22 Febbraio 2024

Superbike Phillip Island: Pit stop obbligatorio, ecco come funzionerà

Nelle gare lunghe sarà obbligatorio fermarsi al box per sostituire almeno lo pneumatico posteriore. Ecco cosa succederà

Superbike, Pirelli

L’obbligo di fermarsi ai box per cambiare almeno lo pneumatico posteriore aggiunge un ulteriore, grandissimo, elemento di incertezza sull’esito dell’apertura Superbike a Phillip Island. Come avevamo anticipato, a causa dell’eccessivo degrado registrato durante l’unica giornata di test di martedi, su indicazione del fornitore unico Pirelli, la Federmoto Internazionale, l’associazione dei Costruttori (MSMA) e il promoter Dorna hanno imposto il flag-to-flag nelle due gare lunghe della top class. La distanza complessiva, originariamente fissata in 22 giri, viene ridotta a 20. La Superpole Race è invece confermata sull’abituale chilometraggio, ovvero 10 tornate. La misura riguarderà anche la concomitante prima prova del Mondiale Supersport: in questo caso i 18 giri previsti sono confermati.

Come funzionerà

Nelle gare lunghe Superbike (il via alle ore 06:00 italiane di sabato 24 e domenica 25 febbraio) ciascun pilota non potrà percorrere più di undici giri. La finestra di sosta al box obbligatoria è fissata fra il nono e l’undicesimo passaggio. Ci sarà discrezionalità sul cambio gomma, cioè si potranno sostituire entrambi gli pneumatici o soltanto la posteriore. La scelta di cambiare o meno l’anteriore è influenzata anche dalla disponibilità del singolo pezzo preferito: in origine i team avrebbero dovuto ricevere dieci pezzi di ciascuna delle due soluzioni anteriori disponibili (SC1 media e SC2 dura) e altrettante per l’unica soluzione posteriore utilizzabile nelle tre gare, cioè la SC1 siglata A1126, dura. E’ stato deciso che ciascun pilota riceva due set aggiuntivi, quindi ci saranno dodici gomme per ogni tipologia.

Pit stop con tempo imposto

Ricordiamo che alla sosta non sarà necessario cambiare le gomme a tempo record come in Formula 1, perchè c’è un tempo limite minimo da rispettare. La Race Direction di Phillip Island ha appena comunicato che il tempo intercorrente fra ingresso e uscita dalla pit lane non potrà essere inferiore a 63 secondi (78 secondi per la Supersport). Quindi il vero vantaggio di strategia sarà calcolare al decimo di secondo i tempi dell’operazione, in modo da uscire dalla pit line allo scoccare del limite esatto fissato dal regolamento. Metterci meno implicherà una penalità ride through automatico, con l’aggiunta di 39 secondi al tempo di gara. Oltrepassare il limite, cioè stare in pit lane più di 63 secondi, sarò…tempo perso.

E nelle qualifiche?

La Pirelli ha portato in Australia anche la posteriore SC0 (media) ma si potrà utilizzare soltanto in qualifica e non anche nella gara sprint di dieci giri, com’era inizialmente previsto. I piloti disporranno di due sole unità di questa tipologia, da sparare nei 15 minuti della sessione che determinerà lo schieramento di partenza di gara e della Superpole Race.

Perchè tutto questo?

Phillip Island è stata completamente riasfaltata il mese scorso, per cui la Pirelli non aveva alcun riferimento. Il materiale è stato spedito dall’Europa via nave lo scorso dicembre, arrivando in circuito solo lunedi notte per una serie di ritardi dei cargo. Nei test è stato rilevato un degrado molto pronunciato, tanto che nessun pilota è riuscito a compiere la simulazione sui 22 giri previsti. Lo stint più lungo è stato di dieci tornate. Alcuni hanno accusato un pronunciato decadimento di prestazione anche soltanto dopo quattro-cinque giri. La decisione è stata l’unica che, vista la situazione, si poteva assumere per non mettere a rischio la sicurezza dei piloti. Il saliscendi del Victoria è un tracciato estremamente probante per gli pneumatici, per via dei tre curvoni velocissimi a sinistra.

I precedenti

Non è la prima volta che succede, ci sono due precedenti abbastanza recenti. Nel 2013, alla precedente riasfaltatura completa, la Bridgestone allora fornitore unico della MotoGP incontrò gli stessi identici problemi e la corsa venne disputata in regime di pit stop obbligatorio. In Superbike l’identica misura venne assunta nel 2018, in circostanze ancora più clamorose. Gara 1 si disputò sulla distanza normale, ma parecchi piloti ebbero problemi di degrado seri, per cui in gara 2 scattò l’obbligo del pit stop. Il vincitore però fù lo stesso: Marco Melandri con la Ducati.

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