19 Aprile 2022

Superbike: Jonathan Rea potrebbe lasciare le corse a fine ’22?

L'accordo con Kawasaki è in scadenza: a 35 anni Jonathan Rea potrebbe dire basta con le corse? Le numerose opzioni sul tavolo dell'asso nordirlandese

Jonathan Rea, Superbike

Che farà Jonathan Rea a fine stagione Superbike? Il campionato è appena partito, regalandoci un’antipasto di grandissimo livello spettacolare, quindi sembra un pò presto per pensare al futuro. Ma in realtà non è così: come ci insegna la MotoGP, i giochi di mercato nel motociclismo di oggi sono sempre più anticipati. Il nordirlandese ha già compiuto 35 anni, dunque le domande sono lecite: avrà ancora il fuoco dentro necessario per accettare un rinnovo, magari su base pluriennale? Oppure sta pensando di seguire strade diverse, magari un impegno più ridotto (e comunque ben retribuito…) nell’Endurance che comprende anche la mitica 8h Suzuka, gara di gran fascino che garantisce anche premi stellari?

Ipotesi 1: il rinnovo con Kawasaki

Pilota e Costruttore si parlano di continuo, per svariate ragioni, per cui è scontato che il tema rinnovo sia già sul tavolo. Jonathan Rea è il pilota intorno al quale ruota l’intero (o quasi) impegno sportivo del colosso di Akashi. Il ruolo che il Cannibale svolge in Superbike è alla luce del sole dal 2015, cioè da quando è cominciato il matrimonio: Rea indirizza lo sviluppo tecnico, le scelte degli uomini della struttura (che, per inciso, sono gli stessi dall’inizio…) e tutto il resto. Ma anche il progetto 8h Suzuka ha come fulcro lo stesso pilota. Al punto che nelle ultime edizioni Jonathan Rea si è portato dietro l’intera struttura Provec, cioè l’antenna tecnologica con sede a Granollers (dintorni di Barcellona) a supporto degli ingegneri e tecnici del reparto corse interno. Il nodo principale è la durata: rinnovare con Kawasaki significherebbe andare avanti per (almeno) altri due anni. Il pilota ne avrà voglia?

Ipotesi 2: a caccia di altre sfide

Scartiamo sul nascere la possibilità che Jonathan Rea possa restare in Superbike ma con un altro Costruttore. In Kawasaki prende 1,5 milioni d’ingaggio, integrato da una sostanziosissima tabella premi, che oltre al Mondiale include anche il bonus (principesco…) per la 8h Suzuka. Oggi nelle derivate dalla serie solo BMW e Honda HRC potrebbero concedersi uno sforzo economico di tale portata. Ma nè la M1000RR tantomeno la Fireblade CBR1000RR valgono una Kawasaki Ninja che Jonathan si è cucita adosso. Quindi, ammesso e non concesso che i soldi ci fossero, a livello tecnico sarebbe un salto nel buio. Impossibile l’alternativa Ducati: Alvaro Bautista guadagna un quinto di Jonathan Rea, e Scott Redding è andato via perchè in BMW incassa oltre un milione, contro i 300 mila € offerti dalla Rossa. Impossibile anche la pista MotoGP, sia per motivi anarafici che – siamo alle solite – di soldi: in top class sono pochi i piloti che guadagnano più di Jonathan Rea.

Ipotesi 3: il ritiro

L’anno prossimo il pilota più vincente della storia Superbike avrà 36 anni. A livello fisico non ci sono problemi, l’unico grave infortunio risale ai tempi della Supersport britannica (da pilota Honda ufficiale) quando per un guasto ai freni finì contro le barriere rischiando l’amputazione di una gamba e di dover lasciare le corse. Anche la motivazione resta altissima. Jonathan Rea è quel tipo di pilota che riesce a seguire i dogmi della vita da atleta, fatta di continui allenamenti e rinunce, senza soffrirne. Allenarsi, specie in motocross, è un piacere. E’ un ragazzo senza vizi, con una vita stabilissima anche dal punto di vista familiare e sentimentale. Ha due figli e una bella moglie, che svolge da sempre un preziosissimo ruolo equilibratore nei momenti duri. Per questo non si “consuma” come altri: guardatelo in viso, dimostra molto meno della sua età. Però gli anni passano, Jonathan Rea corre da quando ne aveva 14. Dopo sei Mondiali, 113 vittorie e imprese sportive a getto continuo, un giorno o l’altro il fuoco si spegnerà. Quando?

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