26 Novembre 2023

Io, Giulia, ho provato la Yamaha R6 campione d’Italia del team AltoGO

Una giornata in pista a Cervesina con la Supersport più veloce d'Italia: la R6 da corsa è più facile da guidare di quella di serie!

Yamaha, Giulia Bassani

Il periodo autunnale sancisce la fine della stagione motociclistica appena trascorsa e, dopo Eicma, si pensa alla stagione 2024, con i primi test invernali. La fiera milanese è l’occasione perfetta per le case motociclistiche di porre sotto i riflettori le moto che hanno preso parte ai campionati, illuminando maggiormente le protagoniste che hanno portato a casa vittorie e risultati importanti. Allo stand Yamaha, infatti, era possibile ammirare la R6 di Simone Corsi vincitrice del titolo italiano CIV Supersport NG, del team AltoGo.

Oltre l’immaginazione

Proprio quel momento, mentre la guardavo sul piedistallo in compagnia delle R1 Superbike di Razgatlioglu, Rea, la M1 di Quartararo, e la R1 campione EWC del team Yart, non avrei mai immaginato che a distanza di qualche giorno avrei avuto la possibilità di provarla direttamente in pista. L’organizzatore di questo test è stato Giovanni Altomonte, proprietario del Team AltoGo presso la nuova pista del Circuito Tazio Nuvolari a Cervesina (PV). Nonostante qualche perturbazione in atto nelle vicinanze, il tempo ha graziato il circuito, immerso nella campagna pavese in una silenziosa giornata autunnale. Il sole si nascondeva dietro le nuvole, quasi fosse timido, e la temperatura era di 11 gradi; la memoria non può non ritornare al test fatto in estate a Imola, quando di gradi ce n’erano 38 e la percezione si avvicinava a quella magmatica. La riunione coi tecnici pre-test è stata ospitata nella cascina ristrutturata che fa da cornice, in contrasto con l’area appena asfaltata e pronta ad essere inaugurata per la prossima stagione.

La R6 non smette di stupire

La vera protagonista di questa giornata è stata lei, la Yamaha R6 campione CIV Supersport 600 di quest’anno. Giovanni Altomonte era davvero impaziente di far testare la sua moto, giusto il tempo di indossare casco e tuta, e via, dentro in pista! Da un primo sguardo esterno ci potremmo aspettare che una moto preparata per il campionato sia più difficoltosa da gestire, da sfruttare, da interpretare rispetto ad una Yamaha R6 originale o GYTR. Quanti “pistaioli” effettuano mille modifiche sulla propria moto, rendendola troppo “spinta”, per poi scegliere di fare qualche passo indietro e tornare alla configurazione originale? Dimenticatevelo perché la R6 del Team AltoGo è la moto che spazza via tutti questi pregiudizi. Aver fatto parte, almeno per un giorno, di una squadra titolata mi ha fatto toccare il cielo con un dito.

Una sinfonia a quattro cilindri

Partiamo innanzitutto dal protagonista, il motore. Esso infatti si fa sentire e urla davvero, come solo una quattro cilindri giapponese seicento sa fare, senza dubbi tra i suoni più belli in ambito motociclistico. In rettilineo non sembra davvero una seicento, tanto è la coppia e la potenza che viene generata dai 139 cavalli dichiarati dal team. Questa R6 assomiglia più ad una 750. A parole è difficile spiegare l’emozione che si prova in sella quando si sente il motore urlare, la massima erogazione del motore infatti è molto elevata. L’impennata in uscita curva è sempre pronta a scappare, ma non era una seicento? A proposito di cambiamenti, il cambio elettronico con quickshifter bidirezionale è tanto delicato quanto preciso, basta solo un piccolo tocco per scalare o aumentare le marce (quanto è bello usare il cambio rovesciato). La differenza con l’originale è davvero abissale, e permette al pilota di non perdere nemmeno una frazione di secondo.

Poco freno motore

A fine del rettilineo, come se non bastassero le sorprese, entrano in gioco i freni. In genere non ci si aspetta una frenata così rapida e decisa, è incredibile rendersi conto di quanto questa moto possa frenare. Un meccanico del team AltoGo mi ha spiegato che l’elettronica di questa moto da corsa, come altre, non interviene troppo sul freno motore, si lascia infatti scorrere il più possibile per agevolare la percorrenza in fase di curva.

Lasciarsi prendere dall’entusiasmo

Poter guidare questa Yamaha Campione d’Italia in questo tracciato è entusiasmante. Il layout di Cervesina si adatta perfettamente a questa seicento per cui è facile trovare confidenza. Nonostante negli scorsi due test (vedi qui) avessi trovato la R6 con pacchetto GYTR troppo caricata sull’avantreno, stavolta la postura in sella era più bilanciata, forse anche grazie al fatto di essere alta più o meno come Simone Corsi. In poche parole, ciò che prima attribuivo all’R6 è stato stravolto dalla R6 Campione d’Italia, sono due moto completamente diverse. Il motore che spinge anche ai bassi regimi, il cambio preciso e delicato, la posizione in sella più agevole, per non parlare della potenza del freno e di tutta la ciclistica, rende tutto più semplice e divertente.

Cervesina, il tracciato che ti sorprende

Questo nuovo circuito di 8 curve, sebbene possa sembrare corto, è una pista adatta per allenarsi bene sia con il seicento che con il mille, il tracciato è davvero largo e in alcuni tratti può ricordare Misano (curva del tramonto). Non stanca troppo e non vorresti più uscire, tutto il progetto risulta davvero interessante e curato, infatti nel paddock è stata predisposta una tettoia (essenziale contro il sole cocente estivo) predisposta con le colonnine elettriche.

Il team AltoGo guarda lontano

Giovanni Altomonte, oltre ad essere il proprietario di questo team Yamaha, ne è la vera essenza. Mettere a disposizione di noi comuni mortali la moto campione d’Italia per un test non è affatto scontato. Ma Giovanni non si perde in chiacchiere, si sa che l’unico modo per dimostrare la validità del proprio mezzo è la pista. Durante la conferenza stampa per la stagione 2024 è stato presentato Lorenzo Dalla Porta. Da una parte c’è un team privato che vuole sfidare i team ufficiali al mondiale Supersport, dall’altra un pilota che ha una grandissima voglia di riscatto. Il team Altogo, ha già dimostrato di poter arrivare in alto, ricordiamo Kevin Manfredi che diventò campione World Supersport Challenge proprio con il team di Altomonte. Da bordo pista Giovanni sembrava fosse in sella insieme all’ex iridato Moto3, appena dopo aver preso in mano la R6. È davvero incredibile quanta passione mette in questo lavoro. Forse sarebbe meglio dire il contrario, d’altronde non potremmo aspettarci nulla di diverso quando in noi appassionati scorre più benzina che sangue nelle vene.

Lunga vita alle seicento!

A mio avviso, sebbene queste seicento siano quasi del tutto sparite dai listini dei concessionari italiani, hanno ancora molta voce in capitolo nel mondo delle corse. Troverei davvero difficile, oltre che un grande dispiacere, doversi privare di certi sound in rettilineo. Senza contare la grande maneggevolezza che questa tipologia di moto possiedono rispetto al quelle di maggiore cilindrata. Non ti stanca, ti fa divertire e non vorresti più scendere. Chissà se il prossimo anno l’ammirerò ancora tra le Yamaha che contano ad Eicma; lo spero tanto. Non mi resta che ringraziare Giovanni Altomonte e tutto lo staff AltoGo per questa magnifica e indimenticabile esperienza. Alla prossima!

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