15 Febbraio 2024

Forward Racing, dietro le quinte: l’uomo chiave della sfida Moto2

Luca Sandrucci, "ufficio tecnico" di Forward, ci racconta del lavoro sulla Moto2 e del suo doppio ruolo nel 2024. L'intervista.

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Non è facile dare filo da torcere all’armata KALEX, ma Forward Racing ci sta provando con la sua Moto2. La prima versione s’è vista l’anno scorso, quest’anno il progetto è stato rivisto per risolvere i maggiori problemi riscontrati nel 2023 e realizzare una moto totalmente “made in Forward”. Luca Sandrucci, progettista ex Aprilia, è la mente di questo progetto, ma parallelamente quest’anno dovrà anche occuparsi del debuttante Xavi Artigas, di cui sarà capotecnico. Due ruoli di peso nella squadra di Giovanni Cuzari, come se la caverà? Durante la presentazione a Milano abbiamo avuto modo di farci spiegare il suo impegno in questa struttura Moto2.

Luca Sandrucci, raccontaci il tuo ruolo in Forward.

Io disegno la moto e la progetto fisicamente, nel senso che sono dietro al pc a fare disegni e simulazioni per telai, forcelloni… Diciamo che io sono l’ufficio tecnico, composto da una persona! [risata]

Un impegno non da poco.

Eh sì! Diciamo che l’idea parte da me, poi il nostro partner e fornitore principale ci dà una mano a ingegnerizzare e industrializzare tutti i pezzi, renderli quindi “veri”. Finché è sul computer è tutto bello, poi bisogna farlo veramente, è una cosa diversa.

Anche perché parliamo di una moto che deve affrontare un Mondiale.

Non è facile, ma soprattutto perché non abbiamo molti dati, visto che siamo partiti l’anno scorso. Abbiamo affrontato tutta la stagione con una moto che aveva dei pregi, ma anche un difetto in particolare: faceva molta fatica a chiudere le curve. L’hanno dichiarato tutti i piloti, e il tempo si fa lì. Raccogli quindi tutte queste informazioni, guardi i dati e ci devi ragionare un po’.

Risultato?

Ho progettato sette versioni diverse del telaio, di cui una è stata realizzata in stampa 3D per vedere i premontaggi. Ma non è quella che abbiamo realizzato, c’è stata poi un’ottava versione ancora diversa, quella definitiva. L’importante è sempre saper ascoltare i piloti e riuscire a incastrare il commento del pilota con il dato tecnico.

La nuova Forward ha già debuttato nei test a Valencia, com’è andata?

Il nostro problema è stato risolto, alla fine era solo una questione di combinazione di rigidezze. Senza entrare troppo nello specifico, la moto di prima insomma era un po’ troppo rigida.

Come si risolve?

Si parte sempre da un foglio bianco, ipotizzi una forma di un telaio e dici bene, partiamo dal punto zero. Conoscendo le rigidezze del vecchio telaio, si inizia col processo comparativo tra il disegno iniziale, quindi il punto zero, la versione 1 e il telaio con cui hai fatto la stagione 2023. Capisci un attimo com’è, se i numeri ti soddisfano fai un altro step, altrimenti torni indietro, ipotizzi altre forme e geometrie.

Escrig ha provato poco anche la moto 2023, Artigas è al debutto, cambiano le gomme… Variabili non da poco, giusto?

Sono aspetti importanti, sì. Le nuove gomme però sono una variabile ma anche no, nel senso che comunque chi andava forte con le Dunlop lo farà anche con queste. Le Pirelli poi sembrano dare molta più confidenza, i tempi si sono già abbassati. È vero che c’è un maggiore degrado in breve tempo rispetto alle Dunlop, ma è una cosa che si può gestire. Fortunatamente nel team abbiamo Lucio [Gomes, responsabile tecnico, ndr] e l’altro capotecnico Riccardo, che hanno lavorato per anni con le Pirelli e sanno come trattare queste gomme. Su quel punto ci sentiamo abbastanza forti.

