24 Marzo 2024

Superbike: Gomme rompicapo, i piloti vanno al risparmio ma finiscono comunque

Con coperture di questo genere la Superbike diventa una sfida di sopravvivenza, più che di velocità. Come se ne esce?

Andrea Iannone, Superbike

Nel paddock Superbike in Catalogna si parla di gomme, solo di gomme. Dai test di dieci giorni fa fino a gara 1 tecnici e piloti si sono spremuti per capire come conservare al massimo l’aderenza e non andare incontro al temutissimo calo finale, che al Montmelò con le Pirelli è una costante. Quest’anno ancora di più, perchè il fornitore unico ha portato soluzioni orientate verso l’extra soffice. Per il posteriore la scelta più dura è la SC0, quella che una volta era la tipologia più morbida disponibile. Le altre due sono SCX, cioè coperture che la Pirelli aveva inizialmente progettato per la Superpole Race, che dura appena dieci giri. Ma nè la standard tantomeno l’evoluzione C0900 hanno garantito la stabilità di prestazione necessaria per coprire le venti tornate previste. Toprak Razgatlioglu ha vinto la scommessa puntando sulla standard, che lui e la BMW conoscevano meglio. Ducati l’ha persa dando fiducia alla C0900 adottata da Bulega, Bautista e anche Iannone.

Vai piano all’inizio, ma non basta

Neanche una gestione di gara ultra conservativa è servita a qulcosa, l’ha spiegato bene Andrea Iannone. “Sono partito bene dalla prima fila, e avrei potuto sin da subito andare più forte ma ho preferito aspettare a spingere per non consumare eccessivamente le gomme. Quando al dodicesimo giro avrei voluto dare il massimo mi sono reso conto che le gomme comunque non c’erano e a quel punto ho perso la velocità iniziale.” Chiarisce bene la situazione il cronologico: Iannone ha fatto il suo giro veloce al secondo passaggio (1’41″892) mentre negli ultimi cinque ha girato tre volte in 1’44 alto e l’ultimo addirittura 1’45″994, un secondo più piano rispetto al primo, con partenza da fermo!

Gomme soffici per lo spettacolo? Mah…

In Superbike il promoter e la Pirelli sono convinti che soluzioni orientate verso il soffice aumentino lo spettacolo. Però forse si è andati troppo oltre, specialmente su determinati tracciato come il Montmelò. Portare soluzioni più dure, di cui ovviamente l’industria italiana dispone, peserebbe sulle prestazioni sul giro secco, che magari non sarebbero così brillanti come adesso. Ma potrebbero dare maggiore linearità: gara 1 è stata una gara di sopravvivenza “portavo in giro la moto come nell’Endurance” ha commentato Iker Lecuona.

Una domenica ancora più piena di insidie

Come se il quadro non fosse già di per se complicato, in Catalogna nella notte è piovuto, modificando ulteriormente le condizioni d’aderenza di un asfalto che ha un grip bassissimo. Nel warm up, su pista ancora bagnata, hanno girato solo in otto, con tempi altissimi. Quindi la Superpole Race e soprattuttto gara 2 partono con incognite ancora maggiori. Ricordiamo che anche nell’apertura Superbike in Australia le coperture sono state protagoniste. Per ragioni di sicurezza le due gare lunghe si erano disputate con il pit stop obbligatorio, quindi a Phillip Island erano andate in scena, di fatto, cinque gare da dieci giri ciascuna.

Iscriviti qui al nostro canale YouTube

Lascia un commento