28 Gennaio 2023

Alvaro Bautista vs Ana Carrasco: un irrispettoso teatrino

Volano parole grosse tra Alvaro Bautista e Ana Carrasco: un episodio disdicevole ed evitabilissimo. Alle volte, il silenzio è d'oro...

Alvaro Bautista vs Ana Carrasco: un irrispettoso teatrino

Dai primi test collettivi del Mondiale Superbike 2023 svoltisi a Jerez sono emersi tanti spunti d’interesse. Molteplici tematiche e storie da raccontare, per quella che si prospetta come una delle stagioni dal livello complessivo dei partenti più elevato che si ricordi. I soliti noti là davanti a suon di temponi, illustrissimi ‘deb‘ (vedi Aegerter e Petrucci) subito protagonisti, case costruttrici attrezzatissime. Si entra nell’era dell’elettronica in Superbike e, lo si voglia o meno, questo dovrebbe garantire show in pista. Che bello! Che brutto altresì constatare che si lasci l’Andalusia parlando esclusivamente (o poco ci manca) del battibecco tra Alvaro Bautista e Ana Carrrasco. Due Campioni del Mondo di motociclismo che non se le sono mandate a dire, logicamente monopolizzando l’attenzione mediatica. Un teatrino evitabilissimo, poco edificante per il motociclismo e per i diretti interessati stessi.

ALVARO BAUTISTA VS ANA CARRASCO

Per i pochi che si fossero persi la diatriba, facciamo un breve riassunto. Nel corso dell’inaugurale giornata di test, Bautista e Carrasco si sono ritrovati in pista all’altezza della prima-seconda curva. Alvaro con la Ducati Panigale V4 R Superbike ultimo grido, Ana con una Yamaha R6 Stock, quest’ultima impegnata in una sessione di allenamento. Il Ducatista è finito a terra, ritrovandosi davanti al ralentì la motociclista del Mondiale Moto3. “Dovrebbe girare con gli amatori: è troppo lenta“, l’osservazione di Bautista. “Non inventare favole: dici così solo perché sono una donna?“, la contro-replica via social di Carrasco. Male così. Anzi, malissimo così.

I FATTI

Mentre Danilo Petrucci ci raccontava di “Esser felice” e di “Guidare come più gli piace” dopo “Aver perso il sorriso nel 2021” realizzando il miglior spot possibile al Mondiale Superbike, in contrapposizione Ana & Alvaro sono stati artefici di questa evitabilissima polemica. Dove, a tutti gli effetti, solo loro sanno cosa sia effettivamente successo. Nessuno ha visto, pertanto le successive ricostruzioni (alcune per partito preso) lasciano il tempo che trovano. Un teatrino sì, decisamente divisivo. Senza togliersi la sciarpa di dosso, alcuni appassionati (e persino addetti ai lavori..) si sono schierati apertamente con l’uno o con l’altra solo per simpatie/antipatie personali. Per un episodio dove nessuno sa, nessuno ha visto e, legittimamente, si dovrebbe soltanto discutere nel merito delle parole espresse e del perché, nell’Anno Domini 2023, ancora si facciano girare moto di differenti categorie tutte insieme appassionatamente.

IL PROBLEMA STA A MONTE

Questo infatti è il problema di partenza. Nel merito, Alvaro Bautista ha ragione, a prescindere dall’episodio in questione. Le Superbike del Mondiale oggi viaggiano su tempi da MotoGP. Ana Carrasco (ma non solo lei), con una 600 Stock ad una decina di secondi. Se già nelle qualifiche MotoGP/Superbike periodicamente si litiga sul fatto di ritrovare piloti più lenti in piena traiettoria, figuriamoci in un test privato con moto di differenti categorie in azione. Con palate di secondi di gap prestazionale tra le due. La colpa non è tuttavia di Ana, ma di chi la fa girare insieme ai mostri della Superbike 2023. Lei e non soltanto lei. David Munoz, del quale tutti riconosciamo la sua velocità, ha girato con la stessa moto relativamente poco più veloce della sua compagna di squadra (balla 1″ come best, un paio “di passo“). Anche Yuta Okaya, rookie quest’anno in Supersport, non è che viaggiasse così tanto più forte di loro. E parliamo di un vincitore di gara del Mondiale Supersport 300, in grado lo scorso anno persino di primeggiare nella classe Superstock alla 8 ore di Suzuka con la Kawasaki (1000) ufficiale.

USCITA INFELICE DI ALVARO BAUTISTA

Alvaro Bautista ha ragionissima nel merito, non nella forma. Affermare, riferendosi a Carrasco, “Che dovrebbe girare con gli amatori“, per una motociclista professionista rappresenta un’accusa pesante. Un’offesa in riferimento ad una Campionessa del Mondo Supersport 300 (2018), pilota titolare del Mondiale Moto3 con all’attivo, nella sua precedente parentesi, persino una top-10 (ottava a Valencia 2013). Traguardo raggiunto nell’unica stagione dove, a tutti gli effetti, correva con una moto ed una squadra di livello.

ANA CARRASCO A SUA VOLTA HA SBAGLIATO

A sua volta Ana Carrasco, nella sua “pipe bomb” via social, ha oggettivamente esagerato. Buttarla sul sessismo (“Dici amatori perché sono una donna?“) è di un qualunquismo inappropriato per un’ambasciatrice del movimento del motociclismo in rosa del suo calibro. Ancor più riferito al due volte Campione del Mondo tra Superbike e 125cc. Non propriamente il soggetto più indicato per un’accusa del genere, per via di fatti riconosciuti da tutti. Nel recente passato ha aiutato direttamente e si allenava con Maria Herrera, pertanto non propriamente un modus operandi da chi vuole portare la diatriba sul sessismo.

LA LEZIONE APPRESA DA QUESTO EPISODIO

Da questo teatrino si evince una mancanza di rispetto reciproco tra due Campioni del Mondo e, di conseguenza, ambasciatori di questo sport. Certo: ne abbiamo viste e sentite di peggio. Un po’ di “pepe” alle volte male non fa, ma non in questa circostanza. Per la notorietà ed il valore riconosciuto universalmente ai due soggetti coinvolti, i quali potevano certamente evitare questa diatriba social-mediatica. Suvvia, siete due Campioni del Mondo: parlatevi, spiegatevi, troverete un punto in comune. Siete due professionisti del motociclismo e, vedi foto d’apertura, vi accomuna persino la gestualità per festeggiare le rispettive affermazioni mondiali…

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