Valencia però non sempre è “veritiera” per raccogliere informazioni…

Sì, è vero. Diciamo che è una pista particolare. Se uno vuole avere la prova del nove dovrebbe andare a girare a Jerez, però una cosa che ci ha dato fiducia e sicurezza è che quel problema della moto 2023 c’era anche a Valencia. Abbiamo fatto un giorno di test comparando la moto vecchia e quella nuova: basandoci sul cronometro, sui commenti dei piloti e sui dati, abbiamo riscontrato che effettivamente questa nuova moto si riesce a girare, diciamo così. Il carattere è sempre quello, chiaro poi che bisognerà adattarsi a tutte le piste del Mondiale. Lo abbiamo fatto prevedendo un telaio di rigidezza variabile, c’è la possibilità di giocarci per aggiustare il tiro in base alla pista.

Oltre al telaio, cos’altro avete sistemato sulla nuova Forward?

Abbiamo fatto delle migliorie sul serbatoio, per migliorare il pescaggio e sfruttare al massimo tutta la benzina a disposizione, senza andare magari col mezzo chilo di sicurezza che ti tieni sempre. Durante la stagione proveremo anche dei nuovi link: l’anno scorso abbiamo raccolto parecchie informazioni, però non abbiamo poi realizzato. Abbiamo anche lavorato sulla sospensione posteriore e la sua progressione. Il forcellone invece secondo me è già quasi al limite: abbiamo diverse specifiche di rigidezza, ma la versione più “morbida” secondo me è già al limite. C’è del margine anche lì, ma non è prioritario: quando avremo sistemato tutto il resto allora potremo concentrarci sul forcellone e capire come migliorare anche quell’aspetto.

Sei anche capotecnico di Xavi Artigas quest’anno. Come si gestiscono due ruoli così diversi?

Io nasco progettista, vengo dal reparto corse Aprilia, quindi questa parte mi viene relativamente semplice, la sento mia. Non mi aspetto grossi stravolgimenti sulla moto durante l’anno: ad agosto-settembre dell’anno scorso ho affrontato tutto il progetto del telaio nuovo che poi abbiamo portato a Valencia. Se le cose vanno come devono non mi aspetto lo stesso quest’anno, quindi il lavoro di progetto sarà minore e potrò concentrarmi di più sulla gestione del pilota. Nelle gare europee ci sarà Lucio, finora capotecnico mentre io ero telemetrista, che mi darà supporto per questo ruolo. Siamo in pochi e fare il costruttore non è facile: io magari dovrò coprire parti di progetto e Lucio quindi mi coprirà nella gestione del pilota in pista, e viceversa. Siamo complementari. Non è il metodo classico in una squadra ma ci stiamo trovando bene.

Quindi la parte più “complicata” per te sarà curare la crescita di Artigas.

Quella è la vera sfida! Ho già fatto il capotecnico ma solo nell’Europeo: nel 2020, sempre con Forward, ho seguito Hector Garzo. A livello Mondiale però per me sarà un debutto. Fosse stato l’anno scorso sarebbe stato impossibile perché dovevo pensare a rifare tutta una moto, quindi c’era già abbastanza da fare, oltre al ruolo di telemetrista. Vedremo, sono fiducioso.

A livello di risultati, il team Forward a cosa può ambire?

Nelle prime gare già pensare di stare in zona punti con Alex [Escrig] sarebbe un grande risultato, visto che veniamo da un anno molto difficile. Con Xavi [Artigas] mi aspetto delle prime gare in cui dovrà capire la moto, oltre a conoscersi e capire come lavorare insieme per poter sfruttare tutto il potenziale. Sono convinto però che, se messo in buone condizioni e a suo agio, si potrà fare qualcosa di buono. Prima si dovrà costruire la fiducia di squadra, poi da lì sarà tutto in discesa.

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