14 Dicembre 2023

National Trophy, parla il team 322 Racing “Il limite di età non ha senso”

Jarno Ioverno non è un professionista, lavora in officina, ma estromesso dal prossimo National Trophy. Il commento del suo team manager.

National Trophy

Jarno Ioverno non è un pilota professionista, o per lo meno, non lo è ancora. Ha 21 anni, vive in Piemonte, e lavora nell’officina con i suoi genitori. Nel suo curriculum ci sono alcune presenze nel Mondiale 300, delle vittorie nel Trofeo Inverno, qualche podio alla Pirelli Cup ma non ha un passato nel Motomondiale o in Superbike. Eppure, in base al regolamento 2024, è troppo giovane e forte per partecipare al prossimo National Trophy.

Purtroppo quest’anno è sceso sotto il fatidico muro dell’1.37 a Misano, girando in 1’36″8 nel secondo turno di qualifiche nel primo appuntamento stagionale del National Trophy. Poco importa se poi, tra infortuni e sfortune varie, ha terminato il campionato al quattordicesimo posto. Dura lex sed lex: estromesso dal prossimo campionato. Paradossalmente potrebbe però partecipare Niccolò Canepa che nello stesso turno in cui Jarno girava in 1.36.8, lui siglava uno straordinario 1.34.5 ma il tester Yamaha ha 35 anni. Il team 322 Racing è a dir poco contrariato.

“Il limite di età non ha proprio senso. Se vogliamo ci può anche stare quello del tempo ma non quello anagrafico – dice a Corsedimoto Cristian Serri, team manager 322 Racing – uno a 30 anni è nel fior fiore della propria carriera sportiva. In questo modo si tarpano le ali a dei ventenni emergenti che non hanno le possibilità di fare il CIV. I piloti non sono tutti ricchi, ricordiamocelo. Noi, che diamo una mano a Jarno Ioverno, andiamo alle gare con il camioncino: non abbiamo la forza economica di fare il Campionato Italiano, i mezzi di realtà impegnate anche nel Mondiale come Barni o comunque di altre con strutture importanti come Broncos e gli altri top team. Al 322 facciamo tutto con le nostre forze: il CIV è troppo costoso per noi”.

Cosa farete l’anno prossimo?

“Ci dispiace molto non poter fare il National che aveva una bella visibilità e poteva essere un valido trampolino di lancio per i giovani, come si è visto negli ultimi due anni per Giannini. A questo punto l’unica possibilità è il Trofeo Pirelli che è organizzato benissimo e credo possa crescere ancora tanto. Ho sentito che anche altri si stanno orientando su quello. Noi avevamo già partecipato al Trofeo Pirelli ma per noi era una sorta di allenamento per il National che si correva nei week-end del CIV. La Pirelli Cup avrà comunque delle novità importanti e credo possa rappresentare una valida alternativa”.

Pistard emigra in Spagna. Ci avete pensato anche voi?

“Il problema è più che altro quello dei costi delle trasferte, se ci potessimo mettere d’accordo magari con altri per organizzarci assieme e magari dividere le spese potremmo prendere in considerazione il Campionato Spagnolo che di base costa meno ed andrebbe già bene ciò che abbiamo. Per fare il CIV con la nostra moto dovremmo sostenere dei costi ingenti, basti anche solo considerare la questione della centralina unica. E’ chiaro che se trovassimo dei grossi sponsor potremmo pure valutare il CIV ma ad oggi la vedo come un’ipotesi remota. Io credo che per riempire la griglia del Campionato Italiano sarebbe sufficiente introdurre una classe Superstock, come la vecchia STK 1000, che potrebbe essere anche all’interno della SBK stessa con classifica separata. In questo modo sì che ci sarebbero tanti partenti”.

Foto 322 Racing

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