamente quando arriva quello che manca, quindi un podio od una vittoria, si sblocca. Era già pronto, ma ora l’ha concretizzato, quindi sa che lo può fare! Non dico adesso vincere tutte le gare, ma stare sempre nei primi 5 e giocarsela… Dobbiamo chiaramente lavorare tutti e rimanere concentrati, ma si può fare.

A fine gara Ortola ha detto che, dopo il rischio highside, è riuscito a concentrarsi di nuovo ed a lanciarsi.

Io la vedo così. Non dico che quel highside gli abbia dato più carica, però forse l’ha liberato dal fatto di essere davanti fin dall’inizio. Qualcosa tipo “Peggio di così non posso fare, non ho più niente da perdere e cerco di recuperare”. Si è quindi messo tranquillo, ha visto poi che gli veniva facile, s’è convinto che poteva farlo ed è andato su. Cosa che in realtà è molto più difficile di quando sei già davanti e stai nel gruppo. Ma dico io, non gliel’ho chiesto, dopo la gara abbiamo più vissuto il momento senza tante domande. Ma ha fatto un capolavoro!

È certamente una bella iniezione di fiducia per Ivan Ortola.

Quando sei in sella però non ti rendi conto, poi magari ti rivedi e capisci che eri praticamente per aria… Secondo me, anche se fosse rimasto nei primi, di problemi ce n’erano pochi. È solo positivo quello che è successo, anche perché è andata bene. Alla 2 con un highside così poteva riportare al box la moto piegata in due, come quella di Suzuki, con le forcelle aperte. In più rischiava di farsi molto male, poteva essere un highside peggiore di quello di Nepa: se ti spara in quel punto non è bello. È andato tutto bene.

Per Alessandro Tonucci ed il team MTA invece cosa significa questo risultato?

Siamo una squadra nuova, che è arrivata prima dal CIV e poi dal CEV e proprio con Ortola. È lì che ci siamo alzati, ci ha portato lui a giocarci il titolo fino all’ultima gara con Holgado e Munoz. Arrivi al Mondiale, dopo un anno e due gare vinci: è una grande soddisfazione, molto emozionante. Per me soprattutto, visto che ho corso e senza mai vincere una gara, ho solo fatto un podio! L’ho vinta da qui, va benissimo lo stesso.

Un “bravo” quindi anche al te ed alla squadra!

Ma non ero io in pista… Sì certo, bisogna creare la situazione, ma alla fine è il pilota che ti porta a vincere. Con tutto il team che devo davvero ringraziare, “Frigno” [Federico Fergnani, ndr] soprattutto, nostro ingegnere e capotecnico di Ortola. Abbiamo poi la telemetrista Angela [Benavente], davvero molto brava ed un buonissimo aiuto in aggiunta ai meccanici che già c’erano, c’è anche la nuova aiuto-meccanico [Uxia Rodriguez Nebra]… Si è creata una situazione che ci dà una grossa mano, siamo davvero molto organizzati. Rispetto all’anno scorso siamo messi molto bene, di questo sono contento. Poi anche Aurora, da team manager, mi sta aiutando molto. Abbiamo chiaramente un altro tipo di esperienza: lei ha 20 anni, poi io ho corso e lei no, ma arriverà anche lei a capire tutte le cose. Come ho fatto io partendo dal CIV dopo la carriera da pilota. Non sono Guidotti o Borsoi, magari un giorno arriverò, ma ho ancora molto da imparare. Ma è la mia vita e non ho fretta.

Adesso si può solo fare ancora meglio, giusto?

Io rimango con i piedi per terra. Dopo una vittoria del genere ti vengono a dire che ora pensi al titolo… Tutti partono per giocarsi il titolo. Ma siamo solo alla terza gara e ne mancano 18, quindi stiamo calmi. Si può fare molto bene e ci si può divertire, poi vedremo.

Il GP Austin però dimostra che pilota e team hanno il potenziale e possono rifarlo.

Realisticamente sì, proprio per come ha vinto. Oltre ad un certo modo di lavorare fin dal venerdì. Non siamo partiti in 25^ posizione ed abbiamo vinto solo perché sono caduti in 15 o comunque per qualche situazione particolare. Siamo sempre lì. Sono arrivati due zeri per sfortuna, sanzioni o per errore suo, altrimenti sarebbe stato nei primi 5-6 anche nelle prime gare a mio avviso. Poi una corsa è imprevedibile, ma a livello di performance siamo in linea per stare sempre lì a giocarci qualcosa. I numeri per farlo ci sono.

E non solo perché la Moto3 è forse la categoria più ‘imprevedibile’.

