1 Agosto 2023

Honda di gioia: la rivincita di Tarran Mackenzie e Midori Moriwaki

La vittoria in Gara 2 Supersport a Most di Tarran Mackenzie con il team di Midori Moriwaki è già storia: il riscatto al culmine di difficoltà conosciute e poco conosciute.

Honda di gioia: la rivincita di Tarran Mackenzie e Midori Moriwaki

Adottando una terminologia prettamente anglosassone, quella di Tarran Mackenzie con il team di Midori Moriwaki in Gara 2 del Mondiale Supersport a Most è la più classica delle vittorie da “underdog“. Da sfavorito, sulla carta, contestualmente autore di un grande “upset“, ossia sovvertendo ogni genere di pronostico. Non potrebbe essere altrimenti: passare dall’esser soddisfatti dei progressi compiuti per avvicinare la top-20 (!) al vincere una gara mondiale. Frutto di circostanze favorevoli, di un azzardo pagato, ma con pieno merito e titolo. Le vittorie da “underdog” mettono sempre tutti d’accordo ed emozionano chiunque. Per quanto, con quei cognomi così blasonati nel motociclismo, suona strano definirli tali Tarran Mackenzie e Midori Moriwaki.

LA RIVINCITA DI TARRAN MACKENZIE

Pensando a Tarran Mackenzie, in questo 2023 tutti si sono posti la seguente domanda: “ma chi gliel’ha fatto fare di correre in Supersport con il team MIE Racing?“. Ancor più se con una Honda CBR 600RR lungi dal definirsi competitiva e, nei primi round, addirittura non omologata. Lui, figlio d’arte (il più giovane tra i figli-piloti del mitico Niall), non più tardi di due anni or sono Campione del British Superbike e tra gli osservati speciali del circus delle derivate dalla serie. Per quali ragioni ha accettato di tornare in sella ad una 600, tipologia di moto con la quale non correva dal 2017 a questa parte, a maggior ragione se non la più competitiva del lotto? Si è trattato di una situazione da sliding doors e di visione, questo il suo auspicio, di prospettiva.

ESPERIENZA BRUCIANTE IN MOTO2

Doverosa in tal senso una premessa. ‘Taz‘, classe 1995 ed ancora under-30, rimase scottato dalla parentesi in Moto2 del 2017. Da Campione British Supersport in carica, imbattuto nelle prime gare della medesima stagione e con un contratto McAMS Yamaha per il BSB in tasca, decise di accettare l’offerta del Kiefer Racing per correre nel Mondiale Moto2 da sostituto di Danny Kent. Con una Suter poco competitiva, con promesse non mantenute, con tanti soldi sperperati per un bel nulla. Vissuta questa esperienza dimenticabile, Tarran e papà Niall si erano promessi “Mai più!“. Da quel momento in avanti non avrebbero mai più tirato fuori un penny dal proprio taschino per correre o per dover forzatamente competere in un Campionato del Mondo senza garanzie. Solo da professionista, solo con un determinato status. Per questo motivo Mackenzie Jr si è ricostruito nel BSB, arrivando nel 2021 alla conquista del titolo all’inseguimento. Nella prima parte di stagione subì il predominio del proprio compagno di squadra Jason O’Halloran, cambiando passo al momento più opportuno, ovvero lo Showdown.

CHIUSE LE PORTE IN YAMAHA

A fine 2021 erano pervenute a Mackenzie svariate offerte di correre nel Mondiale Superbike, a patto di svenarsi per correre da privatone. Memore di quanto vissuto nel 2017 in Moto2, una possibilità respinta al mittente, preferendo difendere il #1 nel BSB e, contestualmente, con McAMS Yamaha disputare tre wild card mondiali con vista 2023. Un bel progetto, naufragato sul nascere in una stagione 2022 che definirsi sfortunata è a dir poco. Due-infortuni-due (caviglia sinistra, caviglia destra…) nella pre-season, saltando la wild card di Assen, presentandosi nella successiva di Donington in condizioni approssimative e, una volta ritrovata nel BSB la vittoria e la miglior forma fisica, il terzo infortunio in ordine di tempo. In lotta per il podio, ad Oulton Park cadde venendo travolto dall’incolpevole Peter Hickman. Stagione finita anzitempo e, di fatto, si chiusero tutte le porte per un potenziale passaggio al Mondiale Superbike. L’occasione era sfumata con l’amico Bradley Ray, suo successore nell’albo d’oro del BSB, che lo aveva scavalcato nelle gerarchie Yamaha.

