24 Gennaio 2021

Spettacolare avvio di stagione nel Supercross USA

AMA Supercross Championship 2021 inizia subito con grandi emozioni. Dopo la terza gara, Roczen al comando con 60 punti, inseguito da Webb e Barcia.

AMA Supercross, Cooper Webb

di Angelo Michele Napoletano

Il terzo evento consecutivo della settimana nello stadio di Houston, a causa di un calendario che deve fare i conti con l’emergenza sanitaria, ha regalato a tutti gli appassionati delle due ruote (non solo artigliate) la solita partenza piena di sorpassi e colpi di scena. Nella terza gara AMA Supercross non sono mancate cadute eccellenti e doppiati in letargo all’ultimo giro.

Il tutto, condito da tre vincitori diversi (su tre moto diverse) nelle prime tre gare e nessuno dei tre in testa alla classifica. Classifica peraltro corta ed incerta, con i primi tre piloti distaccati di un solo punto (Roczen a 60 punti, Webb e Barcia a 59, il campione in carica a 54) e ben otto piloti in dieci punti.

Tralasciando l’analisi giro per giro della gara, ormai conclusa da diverse ore, a colpire sono stati soprattutto gli errori compiuti dai big. Spesso traditi dal nuovo tratto sabbioso aggiunto dopo la seconda prova dello scorso martedì. Rocambolesco giro finale, con Roczen che ha faticato a superare un doppiato negli ultimi 2 giri. Viene così beffato da Webb, che ha approfittato forse anche del calo fisico del rivale, chiudendogli davanti per mezzo secondo. In altre discipline un finale simile avrebbe scatenato polemiche ed ipotesi di complotto.

Qui Roczen, sceso dalla moto, si è limitato nel parco chiuso ad urlare e gesticolare verso il doppiato Dean Wilson in transito sulla moto, che quasi lo ignorava. Ben altra classe rispetto agli applausi in MotoGP (Stoner vs Rossi, Jerez 2011 ) e ben altri modi rispetto agli spintoni in SBK (Slight vs Hodgson a Sugo e Chili vs Fogarty ad Assen nel 1998).

Quattro personaggi in cerca d’ autore

E’ presto per fare pronostici ma ognuno dei big dell’AMA Supercross, pur accusando già alti e bassi, potrebbe ambire alla corona finale. Per Roczen potrebbe trattarsi dell’ennesima occasione per vedere il trionfo di un europeo. 30 anni esatti dopo la prima ed unica affermazione del francese Jean Michel Bayle (unico europeo ad aver vinto in America, dopo aver dominato il Mondiale a ruote artigliate per poi passare alle gomme slick nella velocità conquistando “solo” pole position e prime file in 250 e 500). A parte la solita sfortuna nella seconda gara, il tedesco della Honda sembra accusare il solito calo fisico nella seconda parte di gara. Sperando che non si verifichino altri infortuni come quelli che lo hanno condizionato in passato.

Cooper Webb è in crescendo dalla prima gara, ha già vinto il campionato della classe regina  due anni fa (e quello della 250 nel 2015 e 2016). Se dovesse ritrovare la costanza del podio, tornerebbe un osso duro. Inoltre è il pilota di punta di una KTM ansiosa di tornare alla vittoria, dopo aver perso contro la Honda le ultime due Dakar (dopo 18 anni consecutivi di dominio) e l’ultimo mondiale MXGP.

Per Barcia bisogna capire, invece, se la vittoria della prima gara sia stata o meno un fuoco di paglia. A sollevare dubbi potrebbe essere la moto, non il pilota. La spagnola GasGas è l’unica voce fuori dal coro fra le solite giapponesi e l’austriaca KTM (oltre ad una sola Husqvarna in dodicesima posizione).

Tomac, il campione in carica AMA Supercross, ci ha abituati negli anni ad avvii con ritmi lenti da diesel e finali esplosivi. Il titolo dello scorso anno, tuttavia, è arrivato dopo anni dominati a suon di vittorie e persi incredibilmente a causa di pochi passi falsi. Il campione in carica di solito è il favorito ma, per un pilota considerato per anni come eterno secondo “alla Pedrosa”, il titolo forse potrebbe aver fatto scattare un click mentale inverso.

Non dovrebbero esserci altri candidati al titolo Supercross USA, nonostante la classifica corta e la presenza di altri fuoriclasse in top ten. Peccato per l’ assenza di europei e per la scarsa copertura televisiva. In un campionato che non ha nulla da invidiare ad altre discipline più blasonate.

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