14 Settembre 2019

Marc Marquez antidiplomatico nella roccaforte di Valentino Rossi

Valentino Rossi e Marc Marquez s'incrociano nella Q2 di Misano, ma stavolta la risposta del pilota Honda non è per nulla diplomatica.

Valentino Rossi
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Tra Valentino Rossi e Marc Marquez l’ascia di guerra non è mai stata deposta. Non serve una stretta di mano prima del podio di Rio Hondo per archiviare i fatti di Sepang del 2015 e l’incidente in Argentina del 2018. Si tratta di imporre il proprio dominio, perché non bastano 9 nove titoli mondiali o essere il campione in carica, il passato o il presente della MotoGP. A Misano qualcosa è cambiato. Stavolta il Cabroncito non tende la mano come nella conferenza stampa di un anno fa. Fa un nodo per ricordare il rifiuto di Vale davanti al mondo intero e alla prima occasione restituisce il colpo.

Nel sabato di Misano l’impressione è che Marc Marquez abbia alzato il livello dello scontro in una guerra fredda mai assopita. . “La mia lotta è il campionato, ci sono piloti che non possono più per combattere per il Mondiale“. Nessuna scusa per un episodio in cui nessuna ha torto e nessuno ha ragione. “Onestamente non ho chiesto scusa, è che non sapevo cosa stesse succedendo“. E a pensar male “spesso si ha ragione, meglio non pensarci“. Dichiarazioni che in caso di podio calamiteranno una pioggia di fischi nella roccaforte di Valentino Rossi

Frecciate velenose che nelle ultime settimane non hanno avuto solo il pesarese come obiettivo. Appena due settimane fa a Silverstone ha preso di mira il compagno di team Jorge Lorenzo: “Quando ti impegni in un progetto vincente come quello della Honda, devi continuare. Lo ha scritto anche sul casco, quando credi in qualcosa devi avere fiducia di poterlo fare“. Marc Marquez ha sempre marcato il territorio Honda e ricordato al neo arrivato che a guidare lo sviluppo della moto è il pilota vincente. Le vittorie gli danno potere, in pista e davanti alle telecamere. Come quando ai cronisti Sky spiattella in faccia il +78 su Andrea Dovizioso

Stavolta i commissari FIM vogliono gettare acqua sul fuoco di una polveriera che rischia di esplodere. I due fuoriclasse vengono convocati alla corte di Freddie Spencer, presidente dello Stewards Panel FIM, ma senza subire penalizzazioni. Un richiamo ufficiale durato 15 minuti per evitare ripercussioni, dal momento che tra i due ci sono precedenti pericolosi. La mente non può non ritornare alla gara in Malesia di quattro anni fa. “Penso più a Rio Hondo, quando mi ha fatto cadere senza motivo – ha dichiarato Valentino Rossi –. Ha provato a passarmi alla curva 11 sapendo che mi stava rovinando il giro. Per andare avanti è andato sul verde. In seguito ho provato a sorpassarlo, ma sono andato lungo… Credo che se rispolveriamo i fatti del 2015 lo infastidiranno più di me“.

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