LA SCELTA MIE HONDA

Da un punto di vista progettuale (per quanto di prospettiva) ed economica, la più allettante offerta presentatasi a fine 2022 era quella di Honda e del team MIE Racing. Un anno a soffrire in Supersport, garanzie di passaggio in Superbike per il 2024, accordo diretto con la casa madre e convocazione per la 8 ore di Suzuka. Ora o mai più, il buon Mackenzie accettò con convinzione questa proposta, mantenendo un approccio positivo e propositivo nonostante le avversità. Sfruttando, ove possibile, le occasioni. Com’è stato domenica in Gara 2 a Most o, lo scorso mese di febbraio, in condizioni analoghe a Phillip Island, dove si mise in mostra passando anche 3 piloti in un sol colpo all’esterno del Southern Loop.

MIDORI MORIWAKI IN LACRIME

Tarran Mackenzie è così diventato un vincitore di una gara mondiale e, contestualmente, artefice del primo successo del team PETRONAS MIE Racing Honda Team di Midori Moriwaki. In preghiera nelle fasi conclusive di Gara 2, in lacrime (di gioia) per una vittoria inaspettata, in grado di ripagare una vita dedita al motociclismo. D’altronde, quando sei figlia (la terza) di un monumento come Mamoru Moriwaki e nipote di Hideo Yoshimura (suo padre sposò Namiko, primogenita di ‘Pop‘), non potrebbe esser altrimenti.

INDIPENDENTE

Midori si è costruita una reputazione nell’ambiente non soltanto in quanto “figlia di“. Per l’azienda di famiglia (a proposito: quest’anno Moriwaki Engineering celebra il 50° anniversario dalla sua fondazione) è stata rappresentante in Europa per la commercializzazione della MD250H impegnata in svariati trofei e della gloriosa MD600 (la prima Moto2 Campionessa del Mondo), affermandosi successivamente come responsabile del ritorno di Moriwaki Racing alle 4 e 8 ore di Suzuka. Ha fatto esperienza sui campi di gara e, nel frattempo, ha allacciato rapporti importanti a livello internazionale da esponente delle Commissioni Womens e Road Racing della FIM, decidendo a fine 2019 di mettersi in proprio. Slegandosi dall’azienda di famiglia ha fondato MIE, acronimo di “Midori International Engineering“, senza alcun legame societario con la Moriwaki Engineering di papà Mamoru. Lo testimonia il fatto che la base operativa oggi è al Sachsenring (dopo un intermezzo a Praga) e non a 1.300 metri in linea d’aria dal Circuito di Suzuka. Tuttavia, non propriamente una coincidenza, Mie è anche la prefettura proprio di Suzuka…

VERDE MIDORI

Se Moriwaki Engineering come colori sociali sfoggia il blu (“Per il mare ed il cielo“) ed il giallo (“Per la terra“), MIE Racing chiaramente come colore predominante ha preso il… midori, ossia il verde. Passando quest’anno alla colorazione del munifico title sponsor PETRONAS, raddoppiando l’impegno tra Superbike (dove i risultati sono quelli che sono: inesistenti) e Supersport. Il midori di MIE Racing è un verde speranza per un futuro radioso, cercando di concretizzare il sogno di chi non c’è più.

DOLORE DA GIOVANISSIMA

Midori Moriwaki merita rispetto per la “mission” del suo progetto. Da giovane era legata affettivamente a Rei Sawada, pilota che se la giocava nell’All Japan 250 con Daijiro Kato e Shinya Nakano. Alla terza gara della stagione 1998 a Tsukuba, in data 17 maggio, incappò in un drammatico incidente quando era in testa e finì in coma in seguito ad una grave contusione cerebrale riportata. Morì in ospedale 5 mesi più tardi, il 12 ottobre, a soli 24 anni. Un mese prima dell’incidente, Rei confidò a Midori che, se non sarebbe stato lui a diventare Campione del Mondo, avrebbe voluto aiutare i giovani piloti a riuscirci. Con la sua squadra Midori vuol portare avanti questo proposito.

SETTIMANA IMPORTANTE A SUZUKA

Come primo traguardo, Midori Moriwaki è riuscita a garantire a Mackenzie la prima vittoria mondiale, in un periodo che potrebbe rappresentare per lui una nuova “sliding door“. Poco dopo esser salito sul gradino più alto del podio a Most, insieme a Xavi Vierge ha preso un volo organizzato da Honda direzione Suzuka. Sarà riserva di lusso del Team HRC alla 8 ore, ma con l’infortunio di Josh Hook potrebbe tornar utile alla causa di F.C.C. TSR Honda, squadra Campionessa del Mondo EWC in carica. Non solo: proprio nel weekend della 8 ore di Suzuka la casa madre, alla presenza di tutti i vertici, mostrerà ufficialmente la nuova CBR 600RR. Con Tarran, per l’appunto, presente in loco in qualità di vincitore dell’ultima gara del Mondiale di categoria. Chissà che, in un prossimo futuro, lui e Midori Moriwaki non siano più riconosciuti come effettivi “underdog“…

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