21 Febbraio 2024

Superbike: Cambio gomma obbligatorio? Chi ci guadagna e chi ci perde

L'apertura del Mondiale a Philipp Island con gare spezzatino? Si discute se imporre il cambio gomma. Il precedente del 2018

Toprak Razgatlioglu, Superbike

Il nuovo asfalto di Phillip Island sta facendo volare le Superbike, con progressi sul giro intorno ai due secondi. Nei test i piloti hanno sperimentato un extra grip senza precedenti, che ha permesso di distruggere i precedenti riferimenti ma sta creando anche parecchi grattacapi. C’è infatti il dubbio che neanche l’unica soluzione che Pirelli aveva previsto di fornire per le gare lunghe, cioè la SC1 (dura) siglata A1126, sia sufficientemente resistente per completare i 22 giri. Il fornitore unico, in assenza di riferimenti, visto che il fondo è stato completato poche settimane fa, era ben consapevole delle incognite che avrebbe comportato. “Attenti ai trabocchetti” avevamo titolato un pezzo del 26 gennaio scorso (leggi qui). Timori che non erano campati in aria. Adesso si sta discutendo se imporre il cambio gomma a metà distanza, in modo da evitare rischio di cedimenti. La decisione verrà presa giovedi 22 febbraio. Chi potrebbe favorire?

Il precedente MotoGP 2013

Phillip Island è un tracciato severissimo con gli pneumatici per via dei tre lunghissimi curvoni ad altissima velocità di percorrenza, tutti a sinistra. Qui tutti i gommisti hanno incontrato difficoltà, soprattutto in presenza di riasfaltature totali o parziali, che cancellano i riferimenti e quindi la possibilità di costruire soluzioni ad hoc. Nel 2013, annata del precedente rifacimento del fondo, la Bridgestone fornitore unico MotoGP fù costretta a chiedere la stessa misura di cui la Superbike sta discutendo in queste ore. Cioè la sosta obbligatoria a metà distanza per montare uno pneumatico nuovo.

Il precedente Superbike 2018

Nelle derivate dalla serie c’è il precedente del 2018. In quella circostanza Marco Melandri allora ufficiale Ducati trionfò in gara 1, mentre diversi piloti vennero rallentati dalla perdita di pezzi del battistrada sul fianco sinistro. Jonathan Rea, uno di questi, finì a tredici secondi dal vincitore. Per cui il giorno dopo, per gara 2, venne imposto il flag to flag. Melandri aveva pure il problema di partire dalla nona posizione, per via della regola della griglia rovesciata, poi cancellata. Vinse di nuovo, ma in volata, per appena 21 millesimi su Jonathan Rea. La Kawasaki, potendo usare due gomme, aveva ripreso vita.

Come potrebbe funzionare

Nel 2018 venne imposto che i piloti dovessero cambiare gomma in una finestra prefissata, cioè dal 10° al 12° giro. La girandola dei pit stop obbligatori rese decisamente più spettacolare la corsa, che infatti si decise al fotofinish coi primi cinque piloti racchiusi in due secondi. Fra le varie ipotesi sul tavolo c’è anche una soluzione di compromesso: tagliare qualche giro ai 22 previsti, senza imporre il cambio gomma. C’è anche da capire, a questo punto, che decisione verrebbe assunta per la Superpole Race (10 giri), per la quale era prevista l’alterinativa SC0 (media).

Chi ci guadagna?

Prima dei test accorciati ad una sola giornata per il ritardato arrivo degli pneumatici spediti per via marittima, Pirelli aveva chiesto ai team simulare la distanza piena dei 22 giri. Ma, osservando i cronologici, si nota che nessun pilota ha portato a termine tutta la simulazione di corsa. Sul passo sembra messo meglio Alvaro Bautista. Al pomeriggio (le gare lunghe partiranno alle 16 locali) ha compiuto una mezza simulazione di 10 giri, il migliore dei quali in 1’29″278 proprio all’ultimo passaggio. Qui lo spagnolo è un portento e la Ducati V4 R, velocissima in ogni condizione, è ancora più temibile quando c’è da gestire l’aderenza. Il flag to flag, stando ai dati, penalizzerebbe in particolar modo il favorito, che per altro ha pure il fardello dei sei chili (circa) di zavorra imposti per regolamento.

Toprak se la ride

Chi potrebbe giovarsi tanto della corsa divisa in due è la BMW che nei test è stata un fulmine con un Toprak Razgatlioglu scatenato. Il turco però sulla distanza cala di brutto. Al mattino ha compiuto 8 giri, i primi quattro velocissimi, per poi accusare un drastico drop (si parla di secondi…) quando la gomma ha mollato. La possibilità di utilizzarne due, potrebbe essere la chiave. Ricordiamo che la BMW parte già con il vantaggio delle superconcessioni regolamentari. I tecnici tedeschi sono potuti intervenire sia su molteplici particolari della ciclistica, che sul motore. Da quest’anno è possibile modificare del +/-20% il peso di albero motore e volano. Modificando le inerzie del motore si migliora non solo la prestazione assoluta, ma si può ridurre anche”carico” sulla copertura posteriore.

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