Sì, però anche qui si vede chi è più a posto o chi comunque può fare la differenza. Adesso i due piloti più forti secondo me sono Sasaki e Masia, anche se poi sbagliano anche loro. Ci aggiungerei Ortola ma non perché ha vinto, io lo dicevo anche prima. Solo che prima magari il discorso era “Grazie, è il tuo pilota!”, adesso invece ha concretizzato quindi si può fare. L’anno scorso, quando dicevo di tenerlo, mi dicevano che tanto era alto, da Moto2, dove vuole andare… Ma io ho sempre creduto nei miei due piloti. Mi dispiacerà quando arriverà il momento di separarci, sono due bravissime persone e non sono facili da trovare nell’ambiente.

In effetti Ortola è molto alto, come gestisce questa cosa sulla Moto3?

Per lui non è un problema: è alto, ma è molto leggero, pesa praticamente come Nepa. Ha poi un’elevata capacità aerodinamica di mettersi in carena. La sua moto infatti non va più piano, ha sempre una delle prime velocità.

Un altro aspetto importante è appunto arrivare a girare da solo ed essere veloce. Come ci siete arrivati?

Nell’ultima gara a Valencia era 4° assieme a Garcia, poi lui ha preso un po’ di margine e si è ritrovato da solo. Ha perso praticamente sei secondi in 3-4 giri solo perché non aveva il riferimento. Gliel’abbiamo fatto pesare molto, era una cosa che già durante l’anno gli avevamo fatto notare ma non entrava. Non è comunque facile, non sei un robot a cui basta schiacciare un pulsante. Durante l’inverno lui ha svolto un lavoro a casa, si è allenato in un certo modo, gliel’abbiamo fatto applicare dal primo test e adesso gira da solo. Lavora così sulla sua moto, poi quando o se capita la scia fa solo uno step in più, sapendo cosa succede. Prima non era così: cercava solo la scia, veniva un bel tempo ma non sapeva perché, adesso invece sì perché ha i suoi riferimenti.

Alessandro Tonucci, che margine di crescita ha questo ragazzino?

Per prima cosa, quello che vorrei vedere è la costanza. Avere una certa autorità, nel senso di essere sempre lì a giocarsela senza grossi salti di performance. Adesso che ha vinto non vorrei che la prossima gara arrivasse 20°… Questo però si può confermare solo andando avanti. Visto il suo lavoro sia fisico che mentale non vedo però grossi problemi, ma ci sono tanti piloti che vincono la gara e poi ti fanno metà stagione in cui prendono punti a fatica. Sono scaramantico, ma credo che lui possa rimanere sempre in quelle posizioni, massimo nei 5-7, fino alla fine dell’anno.

Intanto la prossima settimana tocca al GP a Jerez.

Lui lì va molto forte, due anni fa abbiamo fatto la pole e si è giocato la gara fino all’ultimo giro. È una pista che gli piace, anche se devo dire che in realtà gli piacciono tutte. Questo poi è il secondo anno, come tutti sa i suoi tempi di reazione e adesso sta lavorando bene. Per me può stare lì.

Lo aiuterà magari anche il fatto di correre in casa?

Lo conosco bene, è uno a cui frega poco questo discorso. Casa o non casa non gli interessa molto, magari può esserci un po’ più di pressione, ma non si lascia influenzare da queste cose. Vediamo dopo la prima vittoria come gli cambia la testa, ma non penso: lo sento carico.

Il primo obiettivo sarà provare a riconfermarsi, giusto?

Sicuramente lui più di me. Tutti lo vogliamo e siamo qui a preparare tutto per farlo, ma il pilota è il protagonista principale, il nome che viene fuori quando vince, poi c’è il nome del team. Lui chiaramente punterà a rifarlo o comunque a stare lì a giocarsela, Jerez poi è una pista che gli si addice. Anche io comunque non vedo l’ora di andare!

Alessandro Tonucci, un pronostico per Jerez?

Dico solo che possiamo stare nelle posizioni divertenti! Vale a dire fare le gare nel gruppo di testa, niente di più. Le previsioni dicono però che sarà molto caldo, 33-35° C e sotto il sole, poi ci sarà poco grip. Sarà una gara non facile.

E per Nepa?

Non lo so, andiamo di ora in ora. Secondo me ci sarà l’idoneità, poi questa gara va come va, non c’è nessuna pretesa. Vedremo poi per i test di martedì, giriamo il giorno dopo la MotoGP. Comunque se sta bene, perché se deve soffrire per arrivare 23°, rischiando di buttarsi per terra, allora non avrebbe senso. Anche se so che è difficile un discorso del genere… Io a Jerez, quando mi sono rotto la caviglia nel 2012, sono arrivato al secondo test con 12 punti e mi sono steso di nuovo. Quando sei lì però non ci pensi, capita e basta. Ma [Stefano Nepa] in generale non fa cose fuori dalla logica, quindi vediamo.

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Foto: Angeluss MTA Racing

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