22 Febbraio 2024

Superbike: Bautista non ci sta “Sicurezza? Bastava andare più piano”

Alvaro Bautista contava di fare di nuovo la differenza sulla lunga distanza. Il pit stop obbligatorio rimette tutto in discussione

Alvaro Bautista, Superbike

Alvaro Bautista anche stavolta era il grande favorito dell’apertura Superbike a Phillip Island. In passato qui con la Ducati ha sempre fatto (enorme) differenza: dominio incontrastato al debutto nel 2019, con un vantaggio tale da permettersi di tagliare il traguardo a braccia alzate e a passo d’uomo, per salutare i meccanici al muretto. Stessa storia lo scorso anno: tre gare dominate. A conti fatti, con la Panigale qui lo spagnolo ha vinto 8 volte in nove gare. Unica battuta a vuoto solo gara 1 del 2022, quando per la pioggia fu necessario il cambio gomme flag-to-flag: quinto posto. Sulla distanza normale dei 22 giri Bautista sarebbe partito anche stavolta col pronostico a favore, nonostante i sei chili di zavorra imposti. Con il cambio gomme obbligatorio imposto per motivi di sicurezza tutto torna in discussione.

Cinque gare sprint invece di una

In passato, non solo a Phillip Island, Alvarito e la Ducati Panigale V4 R hanno fatto la differenza proprio quando le condizioni di aderenza erano al limite. La marca italiana ha uno schieramento di tecnici e un’elettronica da MotoGP, per cui ogni volta con le tarature della gestione motore Bautista riesce a far durare le gomme più degli altri. Spesso risultando ancora più veloce nei finali di gara, quando gli altri remano con le coperture distrutte. Il nuovo asfalto australiano garantisce un extra grip impressionante, per cui l’effetto avrebbe potuto essere amplificato. “Nei test abbiamo lavorato sempre in direzione della migliore gestione gomme possibile” spiega Bautista, alludendo all’unica giornata di Phillip Island ma anche alle precedenti uscite di Jerez e Portimao. Nelle tre circostanze ha sempre rinunciato al giro veloce concentrandosi, lui e il team, sulla durata. In Australia dovrà correre cinque gare sprint.

“Bastava andare più piano”

E’ facile dire che non è sicuro, così facciamo le gare divise in due” lamenta Bautista. “Secondo me sarebbe stato possibile fare 20 giri tutti di fila, ma per alcuni piloti sarebbe difficile finirla girando con gli stessi tempi dei test. Ma è questione di gestione: se spingi su 1’29” la gomma si distrugge in fretta, ma se resti in 1’30”-1’31” avresti potuto fare l’intera distanza. Bastava andare più piano“. Il pensiero di Bautista è ovviamente interessato, ciascun pilota tira l’acqua al suo mulino. Ma qui a Phillip Island, pista terribile per gli pneumatici, è sempre stato un pò così. Troy Bayliss, autentica furia su questi curvoni, la pensava allo stesso modo. “Phillip Island è un tracciato molto particolare, forse l’unico al mondo dove per vincere devi cercare di …andare piano” racconta il tre volte campione del Mondo. “Se spingi dall’inizio non arrivi in fondo. Quindi essere dolce sul gas e non caricare eccessivamente gli pneumatici, specie il posteriore, qui è sempre stato decisivo“.

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