4 Febbraio 2023

Vanni Lorenzini: il motorista, il team manager, l’uomo

Vanni Lorenzini si racconta a Corsedimoto. Dagli esordi al Titolo Mondiale con Sofuoglu, dalla chiusura del team al suo presente.

Vanni Lorenzini, Massimo Roccoli, Superbike

La forza della passione, della professionalità, della saggezza. Difficile raccontare Vanni Lorenzini, uno tra i più grandi tecnici e team manager che il paddock della Superbike abbia mai avuto. Ha vinto un Europeo Superstock, un Mondiale Supersport e tanti titoli italiani. I giovani lo hanno sempre guardato con ammirazione ma anche con pizzico di soggezione. E dire che Vanni è sempre stato estremamente cordiale, alla mano, disponibile con tutti. Ma Lorenzini…è Lorenzini. Semplicemente il top. Negli anni ha sfidato tante tempeste, sia nel motociclismo che nella vita, ma ne è sempre uscito a testa alta, anzi, altissima. Si è distinto per la sua estrema correttezza ed è impossibile trovare qualcuno che parli male di lui.

“Ho iniziato a lavorare nelle moto nel lontano 1994 – racconta Vanni Lorenzini a Corsedimoto – con il team Gimotor. Abbiamo subito vinto il Campionato Italiano con Marco Risitano. Ho lavorato poi per due anni nel Trofeo Thunderbike poi di nuovo nel Campionato Italiano con Bimota e successivamente con Suzuki. Nel 1999 ho fondato il Team Lorenzini by Leoni assieme a due soci: Leoni e Di Napoli. Il nostro primo pilota è stato un giovanissimo Vittorio Iannuzzo. Dal 2000 fino alla fine siamo stati anche Team Italia. Tra l’altro ho collaborato a lungo anche con il Bike Service di Stefano Morri”.

Dal 2000 al 2013 il Team Lorenzini by Leoni è stato tra i migliori a livello italiano e mondiale.

“Abbiamo vinto 8 Titoli Italiani, un Europeo ed un Mondiale ed abbiamo lanciato tanti giovani. Gli anni più belli sono stati quelli con Yamaha”.

Tra i tuoi piloti chi ti è rimasto di più nel cuore?

“Tutti perché sono ancor oggi in ottimi rapporti con tutti i miei piloti. Quando si vince e si condividono certe emozioni è una cosa naturale. I legami più forti li ho con Massimo Roccoli con cui ho vinto 3 titoli italiani e con Michele Pirro perché sono quelli che hanno gareggiato con me più a lungo. Con molti dei miei ex piloti ci sentiamo ancora”.

Quali sono stati gli anni più belli e quali i più brutti del Team Lorenzini?

“Finché sono rimasto con Yamaha è andato tutto bene. Dal 2009 in poi ho iniziato a vedere il brutto del motociclismo. Quando le cose hanno iniziato a diventare più grandi sono arrivati i problemi. C’è stato un pilota che si è comportato male e non ha rispettato gli impegni presi, sono giunte le difficoltà con gli sponsor e la strada è diventata tutta in salita. Gli ultimi anni non mi divertivo più. Non riuscivo a fare il mio lavoro di tecnico, non avevo tempo di lavorare ai motori ma dovevo arrabattarmi per fare quadrare i conti del team”.

Il 2012 è stato un sogno o un incubo?

“Nel 2012, proprio nell’anno in cui abbiamo vinto il Mondiale Supersport con Kenan Sofouglu, ci sono saltati due sponsor molti grossi. Abbiamo temuto di non riuscire a finire il campionato anche se eravamo in testa. Da non dormirci di notte. Io ho cercato con ogni mia forza di salvare la squadra e sono andato avanti ancora, con l’arrivo di un partner russo. Nel 2013 le cose sono andate abbastanza bene ma l’anno dopo la situazione del team si è aggravata e mi sono ritirato”.

Hai lasciato quasi in silenzio, con grande dignità.

“Ho chiuso senza debiti con il personale, meccanici e fornitori. Mi sono sempre comportato in modo corretto. La decisione è stata estremamente sofferta, un dramma interiore, perché sono un super appassionato. Mi è dispiaciuto tantissimo lasciare. La chiusura del team l’ho vissuta come una sconfitta personale: mi sono chiesto dove, cosa, avessi sbagliato. Ho conquistato tanti risultati, ho vinto un Mondiale ma non è bastato. Poi però mi sono reso conto di avere fatto la scelta giusta. Dopo che chiuso il team ho ritrovato la serenità che mi era mancata negli ultimi tempi e sono ripartito”.

Dopo cosa hai fatto?

Ho aperto la mia officina e tra l’altro ho fatto i motori a Mahias quando ha vinto il Mondiale. Tramite un mio ex pilota, Vizziello, ha conosciuto Sandro Carusi ed ho lavorato con lui. Sandro mi è subito sembrato serio e corretto: mi sono trovato benissimo. Abbiamo fatto un bel percorso assieme, diventando poi team ufficiale Yamaha nella Stock. Sono stati anni ricchi di soddisfazioni”.

Perché hai lasciato Motoxracing?

“Nel 2020 mi ha chiamato Vinales. Il progetto mi attirava. Voleva aprire un team da zero, fare correre il nipote ed un altro ragazzino nel Mondiale 300 ed aveva bisogno di una persona esperta che gestisse il settore tecnico. Nel 2021 Vinales era impegnato con il figlio in MotoGP. Non veniva quasi mai alle gare, mi occupavo di tutto io, c’era un bel clima nel team e ho lavorato bene. Nel 2022 era molto più presente e sono subentrati una serie di problemi, di vario genere. Lo posso dire apertamente: non ha rispettato gli impegni economici presi con me e con altri. Nel team assieme a me c’era Fabio, un ragazzo che poi mi ha presentato MRT con cui collaboro attualmente”.

Alessandro Antonini, proprietario MRT, ci ha raccontato che eri andato un giorno a Cremona e lui era quasi in soggezione (leggi qui).

“E’ successo veramente così. Fabio mi ha detto di andare a Cremona dove girava MRT e mi sono trovato subito bene. E’ una struttura molto professionale ma nello stesso tempo familiare. Rivedo il Team Lorenzini dei primi anni, c’è lo stesso clima ed entusiasmo. Sono seri, capaci ed appassionati. Quest’anno andrò con loro alle gare di Coppa Italia e al CIV. In più collaboro, da tempo, con qualche altra realtà tipo Gomma Racing. L’anno scorso sono stato anche il motorista di Marco Bussolotti che ha vinto il CIV 600 Supersport “.

Vanni Lorenzini, tornerai nel Mondiale?

“Chissà. Intanto collaboro come motorista con il MIE Honda nel Mondiale Superbike. Il merito è di Luca Rosa, meccanico del MIE, un ragazzo di cui vado particolarmente fiero. Luca ha iniziato a collaborare con me che era un ragazzino, appena uscito da scuola, e io ho cercato di trasmettergli la mia esperienza. E’ diventato veramente bravo”.

Lascia un commento